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Cava sul Monte Sant’Angelo di Arcevia: la presa di posizione di Gianfranco Pagliarulo

Il presidente nazionale ANPI: "Violare la terra di quella montagna vuol dire procurare una ferita irrispettosa della memoria locale"

Monumento Partigiano Arcevia

Sono stato portato a conoscenza del programma di attività estrattive nel bacino di Monte Sant’Angelo.

Faccio mie le considerazioni critiche del Sindaco di Arcevia e del Comitato provinciale dell’ANPI di Ancona e mi permetto di aggiungere una riflessione: la memoria è un valore sociale collettivo, una sorta di bene comune riconosciuto dalla legge regionale del 2020 grazie a cui esiste il Parco della Memoria e della Pace. Elemento di tale memoria è il paesaggio, tanto più essenziale quanto più quei luoghi, quelle terre, quelle case sono stati muti testimoni della barbarie nazifascista. In tal caso quel paesaggio diventa sacro e perciò inviolabile perché rappresenta il naturale perenne monumento al sacrificio di una comunità.

Violare perciò la terra del Monte Sant’Angelo di Arcevia vuol dire procurare una ferita irrispettosa della memoria locale, ma anche della memoria nazionale troppe volte, negli ultimi anni, colpita da una campagna di negazione dei valori della Resistenza; aggiungo che tale progetto sembra per di più di dubbia utilità anche ai fini di un’impresa produttiva.

da Comitato Provinciale Anpi Ancona

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