Il monumento al femminicidio di Ostra
Giancarlo Barchiesti ci ricorda la sua storia
Le “Scarpette Rosse”, sono nate nel 2009 da una felice idea dell’artista messicana Elina Chauvet per denunciare gli abusi sulle donne e il femminicidio.
Da allora sono diventate il simbolo della lotta per i diritti delle donne e contro la violenza di genere. A ciò si è aggiunto “NI UNA MENOS” un grido collettivo, nato in Argentina dalla necessità di dire basta ai femminicidi. Il grido non è di disperazione, ma è una vera e propria presa di coscienza. Venne poi ripreso da un gruppo di giornalisti, attivisti, artisti, che lo hanno propagandato associandolo a una campagna collettiva che coinvolge tutti i continenti.
Da qualche anno anche a Ostra l’Amministrazione Comunale ha voluto raccogliere questa provocazione e ai piedi del suo principale monumento, la Torre Civica, ha fatto installare una banchina rossa con la scritta “Non una di Meno”.
Contemporaneamente la cortese calzolaia del paese, la signora Roberta Ronconi, aveva posto davanti la sua bottega una bugna di finestra con una composizione di scarpe rosse. Poco prima della chiusura della sua attività ha trasportato la sua composizione in piazza e l’ha posta sopra la panchina.
Ecco come a Ostra è nato il monumento spontaneo contro i femminicidi che crea non poco interesse soprattutto per chi ad Ostra non vive, in particolare ai turisti, che non si lasciano sfuggire l’occasione di ammirarlo e commentarlo: molti poi, lo immortalano con molteplici foto.
Questo è un inno alla bellezza della Donna e un diverso modo per gridare tutti insieme: “NI UNA MENOS!”.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Valmisa.com e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!