Corinaldo: Conclusa la campagna di scavi a Madonna del Piano
Anche quest’anno si è conclusa con successo l’ottava campagna di scavi archeologici condotta dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna nel sito di Madonna del Piano di Corinaldo.
L’antica chiesa e l’area circostante sono oggetto di ricerca da parte di un pool composto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, dal Comune di Corinaldo, dalla Parrocchia di S. Pietro Apostolo e dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna, che da quasi un decennio uniscono risorse, progetti e personale per lo studio e la valorizzazione del sito.
Dopo aver presentato i recenti restauri di un settore dello scavo (giugno 2088 – finanziamenti della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche), sono partiti i nuovi scavi (luglio 2008). E i risultati sono stati entusiasmanti.
Lo scavo archeologico ha messo in luce una buona parte della navata nord della chiesa, obliterata in parte dal moderno campo sportivo: qui sono emersi i resti della piccola abside poligonale (5 lati, sul modello proveniente da Costantinopoli, l’attuale Istambul in Turchia), una importante tomba e i resti di una fornace romana.
La tomba, posta al di sotto del pavimento della chiesa di età romanica (circa XII secolo), era costruita con grande cura e conteneva i resti molto ben conservati di un maschio adulto. Difficile dire a chi appartenessero: resta il fatto che Vincenzo Maria Cimarelli, storico corinaldese del 1600, ci parla di un martire di nome Arsenio: “molte reliquie de’ Santi sotto il pavimento del Tempio suddetto (S. Maria del Piano) riposino, e specialmente il corpo di un Martire che dal medesimo volgo chiamato viene Arsenio…”. L’identificazione dei resti col Martire Arsenio è, per ora, incerta ma il proseguimento degli studi cercherà di fare chiarezza sull’argomento.
Sempre al di sotto dei pavimenti della chiesa romanica a tre navate stanno emergendo i resti delle fasi più antiche della frequentazione del sito: si tratta di strati con materiali di VI secolo d.C., al di sotto dei quali stanno comparendo, addirittura, i resti di una grande fornace romana, spianati al momento della costruzione della grande chiesa.
E le fornaci non sono una novità in questo sito: in un sondaggio condotto intorno alla chiesa sono state individuate e scavate 2 grandi fornaci di età romana, perfettamente conservate, con parti del piano forato e dei setti divisori della camera di combustione: la prima, di forma quasi quadrata, era forse destinata alla cottura dei laterizi, mentre la seconda, di forma circolare, serviva per cuocere ceramica o piccoli oggetti.
Da ultimo un sondaggio presso casa Mencaroni ha portato alla scoperta che più di ogni altra ridisegna il quadro insediativo dell’area. Un saggio stratigrafico, infatti, condotto in profondità ha messo in luce, a – 4,30 m dal piano di campagna, uno strato con numerosissimi resti di industria litica: si tratta di schegge di lavorazione e di oggetti finiti in selce (tra cui un a punta di freccia) e di pochi frammenti di ceramica grezza, tutti attribuibili all’età neolitica (VI-III millennio a.C.),. Questa scoperta, che era stata preceduta dallo scavo di una porzione di un villaggio dell’età del Bronzo Antico (inizi II millennio a.C.), retrodata con grandissima decisione la vocazione insediativa del terrazzo fluviale su cui si trova la Madonna del Piano, che fino ad ora si pensava abitato solo a partire dall’età romana in poi. Ora invece sappiamo che il sito era già stato scelto, per la sua favorevole posizione, forse già nel VI millennio a.C., avvalorando indirettamente la possibilità della presenza di un guado sul fiume Cesano in questo sito già in epoca antichissima.
Gli scavi, diretti sul cantiere da Giuseppe Lepore, hanno visto impegnati numerosi studenti delle Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali (sede di Ravenna) e di Lettere (sede di Bologna), nonché di molti studenti della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Bologna, fattivamente sostenuti da tutti gli abitanti della Contrada di Madonna del Piano (Enzo Angeletti e Gigi Barbera, in particolore), da don Umberto Mattioli e da tutti gli esponenti dell’Amministrazione Comunale, col prezioso coordinamento del vicesindaco Cesare Morganti.
I risultati della campagna di ricerche 2008 saranno presentati al pubblico martedì 5 agosto alle ore 21, presso la chiesa della Madonna del Piano di Corinaldo. A seguire si terrà l’ultima conferenza del ciclo “Paganesimo e mondo cristiano: continuità o cesura col mondo antico?”, dal titolo “Il vino: il valore simbolico dal Dioniso pagano alla Messa cristiana”, a cura di Giusepe Lepore.
dal Comune di Corinaldo
www.corfinaldo.it
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