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Vivi Corinaldo, proposte per l’edilizia scolastica

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Vivi CorinaldoIn merito alla seria ed irrimandabile questione della nuova scuola dell’infanzia, da una Giunta in cui sono presenti due amministratori di provata esperienza su cinque, ci saremmo aspettati un atteggiamento più razionale, più pragmatico rispetto alla normalità a cui siamo stati abituati negli ultimi tre anni di gestione del quotidiano, del “tirare a campare”. E invece nulla di nuovo, anzi si intravede un certo pervicace impegno a complicare le cose, e a questo punto è difficile dire se frutto di volontà o di ignoranza.



Da sempre, nei pochi anni di amministrazione una parte della sinistra locale, ispirata dall’attuale assessore Franceschetti, sull’edilizia scolastica ha avuto un unico obiettivo ed una sola idea: accentrare, sotto la bandiera del risparmio economico, smantellando ciò che di buono esisteva sul territorio, realizzando delle strutture al limite della decorosità, commissionando progetti di ogni genere fra cui rimane famoso nella cronaca locale quello del “bambinodotto”, modo popolare per definire un’autentica chicca edilizia che avrebbe dovuto collegare l’attuale scuola media e la costruenda scuola elementare.

Vicende passate, che hanno appesantito le casse comunali per il pagamento delle parcelle di questi surreali, irrealizzabili ed irrealizzati progetti. Sfortunatamente per noi qualche scuola di campagna è stata chiusa come peraltro anche quella gloriosa del centro storico presso il complesso degli Agostiniani, oggi morente albergo comunale, che invero poteva essere recuperata come poteva essere ancora baricentrica ed utile alla vitalità del centro storico stesso. Invece si è preferito, dopo i suddetti progetti, realizzare in fretta e furia una nuova scuola in un nuovo sito, quella che è nata già vecchia e già bisognosa di manutenzione, quella che doveva essere ed è stata realizzata per scuola media ed invece in una notte è stata riconvertita a scuola primaria, quella che ci si era dimenticati di realizzare l’ingresso ed i relativi parcheggi, quella che in dieci anni ha subito tanti interventi di manutenzione straordinaria di gran lunga superiori al suo valore totale e ancora se ne continua a fare. E’ di questi giorni l’ulteriore rifacimento dell’impianto di riscaldamento per altri 100.000,00 euro.

Per dovere di cronaca durante il mandato amministrativo del sindaco Scattolini nel 2009 è stata chiusa per questioni di sicurezza strutturale la scuola dell’infanzia di Madonna del Piano, una decisione inevitabile che ci ha diviso politicamente sulle scelte future relative a questa scuola. Ma era una scuola ad una sezione e una soluzione provvisoria è stata trovata ospitando temporaneamente la sezione presso il plesso scolastico del “Tiro a Segno”.
Purtroppo questi signori, quelli convinti che l’accorpamento e l’accentramento dei servizi sia la soluzione migliore e la più economicamente vantaggiosa, hanno fatto proseliti ed hanno ancora, nonostante tutto, numerosi sostenitori e quindi dobbiamo chiederci quale sarà il futuro per le scuole dell’infanzia? Quale risparmio economico si potrà mai ottenere che non sia una rimessa sulle spalle dei nostri figli?
 
Abbiamo un sindaco che da consigliere comunale di opposizione, in distinguo dal suo gruppo, ha fornito tutto il suo appoggio votando la proposta di ristrutturazione e ampliamento della scuola del “Tiro a Segno” così come ha da subito sostenuto la proposta della costituzione della sezione montessoriana, oggi a distanza di pochi mesi è tra gli attori principali della chiusura della stessa struttura… un Assessore, la Fabri, che si è schierata in prima persona contro la chiusura della scuola di Madonna del Piano e che quando è stata messa in vendita non ha battuto ciglio… La coerenza è merce rara di questi tempi.
E’ nostra intenzione iniziare da qui a condividere tutte le perplessità su questa proposta e continueremo a discuterne nei prossimi mesi a venire negli incontri che organizzeremo per presentare le nostre proposte sull’edilizia scolastica.

Hanno deciso d’imperio di non realizzare la nuova sede dell’“Andrea Veronica”, che ne avrebbe avuto necessità e bisogno, era già presente nel 2012 nel nostro programma di amministrazione, ma una nuova scuola unica con una capienza di 180 posti! Chiuderà definitivamente anche il “Tiro a Segno” che è una struttura il cui ampliamento è stato realizzato di recente e la parte esistente ha goduto di un intervento di miglioramento sismico. Così il cerchio si chiude per sempre. E vissero felici, soddisfatti e … . No per niente affatto! Verrebbe da ridere per non piangere. Quale convenienza abbia la città di Corinaldo ed i corinaldesi in tutta questa operazione di edilizia scolastica è proprio difficile da comprendere.
Assisteremo come da consuetudine ad una miriade di presentazioni, di micromodifiche al progetto esecutivo, per significare che la democrazia e la condivisione hanno un prezzo, ad una serie di convegni, ad una parata di grandi nomi, politici e tecnici, che avranno il compito di farci digerire questa grossa e indigesta “pillola”.

Nel merito della questione, la dimensione della scuola dell’infanzia non è un elemento secondario. La scuola unica o meglio un plesso unico non può prescindere, proprio perché nuovo, da quelle che sono le esigenze di un bambino di età fra i 3 e i 6 anni (i più piccoli sono alti meno di 1 metro!), anzi un nuovo progetto è l’occasione che si presenta ogni tanti anni ad una comunità per scegliere dove far crescere i propri figli e dar loro gli strumenti migliori per ottenere il massimo risultato. Questo è il punto di partenza: l’età del bambino e l’accoglienza dello spazio in cui si trova a vivere e crescere ogni giorno. Sedersi in un refettorio o correre in un giardino con altri 180 bambini o con 90 coetanei non crediamo sia la stessa cosa. La libertà di movimento, l’acquisizione dell’indipendenza, sono elementi essenziali in questa fase della crescita del bambino e trovarsi a tre anni in una struttura di queste dimensioni crediamo fermamente sia un elemento ostativo alla crescita. Guardiamoci intorno. Le scuole materne di città più grandi della nostra non superano comunque il numero di 110, 120 bambini proprio perché si tiene conto del fattore ambientale legato alla funzionalità e accoglienza della struttura. Non stiamo per realizzare una scuola dell’infanzia “di città” e moderna, come qualcuno vuole farci credere, stiamo semplicemente realizzando una SCATOLA dell’infanzia di grandi dimensioni, troppo grande per quelle che sono sue le finalità educative. Ci sarà pure un motivo perché nelle grandi città si sceglie, a ragion veduta, di non accorpare più scuole dell’infanzia ma di mantenere aperte più strutture di dimensioni medie?
 
I primi dati che ci sono stati “illustrati” a voce, in una Commissione consiliare alquanto singolare, sono da “brividi”: 3.000.000,00 di euro, 6 sezioni, 180 alunni, una mensa con capienza da 380 posti, una cucina con una capacità di erogazione pasti da 580 unità, fondazioni per un costo di circa il 30/40% del totale dell’investimento (sopra il milione di euro) e soprattutto l’immancabile e intramontabile “bambinodotto”, rivisto in chiave moderna, si pensa ad un ascensore che sarà il collegamento tra l’attuale scuola elementare e la nuova struttura per superare un dislivello di 9 metri, il cui costo ancora non è stato quantificato… ma per questi signori mettere in programma una “gita” al nostro Ufficio Anagrafe per rendersi conto di quanti sono e saranno i nuovi “clienti” delle strutture scolastiche sarà chiedere troppo? Così si renderebbero conto che i numeri su cui si deve ragionare sono molti ma molti meno dei previsti e così anche le sezioni sarebbero 5 più che sufficienti.

Continuiamo a sostenere la proposta della nuova sede della scuola dell’infanzia “Andrea Veronica” che accolga al meglio i nostri bambini, che sia dimensionata su quelli che sono gli attuali alunni che frequentano questa scuola. E qualora, anche se non se ne coglie né l’esigenza né la ratio, si scegliesse di chiudere la struttura del “Tiro a Segno”, che venga realizzata una nuova scuola che tenga conto delle dimensioni a favore dello sviluppo cognitivo dei bambini: che si realizzino due strutture speculari atte ad accogliere ognuna 90 bambini, due refettori e spazi in giardino separati. Per fare un esempio concreto, per comprendere appieno l’errore che si vuole commettere creando spazi comuni per un numero di bambini pari a 180, si invitano gli amministratori tutti a recarsi nella nostra scuola secondaria di primo livello (scuole medie G. degli Sforza) all’ora di ricreazione. Aggiungete gli “anticipatari” e immaginate che quei ragazzi adolescenti abbiano invece tra i tre e i sei anni: non vi pare una cattiveria costringere i futuri piccoli corinaldesi in quella confusione? Con quale difficoltà organizzativa si troverebbero a vivere i giovani alunni e gli insegnanti ogni giorno?

Il Comune non dovrebbe sacrificare tutto per l’economicità a tutti i costi, ma erogare servizi validi ed efficienti ai propri cittadini. CERCHIAMO DI FARE UNO SFORZO PER MANTENERE QUELLA CHE È DA SEMPRE UNA RICCHEZZA DEL NOSTRO PAESE, LA PLURALITÀ DI SCELTA PER UNA SCUOLA A MISURA DI BAMBINO.

da Gruppo Civico “Vivi Corinaldo”

Redazione Valmisa
Pubblicato Venerdì 13 marzo, 2015 
alle ore 14:16
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