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La corinaldese Alessia Porfiri al Duomo di Arezzo

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Duomo ArezzoDa Sabato 7 Dicembre 2006 l’Arte marchigiana, in una delle sue più pure espressioni, è presente nella Cattedrale dei Santi Pietro e Donato di Arezzo.
Alessia Porfiri nata a Corinaldo e Rachele Biaggi nata a Roma, ideatrici e titolari di “Fabricartium”, laboratorio di artigianato artistico a Macerata, laureate “cum laude” all’Accademia di Belle Arti di Macerata, chiamate lo scorso anno dalla C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) a realizzare una croce pettorale in argento per i Vescovi di nuova nomina, e che hanno appena concluso il corso annuale promosso dall’Università di Bologna, facoltà di Conservazione Beni Culturali di Ravenna “Alta formazione di Arte, Architettura e Liturgia: progetto degli edifici sacri”, sono state invitate ad impreziosire con una scultura il nuovo organo liturgico realizzato dalla famiglia organaria Pinchi di Foligno per il Duomo di Arezzo, inaugurato lo scorso 7 Dicembre 2006 con un magnifico concerto della celebre Jennifer Bates, che ha eseguito un programma di altissima qualità.

La famiglia Pinchi, già presente nel territorio nazionale ed internazionale, qui in Italia ha progettato e realizzato anche gli organi per le chiese di San Giovanni Rotondo e di Santa Maria della Neve di Senigallia, si è avvicinata a questo progetto con l’intento di dare la “propria anima” allo strumento che si sarebbe andato a costruire.
Scrive Andrea Pinchi in tal senso: “Quando mi fu chiesto di disegnare la veste dell’organo del Duomo di Arezzo avevo già in testa la fusione tra l’arte di Alessia e Rachele, la mia matita e l’anima musicale di mio padre Guido e mio fratello Claudio. Tante volte ci siamo trovati ad esprimere e confrontare le nostre idee nel desiderio di metterle in campo e quest’oggi è finalmente realtà: una scultura sonora per la gloria di Dio. Per il Duomo di Arezzo ho visto subito un inserimento verticale della santa croce e la sua trasformazione in albero della vita, da legno morto a legno vivo, un messaggio di speranza, Dio che non ci abbandona mai”.
E’ con queste premesse, e con coraggiosa sfida, che Alessia Porfiri e Rachele Biaggi entrano fattivamente nella realizzazione “corale” dell’opera.
La novità dell’opera di Arezzo sta, come spiegano le due artiste nell’opuscolo redatto appositamente dall’Opera del Duomo per l’inaugurazione dell’evento, nell’aver tentato, dopo secoli, l’inserimento di un’opera d’arte in un organo, che è strumento liturgico per eccellenza.
La scultura in bronzo ed oro, inserita nella croce al centro dell’organo, rappresenta l’Albero della Vita che vincente esplode dal glorioso disfacimento della Croce alla vittoria della Resurrezione, annunciata dai neumi iniziali dell’”Exultet”, l’inno gioioso della liturgia pasquale, incisi su lastre d’oro poste “come pietre” alla base della scultura. Sovrasta la croce di Cristo un elemento che ricorda il segno convenzionale della notazione musicale medievale, ossia il pes, posto sopra il tutto, “come ultima nota per indicare ed essere il segno della condizione nuova alla quale la resurrezione conduce”. Lo stendardo, nella sua totale lettura, rimanda ad un’azione che è quella del passaggio avvenuto, dove le abrasioni nella terza lastra al centro evocano le tracce dell’opera del Signore nell’affanno quotidiano in cui si dibatte e combatte l’uomo. Il Suo passaggio non si arresta ma, ascendendo al Padre, attira e trasfigura tutte le cose, fino al pes, e quindi fino a Dio.
Un’opera contemporanea, dunque, dove l’avvenimento già accaduto viene riproposto con segni tangibili in un’esperienza presente ora e continuamente “in fieri”.
Questa Amministrazione comunale esprime il proprio apprezzamento per la brillante affermazione della concittadina Alessia Porfiri.

dal Comune di Corinaldo
www.comune.corinaldo.an.it

Redazione Valmisa
Pubblicato Lunedì 5 marzo, 2007 
alle ore 15:59
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