Ostra Vetere, ladro ucciso: le motivazioni in appello della condanna al Carabiniere
Il pubblico ufficiale non si trovava nelle condizioni di necessità di far uso di armi
E’ stata confermata anche in appello la condanna all’appuntato 42enne Mirco Basconi, accusato di aver ucciso il 24enne albanese Korab Xheta, raggiunto da un proiettile di rimbalzo in via Colle Paradiso, a Ostra Vetere, e morto all’ospedale regionale di Torrette dopo quattro giorni di agonia.
Il pubblico ufficiale non sarebbe stato nelle condizioni di necessità di far uso di armi indirizzandole verso le ruote del veicolo, con il rischio, poi concretizzatosi, di collaterali conseguenze per la incolumità degli occupanti. È quanto riporta la sentenza dei giudici della Corte d’Appello che lo scorso 22 marzo hanno inflitto una condanna bis all’appuntato 42enne accusato di aver ucciso il 24enne colpito alla nuca da un proiettile di rimbalzo.
I fatti risalgono alla notte del primo febbraio 2015: i militari erano sulle tracce di un Suv Bianco appartenente ad una banda che negli ultimi giorni avevano messo a segno colpi tra Castelleone di Suasa e Ostra Vetere: individuata l’auto, i Carabinieri erano sulle tracce dei malviventi che avevano tentato una disperata fuga; fu in quell’occasione che Basconi esplose cinque colpi, tutti diretti alle ruote; uno di questi, di rimbalzo, raggiunse Xheta.
A novembre 2016, il primo verdetto in rito abbreviato: un anno, pena sospesa, per il reato di omicidio colposo. Due mesi fa, lo sconto di pena in appello a sette mesi e dieci giorni di reclusione.
Sono state intanto state depositate le motivazioni dell’ultima sentenza, redatta dal presidente del collegio Alessandra Panichi. Le pagine del verdetto d’appello non si discostano molto dagli argomenti usati dal gup Francesca Zagoreo per motivare la condanna di primo grado: non ci sarebbero stati motivi validi per sparare contro la vettura; gli spari contro il suv in fuga “non avevano rappresentato un’extrema ratio per il carabiniere che avrebbe potuto scegliere soluzioni alternative” come indirizzare la pistola in aria a scopo intimidatorio. Mancherebbe quindi il principio della necessità dell’uso delle armi e quello della proporzionalità legata alla tutela delle parti in gioco.
Nonostante questo, la pena è stata ridottarispetto al primo grado in quanto il verdetto del gup è stato giudicato eccessivo. Lo sconto di pena è stato ottenuto in considerazione delle circostanze di commissione del fatto e del loro complessivo sviluppo a cui non è estranea la posizione di pericolo della vittima per essersi trovata a bordo di un veicolo rubato sfuggito al controllo dei militari.
Al militare, all’epoca alla stazione di Ostra Vetere, rimane solo la Cassazione.
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