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A Castelleone di Suasa la mostra fotografica Donne: sguardo su forza, bellezza e resilienza

Appuntamenti speciali l'8 e 9 marzo: incontro con gli autori Luigi P. Carta e Riccardo Morpurgo e aperitivo per tutte le donne

Donne - Mostra fotografica a Castelleone di Suasa

DONNE – Mostra Fotografica, con appuntamenti speciali l’8 e 9 marzo 2025 al Museo Archeologico “A. Casagrande” di Castelleone di Suasa.
Ingresso libero alla mostra e ingresso gratuito al museo e al parco per le donne (al parco conservando il biglietto nei giorni di apertura).

Uno sguardo sulla forza, la bellezza e la resilienza femminile attraverso la fotografia, raccontato dagli scatti di Luigi P. Carta e Riccardo Morpurgo. Incontro con i fotografi sabato 8 e domenica 9 marzo ore 16:00 – 19:00

Aperitivo speciale per tutte le donne sabato 8 marzo, ore 18:00: un momento di convivialità per celebrare insieme la bellezza e la potenza delle immagini!

La mostra resterà visibile anche nei weekend di apertura del Museo Archeologico “A. Casagrande”, Via Ospedale 7, Castelleone di Suasa

Info e contatti: 3756720915 | info@parcosuasa.it | www.parcosuasa.it

Donne - Mostra fotografica a Castelleone di SuasaTante sono le mezze verità, i sussurri e le grida che circondano le donne; sussurri e grida che si intrecciano, si avvolgono e rimbalzano sino a far dissolvere il problema. L’8 marzo è tra questi rumori di sottofondo, scheggia dell’indistinto brusio che accompagna e scompagina la questione femminile. L’ 8 marzo non celebra la donna, né ricorda un evento leggendario mai verificatosi. Non è, per intendersi, la festa della donna.

L’ 8 marzo nasce come una giornata dedicata alla rivendicazione comune dei diritti delle donne. Diritti che a tutt’oggi – passati 100 anni – ancora non sono stati pienamente raggiunti. E quand’anche raggiunti messi – sempre – in discussione. Gli stereotipi di genere continuano a influenzare la ripartizione dei compiti nell’ambiente domestico, nell’istruzione, nel lavoro e nella società. Il lavoro assistenziale e domestico non remunerato, svolto principalmente dalle donne, costituisce un onere sproporzionato per queste ultime.

Gli stereotipi ampiamente diffusi dalla società sono radicati nel patriarcato e lasciano le donne in un ruolo subordinato nella società, contribuendo alla discriminazione, alla disparità di retribuzione, alla dipendenza economica e alla femminilizzazione della povertà. Nel 2021 il tasso di occupazione maschile era del 78,5% mentre per le donne era solo del 67,7%, un divario di oltre il 10%. Secondo l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il numero di donne che svolgono lavori informali e non retribuiti è in aumento.

Circa 550 milioni di donne, oltre la metà della popolazione rurale del mondo, vivono sotto la soglia di povertà. La donna povera è più soggetta a violenze degli uomini, partorisce figli ammalati o indeboliti ai quali non riesce a fornire il nutrimento necessario.

Quando si parla di diritti non ci si limita al rispetto dei diritti basilari ma al diritto, fondamentale, ad una vita normale priva di violenza, vita che garantisca il pieno godimento non solo dei diritti civili ma anche di quelli sociali. Così, ad esempio, per le donne il diritto ad una vita priva di violenza resta ancora un miraggio e se la violenza criminale, il femminicidio, assurge all’onore della cronaca, ed è oggetto di analisi sociologiche che le tolgono il manto del silenzio molto diversa e’ la situazione della violenza silenziosa e invisibile.

Molte donne sono oggetto di violenze quotidiane da parte dei loro padri, mariti, fratelli o, più in generale, dalla società. Non si tratta necessariamente di una violenza fisica ma il suono che essa produce ha, comunque, lo stesso effetto: rimbalza nei silenzi. Il grado di violenza a cui sono sottoposte le donne si concretizza in una forma di sistematico abuso psicologico. Questo non vuol dire che nella società non siano avvenuti dei cambiamenti, registrati in certa qual maniera da strumenti normativi, ma che lo stigma di esser donna continua saldamente radicato nella società e la sfida rimane immutata.

La violenza fisica non e’ che una parte, e forse minoritaria, delle violenze che subiscono le donne, la violenza psicologica, l’imposizione di un ruolo, l’impossibilita’ o le difficoltà che hanno le donne ad accedere al lavoro, all’istruzione, a modificare la loro partecipazione all’interno della società, di poter agire come agenti di cambio sono tutti aspetti di una sola violenza.

Con questa mostra, quindi, non vogliamo celebrare la festa della donna ma aprire un piccolo spazio di riflessione che aiuti tutti noi a raggiungere l’obiettivo di una società più equa e giusta priva di discriminazioni di genere e non solo.

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