Ostra Vetere: questo non è sostegno all’economia, questo è solo clientelismo
Avevamo avuto altre occasioni per indicare lo stato di prostrazione dell’economia locale e nazionale, con tutti i riflessi negativi che gravano sulla vita delle famiglie.
Un appello di “montenovonostro” (“Il Comune faccia finalmente sentire in alto la sua voce a difesa dell’economia e del lavoro”) era stato pubblicato anche da numerosi giornali (tra cui “Ostra Vetere: il Comune tuteli l’economia del territorio” del 1° ottobre su www.senigallianotizie.it). Di fronte al quadro allarmante della situazione economica locale, “montenovonostro” chiedeva che il Comune, guardando finalmente a come è ridotto il paese, facesse sentire in alto la sua voce a difesa dell’economia e del lavoro.
Da allora sono passati quasi tre mesi e il risultato è stata la modifica di una delibera del Consiglio Comunale n. 9 del 29 aprile 2014 di “Approvazione del Regolamento per l’erogazione di incentivi a sostegno delle attività economiche presso il Centro Storico”. Con una recente deliberazione del Consiglio Comunale n. 41 dello scorso 27 novembre, pubblicata il 4 dicembre, è stata ampliata l’area di intervento includendo solo e soltanto un piccolo quartiere del nuovo abitato, che niente ha a che vedere con il Centro Storico, salvo essergli vicino. Su simili scelte “montenovonostro” non può essere d’accordo.
L’Amministrazione dice di voler “favorire l’insediamento di nuove attività economiche all’interno del Centro Storico di questo Comune, delimitato come da planimetria allegata”, che adesso amplia oltre il Centro Storico. Ha fatto bene ad allargare l’area. Ma ha fatto male a farlo così. Perché mai si è limitata solo e soltanto a quei caseggiati? E perchè non al Borgo o nelle zone artigianali e commerciali? Perché poi il sostegno verrebbe concesso solo “a: – Esercizi commerciali di vicinato, comprese le vendite dirette dei prodotti agricoli da parte di imprenditori agricoli; – Attività artigianali di produzione e vendita per il consumo sul posto di prodotti alimentari (pizzerie al taglio, gelaterie, ecc.); – Attività artigianali di servizio (calzolaio, restauratore, piccola produzione artigianale, ecc.); – Esercizi per la somministrazione di cibi e bevande”? Quale è il motivo per cui si limitano le provvidenze quasi esclusivamente ad attività “mangerecce”, suscitando rinnovati frizzi e lazzi su preferenze che stanno tanto a cuore a questi amministratori? Non sarebbe stato meglio allargare l’area di intervento a tutto il territorio comunale, zona agricola compresa? Perché mai i coltivatori diretti dovrebbero venire a vendere in paese i loro prodotti e non continuare a farlo nell’ambito delle loro aziende agricole? E non sarebbe stato meglio sostenere tutte le attività produttive e non solo alcune? Perché non possono ottenere sostegno (non “favori” come dice l’Amministrazione) anche le attività professionali e industriali? Non sono forse tutte produttrici di benessere economico per tutto il paese? Non è forse con le disponibilità di bilancio pubblico che verranno sostenute le erogazioni conseguenti? Ma quei soldi non sono forse di tutti? E allora perché riservarli solo a qualcuno e a un “qualcuno” ben individuabile? Mancava solo di indicare, fra i requisiti, il colore degli occhi e la misura delle scarpe dei titolari (l’appartenenza politica è superflua, perché già tanto si intuisce) e sarebbe stato completato il quadro della recondita volontà di questa maggioranza, che comunque è già ugualmente esplicita. In conclusione: la crisi è generale e gli interventi pubblici devono essere generali e non settoriali e discriminatori, come sta facendo l’Amministrazione Comunale. Le risorse sono pubbliche e cumulate anche con la tassazione e tariffazione che colpisce indiscriminatamente tutti, dai più ricchi ai più poveri.
Le risorse devono quindi essere destinate alla generalità delle attività senza limitazioni di tipologia e di localizzazione. E c’è un solo modo per fare giustizia sociale equanime: l’Amministrazione destini le risorse a ridurre tasse e tariffe per tutti. Invece così come sta decidendo, in realtà è come se sottraesse soldi a tutti, anche ai più poveri, con tasse e tariffe che colpiscono indiscriminatamente tutti, per fare solo “favori” a qualche ben noto beneficiario. L’esatto opposto di Robin Hood, altro che giustizia sociale.
Questo non è sostegno all’economia, questo è solo clientelismo. Del peggior genere e pure sfrontatamente dichiarato: in delibera c’è scritto proprio che l’Amministrazione vuole “favorire”. Appunto. E con i soldi nostri. Che disastro.
da montenovonostro
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