Arcevia:il sindaco festeggia l’8 marzo con Ida Bomprezzi ultracentenaria
Lei c’era l’8 marzo del 1908, quando alcune operaie di un’industria tessile di New York che avevano deciso di protestare contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare, rimasero vittime di un incendio che divampò all’interno della fabbrica dove erano rimaste bloccate. Superati felicemente i 100 anni per Ida Bomprezzi sarà una Festa della Donna speciale con il Sindaco di Arcevia Silvio Purgatori che andrà a trovarla per portarle una mimosa e per festeggiare con lei, idealmente, tutte le donne di Arcevia.
Sono in tutto 2.682, più della metà rispetto ai 5.225 abitanti. Fra loro ci sono 166 cittadine straniere, molte delle quali si trovano a vivere il doppio disagio della condizione femminile e di quella di immigrata.
“E’ anche a loro” afferma Purgatori “che va il mio pensiero oggi e l’impegno di tutti i giorni per aiutarle ad integrarsi, offendo loro i servizi sociali di cui hanno bisogno le donne extracomunitarie e quelle che lavorano”.
Le donne di Arcevia sono in prevalenza anziane. Oltre all’unica ultracentenaria già ricordata, ci sono 731 donne che hanno superato i 70 anni e 657 tra i 50 ed i 69 anni. Quelle di mezza età, tra i 30 ed i 50 anni sono 663 mentre le arceviesi tra 19 e 30 anni sono soltanto 296 e 334 le minorenni.
Il quadro che emerge ad Arcevia è quello della società italiana. Una società che stenta ad abbandonare vecchi schemi di riferimento, che nonostante le dichiarazioni di intenti e le leggi per le pari opportunità non riesce a cogliere le grandi possibilità che possono emergere in termini di sviluppo da un impiego più considerevole delle professionalità al femminile. I dati Istat per le Marche parlano chiaro: la disoccupazione femminile nelle Marche è al 5,2%, quella maschile al 3,6% ed anche ad Arcevia a lavorare sono soprattutto gli uomini, in proporzione quasi doppia rispetto alle donne.
Questo anche se il lavoro femminile sembra, dopo una battuta di arresto di molti anni, di nuovo in crescita. Ma si tratta di lavori per lo più precari ed anche nei casi di lavoro qualificato, mediamente le donne hanno retribuzioni inferiori del 15 – 20 per cento ai loro colleghi. Inoltre i“luoghi alti” del mondo del lavoro, della rappresentanza e della politica. Le decisioni sono prese prevalentemente dagli uomini e conseguentemente tutta la società risulta tarata su modalità e su tempi al maschile.
“Le donne” afferma Purgatori “hanno visto aumentare la fatica del lavoro sia per il doppio ruolo che diviene sempre più impegnativo sia per la precarietà del mondo del lavoro al femminile che, offrendo scarse prospettive anche a livello di stabilità, frustra il desiderio di maternità e quando pure questo desiderio si realizza non va sottovalutato che una donna su dieci esce dal mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio.Per evitare queste scelte, spesso obbligate, servono i servizi sociali di cui parlavo prima: dagli asili nido alla possibilità di congedi parentali per i padri, ad una politica per la famiglia che tuteli le donne sia in quanto madri sia in quanto lavoratrici. A 99 anni di distanza dal tragico rogo di New York le donne sono ancora chiamate, in questo 8 marzo, a battersi per i propri diritti. Insieme a tutti gli uomini di buona volontà”.
dal Comune di Arcevia
www.arceviaweb.it
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