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“Grazie a quei senigalliesi che rispettano le libertà altrui contro le tentazioni da invasori”

"Una vittoria schiacciante di buonsenso e rispetto degli altri"

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la Rocca di Senigallia

Sentiamo di dover pubblicamente ringraziare la maggioranza di quei senigalliesi che hanno deciso di andare a votare al referendum di domenica contro la proposta di fusione per incorporazione del libero e autonomo Comune di Morro d’Alba, che certi “invasori per vocazione” avrebbero voluto sottomettere e piegare a loro misera frazione periferica.

Siamo infatti da sempre vicini all’autonomia morrese, temendo per noi la medesima sorte che gli invasori del PD avrebbero voluto riservare loro, come andiamo dicendo ormai da molti mesi. Con ampia maggioranza, anche i senigalliesi hanno infatti detto NO al progetto che solo una arroganza e supponenza senza limiti poteva partorire e sostenere.

Contro ogni previsione, invece, la parte più sana e meno ideologizzata di Senigallia ha espresso un giudizio negativo sul progetto di invasione sostenuto da una politica sinistra, ancora attardata su modelli ideologici da internazionalismo postbolscevico che predicava la sovranità limitata per i Paesi satelliti, scambiando per democrazia popolare il centralismo democratico che niente ha a che vedere con la libertà, l’autonomia e la giustizia civile e sociale cui noi aspiriamo.

Non ci speravamo in questo risultato, eppure è successo: evidentemente i senigalliesi sono molto migliori dei loro amministratori, che insistentemente, tenacemente, testardamente volevano andare alla conquista della loro “grandeur”, annettendo territori e popolazioni. E’ vero che solo una percentuale molto modesta del corpo elettorale senigalliese è andata a votare: a Senigallia ha votato solamente il 16,19% dei cittadini (6.189, di cui 3.176 uomini e 3.013 donne); ma di questi ben il 60,53% ha votato contro la fusione (3.722 voti) e solo il 39,47% a favore (2.427 voti).

Una vittoria schiacciante di buonsenso e rispetto dei diritti degli altri e, contemporaneamente, una impareggiabile, sonora lezione per i promotori del referendum: il sindaco Mangialardi sostenuto dal PD. C’è quindi una chiara responsabilità in quello che è successo, se nemmeno i tradizionali elettori di sinistra sono andati a votare, evidentemente consci dell’errore politico e istituzionale che si stava perpetrando. E’ chiaro che, dopo questo voto che distrugge la credibilità politica del sindaco e del PD, non rimane che prendere atto della batosta e togliere l’incomodo: il Comune di Senigallia non può continuare ad essere guidato da questo sindaco e da questo partito PD. Non siamo noi a dover dire di rinunciare al mandato che loro stessi hanno così infelicemente compromesso, anche se vorremmo tanto farlo.

Dovranno essere i senigalliesi e le altre forze politiche della città a pretenderlo, se Mangialardi e gli altri del PD non lo facessero spontaneamente, doverosamente e immediatamente. Noi comunque chiediamo a Mangialardi di rinunciare alla guida dell’ANCI Marche: non può continuare a guidare l’associazione dei Comuni marchigiani chi ha perso ogni apparenza di imparzialità e, anziché difendere tutti, “tutti” i Comuni associati che sono in prevalenza piccoli Comuni, si è schierato contro l’autonomia delle piccole realtà periferiche, che hanno invece diritto a pari dignità e libertà quanto i Comuni che sono “grandi” solo se non sono “grossi”. Se ne vada. Non può più rimanere a fare il Presidente ormai.

O se ne andranno i piccoli Comuni dall’ANCI, per confluire nell’alternativa ANPCI, come chiederemo intanto di fare al nostro Comune, sebbene con nessuna speranza di immediato accoglimento della nostra (nostra si fa ovviamente tanto per dire) amministrazione PD che purtroppo abbiamo, fino a quando non saremo riusciti, con le prossime elezioni comunali, ad estromettere dalla guida locale chi si appoggia a un partito antiautonomistico come questo PD. Intanto però diciamo grazie a quei senigalliesi che rispettano le libertà altrui contro le tentazioni da invasori.

da Montenovonostro

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