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La storia di Corinaldo attraverso il calcio grazie a Luciano Galeotti

Domenica 12 marzo la presentazione del volume "Quando giocavamo a pallone"

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Luciano Galeotti

Domenica 12 marzo, a partire dalle ore 17, la sala “A. Ciani” ospiterà una pomeriggio di storia e di ricordi di Corinaldo e di alcuni corinaldesi.

Il fotografo Luciano Galeotti presenterà infatti la sua ultima fatica, vale a dire “Quando giocavamo a pallone”, terzo volume della serie Corinaldo t’arcordi.

“La prima pubblicazione – ricorda al riguardo Galeotti – è stata Corinaldo t’arcordi “prima raccolta di immagini d’epoca da fine ‘800 alla Prima Repubblica. La seconda Corinaldo t’arcordi è intitolata “La festa del pozzo della polenta – gli albori 1980/85”

Per quanto riguarda “Quando giocavamo a pallone”, si tratta di un libro fotografico che raccoglie immagini, racconti, aneddoti della Società Sportiva Spes…e non solo. Una raccolta che spazia dal 1933 al 1981, anno della promozione della squadra corinaldese in prima categoria.

“La presentazione del libro – prosegue Galeotti – coinciderà anche con l’occasione dell’inaugurazione della relativa mostra con oltre sessanta stampe d’epoca, che rimarranno esposte nella sede del Palazzo Municipale. Tali stampe potranno essere acquistate al costo di venti euro ciascuna: il ricavato verrà devoluto alle associazioni “Gesto” e “Rose bianche”.

Altre indicazioni preziose per il contenuto del volume le rivela il giornalista corinaldese Carletto Cristiani. “Il calcio a Corinaldo – narra Cristiani – compare per la prima volta nel 1933, quando per iniziativa del comune e per il grande e personale impegno dell’allora podestà cav. Adriano Sandreani venne realizzato il vecchio Campo Sportivo, in Borgo Garibaldi, vicino alla chiesa di Sant’Anna”.

Galeotti rivolge anche ringraziamenti a determinate persone che lo hanno aiutato in questo lavoro: “Un ringraziamento a Massimo Bellucci, estroverso artista della scrittura e vero poeta. In particolare, mi sento infine di ringraziare Luigi Piermattei (Gègè), che ha messo grande impegno nella realizzazione di quest’opera. Il suo è stato un lavoro capillare, puntuale ed unico”.

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