Arcevia:i Castelli di Arcevia
I Castelli di Arcevia sono nove e sono tutti inseriti all’interno di belle mura tre-quattrocentesche ancora intatte nella tipologia. Si tratta di piccoli centri abitati di importanza storico-artistica notevole, che accrescono la notorietà di Arcevia…per tanto meritano di essere conosciuti uno per uno.
Avacelli
//www.arceviaweb.it/arcevia/avacelli/avacelli.html
Castiglioni
//www.arceviaweb.it/arcevia/castiglioni/castiglioni.html
Loretello
//www.arceviaweb.it/hostarceviaweb/Turismo/Castelli/Loretello/Loretello.htm
Montale
//www.arceviaweb.it/hostarceviaweb/Turismo/Castelli/Montale/Montale.htm
Palazzo
//www.arceviaweb.it/hostarceviaweb/Turismo/Castelli/Palazzo/Palazzo.htm
Piticchio
//www.arceviaweb.it/hostarceviaweb/Turismo/Castelli/Piticchio/Piticchio.htm
Nidastore
//www.arceviaweb.it/hostarceviaweb/Turismo/Castelli/Nidastore/Nidastore.htm
San Pietro
//www.arceviaweb.it/hostarceviaweb/Turismo/Castelli/SanPietro/SanPietro.htm
Caudino
//www.arceviaweb.it/hostarceviaweb/Turismo/Castelli/Caudino/Caudino.htm
Avacelli è situata al confine con i territori di Serra San Quirico, tra i rilievi di Arcevia circondata da una serie di fossi e di torrenti appartenenti al bacino del Misa.
Le rocce sono calcaree , alcune maioliche risalenti alla fine del Cretaceo, scaglie rosate e bianche cretaciche, sulle quali giace l’insediamento, scaglie cineree di origine terziaria si alternano a depositi di origine quaternaria.
L’antica Castrum Lavacellorum risale all’XI secolo e venne sottomessa da Arcevia sul finire del XII secolo. Conserva ancora parte della sua cinta muraria ed il nucleo medioevale. Il borgo è sorto in un periodo storico di crisi poilitca e sociale, in cui avviene la disgregazione del sistema feudale.
L’insediamento si trova al confine tra le aree di influenza longobarda e quella bizantina e si pone come punto di collegamento tra i territori longobardi del Sentino, dell’alto Esino e dell’alto Misa. Diviene per questa posizione strategica un punto fondamentale dell’organizzazione militare longobarda divisa in centri fortificati, dove, nei primi due secoli del secondo millennio, tra il XII e il XIII, si stabiliscono le due potenti famiglie feudali dei Della Rossa e degli Appurano.
Avacelli è stata al centro di cruenti scontri bellici tra le famiglie feduali per il controllo territoriale; anche dopo l’Unità non le è stata riconosciuta l’autonomia di comune ed è rimasta così una frazione di Arcevia.
Da visitare la chiesa di S. Lorenzo che sorge nel castello più antico ed importante. La chiesa è stata costruita al margine estremo del declivio e si appoggia su di un camminamento coperto. Internamente la chiesa si presenta ad unica navata rettangolare con tetto a capriate lignee e quattro monofore con vetrate policrome. L’altare è occupato da una dorsale in terracotta dipinta raffigurante la Madonna della Misericordia con S. Antonio da Padova e S. Lorenzo che si ergono alle spalle della Vergine., opera di Pietro Paolo Agabiti di Sassoferrato, noto per la sua attività di pittore agli inizi del ‘500. Da citare anche due altre sculture in terracotta, forse della medesima mano e una tela del secondo “500”, con la Madonna in trono tra S.Lorenzo e S. Salvatore. lungo la parete sinistra accanto all’entata.
Notevole testimonianza del periodo longobardo è la chiesa rurale di S. Ansovino, il cui valore documentario-storico si lega a importanti eventi altomedioevali. L’edificio si presenta ad un’unica navata e termina in un’abside semicircolare. Della struttura originaria d’età medievale restano oltre agli elementi decorativi, solo la parete di destra e la facciata, in parte rimaneggiate. La facciata è semplice ed è abbellita da una serie di lesene aggettanti e da un portale con archivolto a tutto sesto in pietra bianca liscia.
Castiglioni è una delle 18 frazioni del Comune di Arcevia e sorge in collina a ridosso della valle del fiume Misa. Castiglioni era un importante castello in epoca Medioevale, fondato intorno all’anno 1000 ed ha sempre svolto un rilevante ruolo militare tra i possedimenti Longobardi e Bizantini. Arcevia nel 1208 ha sottomesso Castiglioni che ha cercato di ribellarsi, fino a quando nel 1223 è passato definitivamente sotto il comune. Nel corso dei secoli Castiglioni ha sempre subito attacchi e saccheggi, il più cruento fu quello inferto da Braccio da Montone per conto di Arcevia che voleva liberarlo dalla occupazione delle truppe di Ludovico Migliorati. Oggi la frazione di Castiglioni conserva la sua caratteristica struttura medioevale, con mura di cinta ben conservate e due porte fortificate.
La chiesa di Santa Agata è la parrocchiale del borgo, è dedicata alla patrona del paese ed è collocata in C.so Garibaldi.
la chiesa presenta una facciata a capanna, intonacata, che nasconde l’originario tessuto in pietra, mentre l’interno è diviso in tre navate e conserva una tela di Ercole Ramazzani, Madonna del Rosario firmata, datata 1589, sicuramente una delle più eleganti ed importanti creazioni del pittore. Sempre all’interno della medesima chiesa sulla navata centrale nel presbiterio è conservato anche un crocifisso ligneo. La scultura è di semplice fattura e si presenta di chiara discendenza umbro-marchigiana del ‘400. Al di fuori delle mura si trovano la chiesa di S. Anna, con affreschi del XV secolo e quella di S. Maria della Piana, del XIII secolo, che conserva un affresco attribuito ad Andrea di Bartolo da Jesi.
Secondo le fonti storiche il borgo è sorto probabilmente prima dell’Anno Mille ed originariamente faceva parte dell’eremo di Fonte Avellana. Nel 1248 passò sotto il dominio di Arcevia. Loretello possiede uno dei castelli di Arcevia più antichi e più belli; ancora intatti e ben conservati sono le sue mura in laterizio – percorribili interamente -, i rivellini, la porta ed il ponte di accesso a tre arcate del XV secolo.
Il castello sorge su una collina a 300 metri d’altezza ed è stato nominato per la prima volta nel 1072, quando fu edificata anche la chiesa di S. Andrea dai monaci di Fonte Avellana. Il castello ho subito un ampliamento tra la fine del ‘300 e i primi decenni del ‘400 ed è considerato tra i migliori esempi di architettura militare della provincia.
Il castello di Montale è situato in un poggio ad andamento circolare (alt. m. 280), che si trova ai confini con il Comune di Serra de’Conti. La costruzione è di origine medioevale, è annoverato tra le proprietà del vescovo di Senigallia e nel 1289 passò ad Arcevia. Il castello, ai primi del XV secolo fu assalito e preso da Braccio da Montone per conto di Arcevia. Montale conserva, nella parte più antica, consistenti tracce della sua origine medioevale, in particolare la cinta muraria con rivellini e torrioni. L’ antica fortificazione presenta un camminamento di ronda sul lato nord ed a sud la torre di guardia, riproposta come campanile della chiesa di S. Silvestro, riedificata dopo il 1830.
Palazzo presenta il castello più popoloso e caratteristico di Arcevia e si trova arroccato a 516 m. alle pendici del Monte Caudino.
Nel 1130 il castello fu donato all’Eremo di Fonte Avellana e nel medioevo divenne una proprietà degli arcivescovi di Ravenna, mentre sul finire del XIII sec. è passato sotto il dominio di Arcevia. Palazzo conserva quasi intatta la struttura urbanistica medioevale e la cinta muraria, soprattutto nella parte alta; è dotato di possenti tratti di mura in pietra e cotto e di una bella porta d’accesso quattrocentesca. Da ammirare sono la chiesa parrocchiale dei Santi Settimio e Stefano (prima metà sec. XVIII), imponente costruzione tardobarocca, opera di un esponente della famiglia di architetti Vici originari di Palazzo. Notevoli sono all’interno della chiesa gli splendidi altari marmorei e gli affreschi.
Il borgo di Piticchio sorge sulle rovine della città romana di Pitulum e nel 1223 diviene proprietà del Vescovo di Senigallia, mentre Arcevia l’ottenne solo nel 1293. Il castello presenta ben conservata la sua cinta muraria fortificata ed il suo nucleo storico centrale, oltre alla porta-torre, preceduta da un arco a sesto acuto, unico accesso al castello e il caratteristico percorso di ronda.
La chiesa parrocchiale è dedicata a S Nicolò e conserva il quadro della Madonna del Rosario,di Ercole Ramazzani nel 1582.
Nidastore vuol dire nido degli astori, ossia dei falchi che venivano usati per la caccia nel Medioevo. Il borgo è posizionato nella parte più settentrionale di Arcevia, quasi ai confini con la provincia di Pesaro, e per questa vicinanza fu spesso assoggettata dai nobili pesaresi.
Il castello di Nidastore sorse verso la metà del XII secolo e fu oggetto di contesa tra il Vescovo di Fossombrone e Rocca Contrada (Arcevia). Nel 1408 il castello venne concesso al nipote del Vescovo Raniero di Taddeo dei Ranieri di Pesaro, che venne ucciso probabilmente dagli stessi abitanti di Nidastore.
Una bolla di papa Pio II nel 1462 sancì il passaggio definitivo del castello a Rocca Contrada. Tuttavia Nidastore non volle mai assoggettarsi completamente e i documenti d’archivio testimoniano di continue ripetute ribellioni, tra cui quella del 1430 che portò alla completa distruzione del castello. Il nucleo urbano attuale infatti del paese risale alla seconda metà del ‘400, quando Rocca Contrada, dopo varie distruzioni la riedificò; ben conservati sono la cinta muraria, su cui poggiano direttamente le abitazioni e alcuni palazzi con portali cinquecenteschi e seicenteschi in ottimo stato di conservazione.
Il castello di San Pietro è anche di origine medievale, inizialmente appartenne all’eremo di Fonte Avellana e fu conteso fra i vescovi di Fossombrone e Senigallia. Nel 1248 fu sottomesso da Arcevia. Presso il castello si trova il santuario dove si venera la miracolosa immagine della Madonna di Montevago opera alquanto danneggiata ma ancora visibile; la paternità dell’opera si lega ai pittori Piergentile da Matelica e Venanzo da Camerino.
Caudino è uno dei più piccoli castelli di Arcevia, dove fu combattuta una memorabile battaglia tra le forze guelfe e ghibelline, guidate da Alberghetto Chiavelli, per il possesso del territorio. Fu poi sottomesso da Arcevia nella seconda metà del XIII secolo.
Nel centro, di fianco all’antica torre campanaria, sorge la chiesa di S. Stefano ristrutturata nel Settecento, che custodisce un affresco del ‘500 raffigurante la Madonna di Loreto. Fuori dalle mura c’è la chiesetta dedicata a S. Biagio, patrono del paese. Il castello conserva il pittoresco portale d’accesso, parte dell’antica struttura fortificata e l’antico assetto urbanistico.
Marianna Marano