Primo fine settimana alla scoperta di Ripe
Cuciono riflessi e plasmano luce, coltivano perle e tessono fili magici, battono ferro e racconti antichi, domano acque, ritrovano passi perduti. Hanno nomi da favola: il bottaio della verità, la coltivatrice di perline, l’Archimede dei monumenti, il fabbro della nostalgia… C’è un paese nella campagna marchigiana dove antichi saperi e mestieri artigiani quasi del tutto persi nell’ultima Italia, convivono con la quotidianità dei gesti e con l’economia locale, un paese dove vivono almeno una ventina di personaggi che benissimo starebbero tra le pagine di un libro di fiabe, un paese di botteghe e prodotti tipici
Per questo lo chiamano “il paese dei mestieri”. Tra giugno e luglio ci sarà la possibilità di scoprire Ripe (Marche – AN), passeggiando tra le vie dei mestieri e facendo gustose tappe per apprezzare prodotti tipici tra cui vino, olio, dolci, miele. Il primo week-end di "Passeggiata per le vie dei mestieri" è fissato infatti per sabato 7 e domenica 8 giugno 2008 e prevede una visita guidata alle botteghe artigiane lungo diversi percorsi per il paese, con tappe per degustazioni, fra artigianato, natura, tipicità e folclore marchigiano. I fine settimana successivi per vivere questa suggestiva passeggiata guidata sono il 14 e 15 giugno, il 28 e 29 giugno, il 12 e 13 luglio, il 26 e 27 luglio (INFO: 071.7959019 / 071.7959201 e www.comune.ripe.an.it). L’iniziativa organizzata dal Comune di Ripe in collaborazione con la Pro Loco, prevede diversi percorsi che permettono quindi di incontrare un po’ alla volta tutti i personaggi di questo laborioso borgo dedito all’artigianato, magari tornando week-end dopo week-end, alla scoperta del "paese dei mestieri". Gli artigiani coinvolti in questa iniziativa sono artigiani per tradizione, per storia familiare e per passione, operosi 365 giorni l’anno. Con il loro lavoro, testimoniano la memoria identitaria della comunità, l’anima e la vocazione vissuta del luogo. L’artigianato conserva infatti una forte valenza sociale e la comunità di Ripe, donne, uomini, giovani, anziani, sanno l’importanza di trasmettere valori che parlino dell’uomo come essere dalle potenzialità creative, con la sua capacità lavorativa, il senso di appartenenza alla propria terra. I gesti e gli antichi strumenti di alcuni di loro sono un vero tesoro, una lezione di storia, un racconto. Durante la “Passeggiata” guidata si potranno incontrare il tornitore delle gambe pigre, lo stagnino delle acque docili, la coltivatrice di perline, il calzolaio dei passi perduti, l’orafo della luce, l’architetto delle piccole cose, le ricamatrici del sorriso, la sarta delle bambole, il bottaio delle verità, l’archimede dei monumenti, il ferraio delle buone cotture, la candelaia delle lacrime di luce, la fiorista di carta, la fata del filo magico, il falegname delle tenere radici, il fabbro della nostalgia, il mugnaio della lentezza, l’ortolano delle lune buone, il giocattolaio delle favole, la decoratrice della fantasia, il restauratore della pazienza, la ceramista della terra e del fuoco, la cucitrice di fili luminosi, la stilista dei sospiri colorati (A SEGUIRE LE SCHEDE DEGLI ARTIGIANI). L’artigianato ha forse attratto l’artista Nori De’ Nobili, una delle figure femminili più importanti nel panorama artistico del ‘900, recentemente riconosciuta e valorizzata dalla critica che decise di vivere e operare a Ripe. Molte delle sue opere pittoriche e poetiche sono state raccolte e vengono custodite ora affettuosamente presso il Comune di Ripe. La Passeggiata condurrà i partecipanti attraverso un paese che nonostante l’assenza di documenti cartacei che testimonino con certezza la data dei primi insediamenti e della nascita del castello come residenza feudale, ha avuto e ha ancora a cuore la sua storia. Emblema ne è l’antica ventola segnavento in ferro battuto posta anticamente all’apice della cupola rotondeggiante della vecchia torre civica accanto allo stemma municipale (tre colline sormontate da una stella cometa), che reca la data del 1141 e l’immagine del santo patrono di Ripe (S. Pellegrino). Un attraversamento tra storia e leggende come quella di un fantomatico esercito (o della fittissima nebbia, a seconda della versione) che riuscì a far indietreggiare truppe francesi. Info www.comune.ripe.an.it
SCHEDE: Gli artigiani di Ripe (Marche – AN)
Il tornitore delle gambe pigre
Si può camminare al passo con i tempi anche nel tornire gambe tondeggianti che non temono la pigrizia e che sanno aspettare, ben ferme sui loro piedi, il momento migliore per uscire all’aperto, nei prati appena fuori casa, a godersi con calma il solletico dell’erba giovane e le carezze del tiepido scirocco. Uno spettacolo di belle gambe per tutti!
(E’ falegname di professione, fa principalmente lavori su misura).
Lo stagnino delle acque docili
Ampia e riposante è la campagna dove le acque, dai percorsi sinuosi e placidi, vengono condotte, docili, a servire l’uomo che le conosce. Sono tracce di una natura mai dimenticata che scorre continuamente nelle vene come linfa vitale. L’acqua rimane, da sempre, parte integrante del territorio che la comprende e le chiede dolce ristoro.
(E’ il classico stagnino di vecchio stampo, oggi in pensione, aiuta i figli che hanno una piccola azienda nel settore della lattoneria).
Il calzolaio dei passi perduti
È facile perdersi negli spazi stretti della bottega da ciabattino, ingombra di arnesi e gesti che, a poco a poco, sembrano diventare inutili. Di pari passo il coraggio, forse un po’ temerario e caparbio, tipico della gente abituata a lottare contro le avversità, resiste nell’impegno instancabile di chi non si vuole né fermare né tanto meno perdere.
(E’ il calzolaio di una volta che costruiva e riparava le scarpe per tutto il paese. Dispone di una vecchia bottega con attrezzatura che però oggi quasi mai viene usata. È in pensione e aiuta il figlio nella gestione di un negozio per la vendita di calzature).
L’orafo della luce
La sorpresa, prodotta con la luce dell’oro, fa risaltare ornamenti preziosi, ricercati con battute garbate e decise e controllate dalle mani precise dell’esperienza. Gioielli di gioia e di soddisfazione, illuminati dall’entusiasmo fantasioso della gioventù e realizzati con la convinzione di poter aggiungere un riflesso luminoso in più, alla bellezza innata.
(E’ artigiano e produce oggetti in metalli preziosi anche personalizzati. Gestisce con la famiglia un piccolo negozio di orafo).
L’architetto delle piccole cose
Sicuramente vale la pena di soffermarsi un po’ ad ammirare le costruzioni di Ripe, il piccolo borgo che cresce sulle balze collinari e nella valle fino a Senigallia. Nelle architetture si scoprirà il valore delle piccole cose, che non sono piccolezze, ma piuttosto indicazioni chiare di un rapporto costruttivo e durevole tra l’uomo e l’ambiente in cui vive. E non è poco!
(Ha sempre fatto il contadino, coltivando la passione per la riproduzione di oggetti, monumenti, riproducendoli in miniatura prendendo anche spunto da una semplice fotografia. E’ in pensione).
Il bottaio delle verità
Un colpo al cerchio e uno alla botte permettono di verificare la reale solidità del recipiente, prima di affidargli il prezioso contenuto di allegria e di buongusto per i mesi che verranno. Dal legno robusto e stagionato, il vino riceverà gli aromi, profumati di verità, che renderanno sagge e giuste le parole di chi lo vorrà gustare, davvero.
(E’ il vecchio falegname di una volta ora in pensione, lavora il legno con attrezzatura di una volta. Il suo lavoro consisteva, e lo fa tuttora, nel costruire botti e contenitori in legno per il vino).
L’archimede dei monumenti
Calcola scrupolosamente le proporzioni per mantenere intatte le corrispondenze arcane. Determina le armonie e gli equilibri originali del monumento in volumi comprensibili ad un’osservazione ravvicinata, così che sia possibile cogliere, a colpo d’occhio, le lezioni e i messaggi storici, trasmessi dalle pietre, nei secoli incessanti.
(E’ in pensione e coltiva il suo hobby di riprodurre in maniera esemplare monumenti e vecchi edifici in miniatura. Lavora presso la sua abitazione).
Il ferraio delle buone cotture
Già con l’acquolina in bocca, pregusta le buone cotture che usciranno dal capace forno, costruito piegando con forza il ferro. Le antiche ricette, sempre nuove per chi le assapora, vi troveranno il giusto calore necessario, dopo l’impasto morbido, ricevuto dalle mani sicure che le hanno affettuosamente preparate.
(Ha sempre fatto il fabbro, ora essendo in pensione aiuta i figli nella gestione di una piccola azienda che costruisce forni a legna).
La candelaia delle lacrime di luce
Tenere candele, diverse per maniere e dimensioni, liberano la luce, poco prima imprigionata nella cera, e si sciogliono di struggente commozione in lacrime luminose. Sono emozioni trasparenti e spontanee, in attesa di una risposta sospirata per spegnere la tristezza ed accendere la speranza come la fiamma di una candela.
(E’ una casalinga che con il marito, veterinario, alleva api dalle quali ricava la cera per costruire oggetti di ogni tipo).
La fiorista di carta
Nelle accurate piegature della carta, fa rifiorire la delicatezza dei sentimenti mentre l’abilità delle mani femminili, compagne da sempre nella fatica dei mestieri, trasformano i fogli in foglie e in petali fragili e raffinati. Caraffe di fiori trasfigurano, dentro e fuori, anche umili davanzali, con insolite e perenni espressioni di esuberanza vitale.
(Il suo lavoro principale è l’agricoltore, costruisce ormai da tempo fiori in carta presso la sua abitazione).
La fata del filo magico
Il filo solido della vita si snoda e si avvolge, nella magìa di diventare grande, di coprire lo spazio, di sapersi unico. Mani di fata riescono a convertire un insignificante gomitolo di filato in un reticolo indissolubile di legami, con rapidi cambiamenti di direzione, accompagnati con abilità e precisione, senza un attimo di indecisione. Un filo magico che realizza l’immaginato.
(Lavora come bidella presso un istituto ma dedica il suo tempo libero a lavori con l’uncinetto).
Il falegname delle tenere radici
Colpisce la precisione del gesto deciso sul legno dal quale nasceranno le cose da tempo desiderate e ricercate. Ci aiuta così a ritrovare le tenere radici che nutrono, dalla profondità dell’essere, le speranze e i sogni più antichi mai abbandonati, solo riposti in un cassetto riservato, in attesa di tempi propizi che verranno presto.
(E’ artigiano, gestisce insieme ai figli una piccola bottega artigianale. Fa veramente lavori di qualità, scolpisce il legno utilizzando attrezzi manuali caratteristici in maniera magistrale).
Il fabbro della nostalgia
L’incudine risuona sotto i colpi vigorosi del martello, che batte ritmicamente sul metallo rovente, forgiando il carattere del ferro e nobilitandolo in un’effige nostalgica. Lo prepara per girare incessantemente al vento, affermandone la direzione, o per essere pacifico ornamento di cancelli e ringhiere. Nostalgia sonora.
(E’ il fabbro per eccellenza, unico nel suo genere, lavora ancora forgiando il ferro in maniera manuale con la forgia e il martello. E’ artigiano e lavora aiutato dal figlio. Ha recentemente restaurato la vecchia bottega dove ha imparato il mestiere con attrezzatura unica).
Il mugnaio della lentezza
Dall’oro del grano maturo al candore della farina che diventerà pane fragrante: sono le trasformazioni lente e inevitabili alle quali l’uomo mette mano ogni giorno, dando valore alla vita quotidiana con il suo lavoro nutriente. Il mulino del tempo macina e setaccia ogni giorno, attraverso le prove riproposte ad ognuno e con la lentezza della farina in una clessidra.
(E’ in pensione ma il vecchio mulino dove lavorava è ancora in funzione).
L’ortolano delle lune buone
Nel terreno fertile delle nuove generazioni crescono le piante della nostra cultura più radicata ed autentica, accudite con mani premurose che, anche quando sono sporche di terra, sanno rispettare e seguire i ritmi della natura. Le fasi alterne della luna sono sempre buone per chi si dedica a coltivare l’orto con lo stesso affetto appassionato con cui si educa un figlio.
(E’ artigiano ed esercita la professione dell’ortolano proponendo verdura di qualità).
Il giocattolaio delle favole
Ci si mette in gioco volentieri, quando la realtà ripercorre i passaggi interiori che l’infanzia ricorda con gioia. Ci si ricrea l’animo quando i giocattoli dimenticati ritornano a giocare con il mio io-bambino, spensierato e divertente burattino, cambiato in uomo dall’esperienza, ma in fondo rimasto dentro alla fiaba per realizzare magicamente tutti i suoi desideri.
(E’ artigiano, esercita la professione di falegname in una piccola bottega con l’hobby di costruire giocattoli in legno che usavano i bambini molti anni fa)
La decoratrice della fantasia
Il decoro richiede sempre applicazione e impegno, per non rischiare di confondere la dignità dell’invenzione con l’approssimazione capricciosa e bizzarra. L’immaginazione che riesce ad essere concretizzata in graziosi abbellimenti, merita seria considerazione proprio perché trasferisce la leggerezza dell’aria su materiali poveri, senza vergognarsi di volare alto sulle ali della fantasia.
(E’ artigiano, esercita la sua professione presso la sua abitazione proponendo oggetti in decoupage).
Il restauratore della pazienza
Restituire l’aspetto iniziale agli oggetti, usurati dall’abitudine e dai gesti ricevuti durante la loro presenza nelle nostre case, è l’obiettivo di chi possiede una tenace forza d’animo. Ristabilire, nella materia deteriorata, i motivi di una seconda proposta, è frutto sicuramente di una pazienza mansueta e inusuale, che conosce i segreti di molti mestieri e li rinnova.
(Ha lavorato molti anni come falegname, ora in pensione restaura vecchi mobili).
La ceramista della terra e del fuoco
Finché la terra e il fuoco sono estranei, la materia resta incerta. La delicatezza armoniosa della morbida argilla diventa invece solida e stabile, quando incontra il calore del fuoco mentre le mani, che modellano ad arte, fanno emergere lo stupore dell’argento inciso e traforato, come un pensiero che diventa concreto quando viene scritto.
(E’ artigiano, esercita la sua professione presso Villa Porcozzone oggi denominata Città della luce. I laboratori sono visitabili con dimostrazioni pratiche di lavorazioni al tornio).
La cucitrice di fili luminosi
Il tessuto, prezioso o naturale, offre l’occasione per dare una forma splendida all’idea più ingenua come alla più ambiziosa. L’abilità si cuce con la fantasia e l’ago unisce la realtà all’immaginazione con fili luminosi di sguardi compiaciuti. L’armonia del cucito, tradizione antica ed espressione di creatività, recupera i più elevati concetti del lavoro artigianale.
(E’ artigiano, esercita la sua professione presso Villa Porcozzone oggi denominata Città della luce. I laboratori sono visitabili con dimostrazioni pratiche di lavorazioni a mano e con macchina).
La coltivatrice di perline
Una coltivazione semplice ed umile, segue imperturbabile i mutamenti delle stagioni. Piccolissime perle colorate vengono infilate ad arte, come un giorno dietro l’altro, per far crescere un’idea forte, unendo insieme tante, moltissime, minime sensazioni, che diventano la complessa scultura di un sentimento, nato naturale e cresciuto grandioso ed eterno.
(E’ una signora che lavora principalmente in campagna con il marito, i suoi lavori con le perline li esegue in casa principalmente come hobby).
Le ricamatrici del sorriso
Dita gentili hanno imparato presto a procedere, con pazienza e sensibilità infinite, tra i fili dei sorrisi e dei colori, facendo risaltare il bianco immacolato sotto l’immagine ricamata. Un punto dietro l’altro, le abili mani della ricamatrice continuano a ritrovare i disegni, nascosti nel tessuto ignaro, e ne sottolineano la delicatezza, con il sorriso negli occhi.
(Provengono dalla vecchia scuola di ricamo di Ripe, sono tutte in pensione ed esercitano l’hobby del ricamo presso le loro abitazioni).
La sarta delle bambole
Le tradizionali bambole, adorne di graziosi abiti nuovi, confezionati su misura con la competenza professionale di un grande atelier, ritrovano i giochi sereni della fanciullezza mentre la precisione minuta della sarta riconsegna loro la freschezza semplice e delicata di un tempo passato, ora presente. Bambole per giocare, per ricordare, per sognare, per crescere.
(Ha sempre fatto la sarta, attività che esercita tuttora con la grande passione di vestire bambole di tutti i tipi. Lavora presso la sua abitazione e dispone di due stanze dove espone le sue bambole).
La stilista dei sospiri
Con pazienti sospiri, unisce minute perline colorate regalando una nuova e affascinante identità alle cose più semplici. Veste e riveste gli oggetti seguendo la precisione di un filo logico e mentale che non si spezza mai, fino a comporre, in un minuzioso mosaico, l’immagine sognata, ricercata e voluta. Un modo di far diventare più belle le quotidianità che ci circondano.
(E’ casalinga con l’hobby di decorare oggetti utilizzando perline colorate).
ho scoperto questo incantevole borgo tramite un servizio in TV. Piacevolmente sorpresa e attratta da tutto ci? che ha una storia vorrei avere informazioni circa i prossimi eventi 2009 che animeranno la citt? degli antichi mestieri a Ripe.
Cordiali saluti
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