Mario Solazzi, partigiano corinaldese: 80 anni dopo il suo sacrificio
Il ricordo del partigiano: ecco la sua storia

Mario Solazzi, partigiano corinaldese: 80 anni dopo il suo sacrificio.
Girando per le vie di Corinaldo, nei pressi del celebre “Pozzo della Polenta”, si può scorgere su una casa una lapide che ricorda il nome di Mario Solazzi. Su di essa si legge:
“Volontario della libertà, caduto per la patria il 19 aprile 1945. A perenne memoria.”
Sono passati ottant’anni da quel giorno, e tutto sembra ormai dimenticato. Eppure, chi era Mario Solazzi? E perché, negli anni successivi alla Liberazione, la sezione del PCI corinaldese venne a lui intitolata?
Mario fu un partigiano. Dopo il passaggio del fronte nelle Marche, si unì al Corpo Italiano di Liberazione (CIL). La sua figura ha colpito molti per la scelta coraggiosa che fece. Come racconta una testimonianza di Mario Gregorini, durante una cena organizzata subito dopo il passaggio del fronte, erano presenti oltre cento partigiani. Tuttavia, da Corinaldo solo in quattro decisero di partire per continuare la lotta: tra loro c’era Mario Solazzi. Due di quei quattro non fecero ritorno.
Solazzi prese parte a diverse azioni partigiane. Alberto Galeazzi ci racconta nelle sue relazioni, alcune vicende che lo hanno visto protagonista come quella volta in cui vennero scambiati i cartelli stradali per confondere l’orientamento delle truppe tedesche, o quando tagliarono i cavi telefonici. Secondo un’altra testimonianza orale, insieme ad alcuni compagni del GAP di Corinaldo, nell’agosto del 1944 si recò al Passo del Furlo per minare il volto scolpito di Mussolini, riuscendo a staccarne il naso.
La scheda matricolare di Mario ci racconta che si arruolò volontario il 22 febbraio 1945 e pochi giorni dopo, il 28 febbraio, fu assegnato all’88° Reggimento Fanteria “Friuli”.
Morì il 19 aprile 1945, a pochi giorni dalla Liberazione, in località Casalecchio dei Conti (Castel San Pietro).
Alla memoria di Mario Solazzi fu conferita la Medaglia di bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:
“Volontario alle armi, già distintosi in precedenti azioni di pattuglia, incaricato nel corso di un’offensiva di svolgere un delicato compito, si portava con i propri uomini fin sotto le postazioni nemiche incurante del fuoco. Penetrato tra alcuni elementi della posizione, mentre si slanciava all’assalto, cadeva fulminato da una raffica, pagando con la vita il suo ardimento.”
Il suo nome è ricordato anche al cimitero di Casalecchio dei Conti, accanto a quello degli altri 15 soldati che persero la vita in quella battaglia.
A ottant’anni dalla sua morte, avvenuta pochi giorni prima del 25 aprile, ci sembra doveroso ricordare Mario Solazzi con queste semplici parole
Sarebbe bello poter ricostruire più nel dettaglio la sua storia! Chiunque abbia ricordi, storie, lettere o testimonianze sulla sua vita, può contribuire a conservarne la memoria scrivendo a:
anpitrecastelli@gmail.com
Da Elena Morbidelli – Anpi Trecastelli
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