“Ma a Trecastelli esiste ancora la democrazia?”
Elena Morbidelli: "vorrei vedere una comunità, ma è un sogno chiuso in un cassetto"
A Trecastelli c’è ancora democrazia?
Che cos’è la democrazia? La mia riflessione di oggi parte proprio da questa domanda. Una questione apparentemente semplice ma che ha impegnato i filosofi per secoli.
Per le festività il paese, anzi la “città” di Trecastelli, è stata tappezzata da manifesti recanti gli auguri dell’Amministrazione, ma se li si legge con attenzione, ci si accorge che sono stati firmati dal Sindaco e dalla Giunta Comunale. E i consiglieri dove sono? Capisco che i consiglieri di minoranza non stiano proprio simpatici al Sindaco, ma lasciar fuori pure quelli di maggioranza è un bel taglio netto, forse eccessivo, segnale sicuramente della volontà di accentrare ancora di più il potere decisionale nelle mani di poche persone. È forse questa la democrazia pensata dai Padri Costituenti?
C’è uno statuto approvato da questa amministrazione ben 5 anni or sono, dove si parla di Consigli aperti al pubblico, di Referendum, di Prosindaci. Quanto di tutto questo è stato realizzato?
In effetti sono un po’ miope, non vedo bene, non riesco a capire quale possa essere il futuro di Trecastelli, almeno così mi è stato scritto, ma di sicuro riesco a vedere che se queste sono le premesse, non migliori saranno i risultati.
Io ho un sogno per Trecastelli.
Vorrei un Comune dove le decisioni importanti, come quella di aderire o meno ad un’Unione possa essere presa dai cittadini e non comunicata solo dopo, a giochi già fatti.
Vorrei un comune dove uno strumento importante come il referendum sia utilizzato e non rimanga nel cassetto a causa di un regolamento che sembra studiato per boicottarlo.
Vorrei un Comune dove l’opinione dei cittadini sia ascoltata e non calpestata come è successo nel caso della mensa unica.
Vorrei che ogni singolo borgo di Trecastelli non sia dimenticato e lasciato morire, ma sia presente e considerato in ogni decisione presa attraverso la mediazioni dei suoi consiglieri e attraverso la figura del Prosindaco.
Vorrei che i cittadini non siano presi di mira perché praticano il proprio diritto di critica sancito tra l’altro dalla Costituzione, con articoli scritti dal Sindaco e firmati come Comune di Trecastelli. Un singolo, anche se primo cittadino, può parlare a nome di tutti gli altri 7600 abitanti?
Il cittadino che vive a contatto col territorio e che ne è magari “innamorato”, riesce ad osservare molte più cose di un amministratore che ne ha tante da pensare. E la sua critica potrebbe portare a un miglioramento generale; chi amministra un territorio dovrebbe essere capace di confrontarsi, specialmente in una piccola realtà come quella trecastellana, con ogni suo concittadino: da un leale confronto si esce sempre arricchiti.
Ricordo, qualche mese fa la segnalazione di una concittadina di Monterado riguardo a buche lasciate aperte in seguito ai lavori di riqualificazione del viale. Ho poi visto queste buche provvisoriamente chiuse. Magari senza la sua segnalazione qualcuno poteva farsi male. Quindi la sua è stata mera strumentalizzazione o critica costruttiva? E chi lo deve decidere il Sindaco o i fatti che ne conseguono?
In questa mia riflessione sono partita dalle grandi domande filosofiche e sono arrivata alle buche, perché la politica è fatta anche di piccole cose concrete.
Vorrei vedere nascere una vera comunità, vorrei che Trecastelli possa un giorno diventare un vero Comune e non solo sulla carta come lo continua ad essere oggi. A cosa è valso essere insigniti del titolo di città se poi realmente non si è nemmeno un unico comune?
Vorrei che si tornasse alla semplicità e all’attenzione ai piccoli particolari e non alla costruzione di mega opere pubbliche. Vorrei che si tornasse a ragionare sulle reali necessità dei cittadini e non solamente su spesa pubblica, risorse economiche e interessi di privati.
Il mio rimarrà solo un sogno chiuso in un cassetto come ogni bel sogno che si rispetti, un sogno comune che parla di democrazia. Il “sogno” che ci sta offrendo questa amministrazione lo è altrettanto?
Da
Elena Morbidelli
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