Ordinanza di Massimo Bello contro la sentenza europea sul crocifisso nelle scuole
“Non intendo affatto rimuovere il Crocifisso dalle aule scolastiche. Il Crocifisso è una testimonianza di cultura, emblema di libertà, che rappresenta un valore universale della nostra storia italiana ed europea. Non credo proprio che un crocifisso in classe possa offendere i sentimenti di qualcuno o violare la libertà di chicchessia.”
Il Sindaco di Ostra Vetere Massimo Bello interviene in maniera decisa sulla recente sentenza della Corte europea di Strasburgo, la quale ha determinato che la presenza dei Crocifissi nelle scuole rappresentano “una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione alla “libertà di religione degli alunni”.
Il Sindaco di Ostra Vetere, ha presentato, in proposito, una mozione in Consiglio Comunale per ribadire che “il Crocifisso rappresenta una testimonianza di cultura, emblema di libertà e valore universale, parte integrante delle nostre radici, della nostra storia e delle nostre tradizioni cristiane” e per attivare la sua Giunta “a promuovere tutte le azioni per scongiurare fenomeni di discriminazione dell’identità storica, culturale e di civiltà del popolo italiano a partire dal simbolo religioso di valenza universale qual è il Crocifisso, appoggiando con forza l’azione del Governo italiano contro la sentenza pronunciata dalla Corte europea”.
Scarica il testo della mozione proposta dal Sindaco Bello (pdf – 15 KB)
E non finisce qui, perché il primo cittadino di Ostra Vetere ha preparato anche un’ordinanza sull’importanza dell’esposizione del crocifisso, disponendo che va conservato, a tutti i costi, in tutti gli uffici e scuole della città, provvedendo che vanno dotati gli ambienti pubblici che ne sono sprovvisti, ma anche prevedendo cinquecento euro di multa a chi volesse togliere il crocifisso dall’aula o da qualsiasi altro edificio pubblico. Infine, nella veste di Consigliere provinciale di Ancona, presenterà un’analoga mozione in Consiglio provinciale per chiedere la condanna della sentenza anche da parte della Provincia.
Scarica il testo dell’ordinanza emanata dal Sindaco Bello (pdf – 15 KB)
Una serie di provvedimenti per dire “no” ad una sentenza inaccettabile e fuori dalla storia. “Il rispetto delle libere convinzioni non passa attraverso l’annullamento dei simboli della fede altrui. Questa decisione offende l’Italia e il popolo italiano, la nostra storia e la nostra tradizione cristiana. Anche la nostra comunità cittadina si sente offesa da questa aberrante decisione giuridica visto che anche lo Statuto del Comune di Ostra Vetere, nel preambolo, fa riferimento alle proprie radici cristiane ed ai valori spirituali ed umani che ne discendono. Come del resto anche la Bandiera dell’Unione europea si ispira con la corona di 12 stelle alla Madonna”.
Il caso era stato sollevato nel 2002 da Soile Lautsi, cittadina italiana di origini finlandesi, residente a Padova e rappresentante dell’Unione Atei e Agnostici, la quale aveva sollecitato invano nei vari tribunali italiani, l’eliminazione dei crocifissi nelle classi dei suoi due figli e senza aver ottenuto alcun risultato, si è poi rivolta ai giudici di Strasburgo che le hanno dato ragione. In proposito, il Sindaco Massimo Bello aggiunge che “il disprezzo delle religioni da parte di costoro si spinge al punto tale da creare le condizioni di una guerra di religione”.
dal Comune di Ostra Vetere
www.ostravetere.com
Per chiudere trovo VERGOGNOSA ( e illegale?) l'ordinanza che prevede SANZIONI PER CHI DECIDE DI RISPETTARE LA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA. Perch? non il rogo?
Uno stato democratico dovrebbe essere lo stato di tutti dove decide la maggioranza ma, nel rispetto dei diritti del cittadino, tutelando anche le minoranze (anche se portano meno voti).
Non c'? una religione di stato che appartiene a tutti gli italiani. Lo Stato dovrebbe restare estraneo alle religioni. Ci sono altri luoghi preposti al loro insegnamento.
Se permette, sono italiano ma sono ateo quindi non mi riconosco affatto nel crocifisso e nella religione cristiana.
"Pretendo" quindi che ogni genitore si senta libero di educare il figlio alla religione desiderata (o alle religioni, o all'ateismo) senza temere che venga emarginato perch? compie una scelta diversa dalla massa e SENZA DOVERLO FARE PER FORZA, SOLO PERCHE' E' TRADIZIONE.
Difendere pacificamente il crocifisso quale emblema di libert?, come riferimento delle nostre radici cristiane non solo non ? reato, ma non offende nessuno. Mi pare che anche coloro che credono in ben altro difendano i loro simboli, le loro tradizioni e la loro cultura. E nessuno dei cristiani chiede a terzi di eliminare i simboli di quella cultura o di quel credo.
Lei parla di "presunte tradizioni nazionali". Allora, si vada a leggere un po' di storia. Tollerare l'altro - leggo nel suo intervento - non le appartiene. Dice di esserlo, ma nei fatti non ? affatto.
In Italia, il cristianesimo ? una realt?, ? patrimonio genetico della nostra cultura, delle nostre tradizioni. Come altrettanto lo ? per l'Europa.
Nessuno - tanto meno il sottoscritto - vuole una guerra di religione. Difendere le nostre radici non significa affatto voler prendere le armi e cominciare una guerra di religione. I cristiani non sono terroristi, non mettono le bombe, non fanno saltare in aria edifici, non abbattono aerei, non fanno niente di tutto questo. Anzi, oggi, mentre le scrivo, nel mondo, quella tolleranza di cui lei si fa paladino, sta assassinando preti, suore e sta incendiando chiese, impedendo al cristianesimo di professare la sua fede, di mostrare i suoi simboli.
Chi si deve vergognare sono coloro che in nome del "niente" pretendono che la vita sia senza valori. Questo mondo a me non piace. E non sono l'unico.
La classe politica italiana (da destra a sinistra) ha fatto bene a ritenere quella sentenza inaccettabile sotto il profilo umano, culturale, giuridico ed etico. Ha fatto bene il Governo ad impugnarla.
L'ordinanza dei Sindaci? Sacrosanta, giusta e leggittima. Noi abbiamo avuto il coraggio di schierarci e di prendere posizione. Noi abbiamo avuto il coraggio di difendere le nostre radici.
Lei non ha il coraggio neanche di firmarsi, ma lancia anatemi senza sapere neanche da che parte stia il buon senso, il senso civico, la tolleranza, la libert?.
Si vergogni lei che pur di dire no manderebbe al rogo la sua coscienza.
L'Italia ? uno Stato democratico, in cui le radici cristiane fanno parte della sua cultura.
Mi creda, non ? una questione di voti, come Lei afferma. Almeno, per quanto mi riguarda, io sono da sempre cristiano.
Se ha il coraggio e se crede in quello che dice, allora mi permetto di darle un consiglio. Impuni la mia ordinanza, e quelle degli altri Sindaci davanti ad un tribunale italiano (in questo caso il TAR). Se ha il coraggio di farlo, ci vediamo in tribunale...
La sentenza della Corte ? inattaccabile e si rif? al principio dell'equidistanza dello Stato da qualsiasi religione. Tale principio ? sancito dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo che l'Italia ha firmato nel 1950. I giudici della corte (all'unanimit?) hanno quindi chiamato l'Italia a rispettare quanto ha sottoscritto.
Per quanto riguarda le malefatte della Chiesa Cattolica nel corso dei secoli meglio sorvolare, senn? non la finiamo pi?.
Quando dice "in nome del niente pretendono la vita senza valori" immagino si riferisca all'ateismo. Non penser? mica che i valori siano esclusiva delle religioni?
Credo che la difesa dell'uguaglianza e della parit? dei diritti non possa essere un atteggiamento criticabile, se lo si osserva togliendosi i paraocchi delle proprie irremovibili convinzioni confessionali.
Penso anche che la religione dovrebbe essere praticata seriamente e nei luoghi preposti e non dovrebbe essere solo una questione di radici e tradizioni alle quali aderire automaticamente per conformarsi alla maggioranza.
Per quanto riguarda la il ricorso al TAR: lo trovo superfluo in quanto la sua ordinanza ? illegale perch? anticostituzionale. Casomai sarebbero da impugnare le sue minacciate sanzioni (con certezza di vittoria).
Saluti
Simone Fantoni (autore anche del primo e del terzo commento)
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