Arcevia: La popolazione invecchia
Ogni 100 abitanti 6 sono stranieri. Ad Arcevia i residenti di nazionalità diversa da quella italiana sono 309 su un totale di 5.225 abitanti censiti al trentuno dicembre dell’anno scorso. La “colonia” più consistente è quella dei macedoni (65) seguita dai tedeschi (47). Poi bosniaci (25), rumeni (22) e marocchini (20). Ma Arcevia è una specie di fucina multietnica dove sono rappresentati esponenti di ben trentacinque diversi Paesi di tutti i continenti.
Sono prevalentemente giovani con meno di quarant’anni, lavorano nelle fabbriche o nei cantieri come operai. Vivono le nostre case come badanti dei nostri anziani e malati. Ma alcuni sono anche imprenditori, titolari di imprese edili, commercianti. E poi ci sono gli stranieri, soprattutto tedeschi e olandesi, che magari sono in pensione o che hanno scelto Arcevia per trascorrervi lunghi periodi di vacanza, conquistati da un territorio incontaminato e da un’ospitalità di cui si sono innamorati.
“E’ grazie a questi nuovi residenti di cui 107 stabilitisi ad Arcevia nel 2006 se” commenta il Sindaco Silvio Purgatori “vengono frenati lo spopolamento e l’invecchiamento tra gli arceviesi. Anche quest’anno ci sono stati 84 arceviesi deceduti contro 34 nascite. Nel nostro Comune, ormai dal 1991, si registra una riduzione delle fasce giovanili e di quella in età da lavoro mentre aumenta la fascia di popolazione anziana. Attualmente solo il 45 per cento degli arceviesi è in attività mentre il 43 per cento è in pensione e gli altri sono casalinghe o studenti. Tutto questo ha conseguenze anche sulla struttura socioeconomica del nostro territorio. Una questione che l’Amministrazione ha individuato come prioritaria in che modo? Stiamo lavorando su un progetto di grande respiro come quello del riequilibrio territoriale tra costa e montagna e tra aree urbane ed aree rurali. E’ giunto il momento di rivedere questo modello di sviluppo che ha portato al progressivo impoverimento e spoliazione dell’entroterra in una regione, le Marche, che si sono sviluppate “a pettine” ed hanno saputo mantenere presenze importanti nelle aree interne soltanto grazie agli insediamenti diffusi di piccole e medie imprese ed al conseguente radicamento sociale e territoriale che ne è derivato in materia di servizi ai cittadini. Le politiche in discussione dovranno tendere a riprodurre nel territorio tutte le condizioni per una maggiore vivibilità, servizi, scuole (scuole capaci di formare adeguatamente i giovani, portando sul territorio corsi universitari e istituti secondari superiori, imprese in grado di svilupparsi ed occupare le professionalità locali), trasporti, viabilità. Il tutto dentro una logica di conservazione e valorizzazione del territorio nei suoi diversi aspetti: natura, cultura, benessere, enogastronomia e produzioni agroalimentari di qualità (tra le quali merita una citazione particolare l’esperienza del mays ad otto file di Roccacontrada). In questi anni siamo andati alla riscoperta e alla valorizzazione dei beni culturali e monumentali. La filosofia che ha guidato fin qui le nostre iniziative è stata quella di “fare sistema territoriale”, mettendo insieme energie e competenze degli enti locali, della Comunità montana e delle altre organizzazioni pubbliche e private. La nostra piu’ grande priorità, è quella della creazione di opportunità occupazionali per trattenere ad Arcevia i nostri figli.”
dal Comune di Arcevia
www.arceviaweb.it
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