Trecastelli: borghi emarginati, fusione fallita?
Pochi giorni fa un fulmine ha colpito la torre del palazzo comunale di Ripe, dal 2013 municipio di Trecastelli; rottura dell’orologio e lievi danni ai merli, che hanno subito una scheggiatura. Le lancette ferme possono essere viste come metafora di una amministrazione che non sta cogliendo la preziosa occasione della fusione, una comunità che sembra essersi fermata, dove anche la riparazione di qualche buca nelle strade facendo debiti la si vuol far passare come chissà quale impresa meritoria, quasi eroica.
Il campanile del municipio è simbolo di quel potere civile che a partire dalla fine del medioevo ha caratterizzato il profilo di paesi e città italiane. A Ripe, in ritardo sugli altri paesi, già alla fine del Cinquecento c’era la volontà di costruire una torre con l’orologio, dopo molte discussioni e tasse, nel 1620 la torre ha il suo orologio, ma quasi subito si susseguono rotture e necessità di aggiustamenti.
Epoche diverse, sorprendenti analogie: fondi che sarebbero quasi dovuti piovere dal cielo dopo la recente fusione, invece ci siamo dovuti accontentare di tante vere piogge che hanno danneggiato le strade e di una in particolare che ha danneggiato la torre e rotto, per l’ennesima volta, il suo orologio. Il campanile, in un lontano passato, aveva connotati simbolici inseriti nel complesso gioco dei poteri del nostro lungo medioevo, di una modernità che nella nostra zona ha tardato molto ad arrivare, col suo preciso computo del tempo.
Oggi il campanile può diventare sia il simulacro di un piccolo paese chiuso in se stesso, sia l’emblema di un modo di vivere a misura d’uomo, lontano dallo stress delle grandi città. L’Italia dei mille campanili, ognuno con le sue tradizioni, con quel senso di appartenenza ai luoghi foriero di una positiva qualità della vita di molti piccoli centri.
Il campanilismo, quel ripiegamento su se stessi che i piccoli centri praticano, ignorando le possibilità che scaturiscono dalla collaborazione è un rischio sempre presente.
La fusione, che avrebbe dovuto superare il campanilismo, rischia invece di realizzarlo in forma potenziata, al prezzo proprio della svalutazione dei suoi borghi, dei tanti piccoli ma preziosi luoghi che continuano a costituire Trecastelli.
Brugnetto, con la sua chiesa e il suo bel campanile, che in un lontano passato è stata spostata un po’ più in alto per proteggerla dalle acque del fiume.
Passo Ripe, anch’essa con la sua chiesa originalissima e il suo campanile “storto”, con una ricca storia di lavoro, dalla Fornace Allegrezza, raro esempio di archeologia industriale del nostro territorio, in totale abbandono, fino a recenti storie di industrializzazione grazie alla MBM, che hanno i connotati di un’Italia degli anni sessanta che si risveglia e riscopre il piacere di immaginare un futuro diverso.
Castel Colonna, con le terre di Frattula e il suo territorio “dove non fu mai medioevo”, con il suo campanile quattrocentesco e con la bellissima leggenda legata a Vittoria Colonna.
Monterado con il suo castello e le tante storie che ancora oggi racconta impresse sui suoi mattoni.
Ponte Rio abitato già ai tempi del neolitico e il suo legame indissolubile con il fiume Cesano.
L’attuale amministrazione ha abbandonato questi borghi come se questi non servissero più. Quei municipi definitivamente chiusi, sostituiti da un centro giovanile senza giovani al suo interno e da un ufficio servizi sociali dove impiegati si passano le carte, lavorano al computer, attività forse necessarie, ma probabilmente lontano dai problemi veri della gente, col rischio di una visione squisitamente burocratica dei servizi sociali o culturali.
E il direttore del Museo Nori de’ Nobili, intento ad inseguire collaborazioni in giro per il mondo, ignora la ricchezza di questo territorio.
L’idea di fusione non è sbagliata in partenza, Ripe Catelcolonna e Monterado per secoli sono stati uniti, ma l’antico magistrato di Tomba andava a giorni alterni in tutti e tre i castelli e ogni comunità ha continuato a vivere.
Oggi i municipi sono stati azzerati in nome di un nuovo campanilismo che vede in Ripe il centro di un comune che, nonostante tutto, resta piccolo, ma si atteggia a grande città con quella punta di arroganza che vorrebbe compensare la mancanza di vero peso politico. Quale economia di scala si realizza con un comune di 7.000 abitanti circa, invece di uno con 4.500 circa?
Questo breve video amatoriale, fatto con passione un paio di anni fa, vuole essere un omaggio alla terra a cui sono legata. https://www.youtube.com/watch?v=a2dmNJSm7Eo
da Elena Morbidelli
Lista civica Trecastelli ai cittadini
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