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Ostra, l’associazione “Il Salvagente” ripropone l’iniziativa “Il Pane di San Gaudenzio”

"Don Giussani definiva l’esperienza caritativa come educazione alla gratuità in tutti i rapporti"

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Raccolta alimentare dell'associazione "Il Salvagente"

Con la festa del Patrono San Gaudenzio il 14 Ottobre, “Il Salvagente odv” ogni anno, organizza e propone a tutti un semplice gesto di Carità: Il Pane di San Gaudenzio.

Il Salvagente è Il nostro banco di Solidarietà, persone che insieme si adoprano per “dare da mangiare agli affamati” come puro atto gratuito senza pretesa di ritorni di alcun genere.

Di queste persone fa specie il dedicarsi per puro Amore, il piegarsi sul bisognoso dell’altro con l’unico scopo di imparare a servire liberamente come Dio (il Padre) continuamente fa con noi (Figli)

La violenza, che si esprime con veemenza nel sociale (bullismi, femminicidi, aborti, abbandoni, natura deturpata, ecc..ecc) manifesta la mancanza di questo amore e il grido di solitudine in cui oggi la società vive. Lo si vede spesso nell’incapacità – se non – nel rifiuto a farsi carico di persone, (che nel 90% dei casi sono Genitori o familiari) di solito anziani, infermi e spesso non autosufficienti, cosi come nelle questioni relative alla sfera affettiva e amorosa: la gelosia esagerata e patologica, legami possessivi prima, e poi, nella non accettazione della fine della relazione stessa.

Si tratta dunque, in radice, di qualcosa che adultera, avvelena, corrode la dimensione più desiderabile bella e più umana, che tutti chiamiamo amore. Se questo qualcosa fosse una mancanza, e credo che lo sia, direi che si tratti di una mancanza di gratuità. Nelle forme estreme e patologiche questa mancanza, insieme a chissà quali altre cause e circostanze che tocca agli esperti indagare, porta sino all’assassinio.

Ma in dosi magari minori e più o meno tossiche, non è almeno un pericolo che tutti corriamo? Perché l’amore implica gratuità, e per viverlo ne occorrono dosi talora massicce. Ciò vale nelle relazioni familiari, amicali, anche sociali: voler affermare sé stessi, le proprie ragioni vere o presunte, e non l’altro nella sua libertà e unicità, minimo le depaupera e inquina.

Al Salvagente, per puro amore e gratuità si portano aiuti alimentari a chi ha bisogno senza mettere condizioni o pretese, ne per sentirsi bravi e gloriarsi di se stessi, ne per costruire un’organizzazione con qualche forma affermativa di sé, ma come semplice gesto di servizio. Il servire gratuito!!! Questo si che corrispondente alle nostre esigenze elementari, quelle del nostro “cuore”. Io mi affermo e ne godo, affermando l’altro, amando la sua vita e il suo destino; (quello che deve essere il rapporto genitori figli) quindi lo servo, lo sostengo per come è e nella condizione in cui è, nella fatica che fa, e questo è sacrificio, magari anche dolore, ma che ha un senso; e non pretendo nulla in cambio.

Don Giussani definiva l’esperienza caritativa come educazione alla gratuità in tutti i rapporti, un’esperienza guidata e vocata alla crescita della persona, questo oggi è ancora più necessario.

Nelle tante iniziative di solidarietà il bene più prezioso è – sarebbe – aiutarsi in questa educazione. È anche il modo migliore per collaborare davvero dentro questo intento.

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