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Migrazione e immigrazione a 50 anni da Marcinelle

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Convegno - ArceviaLa giornata di celebrazione del 50° anniversario della tragedia di Marcinelle che si è svolta nei giorni scorsi ad Arcevia ha fatto registrare un’ampia partecipazione di persone; folta la presenza del personale della Polizia di Stato e della popolazione del Comune. In particolare la partecipazione al rito religioso nella Collegiata di S. Medardo e all’incontro al Teatro Misa si è registrato un tutto esaurito, che è stato segno di un interesse e di una partecipazione corrispondente all’importanza dell’evento.
Più sfortunata la partita di calcio amichevole tra la squadra della Questura di Ancona e la squadra di lavoratori stranieri della Tekma, la pioggia battente ha frustrato il pubblico, che pure all’inizio era numeroso, ma non ha impedito ai giocatori di esprimersi con passione.

Risultato finale 3 a 2 per la Polizia e divertimento generale dei presenti con scambi di battute simpatiche delle tifoserie.
Il Convegno è stato aperto dal Sindaco di Arcevia Silvio Purgatori, il quale nel portare i saluti ha dichiarato “la città di Arcevia è orgogliosa di ospitare questa iniziativa, non solo per ricordare Marcinelle ma anche per affrontare un tema molto interessante e scottante come quello della migrazione e dell’immigrazione. Arcevia è stata in passato una realtà di emigrazione, con tanti nostri concittadini che dall’inizio del secolo e nell’immediato dopoguerra sono andati a cercare lavoro e fortuna all’estero. Arcevia è oggi una realtà di immigrazione, con 310 cittadini stranieri che vi risiedono ( 144 uomini e 166 femmine), provenienti da 31 Paesi (dalla Macedonia, dall’ ex Jugoslavia dal Marocco dalla Romania, dall’Albania all’Olanda alla Cina) e che qui ad Arcevia hanno trovato, nella quasi totalità dei casi, lavoro, integrazione ed accoglienza. Quella che abbiamo avviato ad Arcevia e che cerchiamo di portare avanti è un modello di città multietnica, una città ed un territorio dove non esistono quartieri specifici, frazioni o intere zone del centro storico abitate da particolari etnie.
Noi riteniamo che il modello vincente per accogliere gli immigrati non sia quello della separazione ma quello della contaminazione, con gli stranieri inseriti nel corpo vivo della città, cittadini tra i cittadini, residenti tra i residenti”.
Al convegno hanno partecipato come relatori oltre al Prefetto Giovanni D’Onofrio, il Questore Giorgio Iacobone, il Vice Presidente della Provincia di Ancona Giancarlo Sagramola, il Sindaco di Sassoferrato Luigi Rinaldi, il Vice Presidente della Confederazione dei Marocchini in Italia Yassine Belkassem che ha sorpreso tutti i presenti dichiarando all’inizio del suo intervento che ha voluto essere presente alla preghiera in chiesa, perché era giusto partecipare al cordoglio per le vittime del lavoro, secondo la forma della loro terra e Lilith Verdini che ha descritto in forma sintetica la vicende dell’emigrazione italiana in Belgio ricordando i 60 anni degli accordi intercorsi tra i due stati sull’esigenza della ricostruzione post bellica. Le testimonianze della Sig.ra Maria Dell’Acqua, dei Sig.ri Erino Santini e Paolino Magagnini, che la Verdini ha guidato durante il convegno ha convinto, che effettivamente l’esperienza dei nostri emigrati è per noi oggi luogo di riflessione e di comprensione del dramma di chi oggi vive una simile condizione e ha convinto che forse questa esperienza andrebbe meglio diffusa.

dal Comune di Arcevia

Redazione Valmisa
Pubblicato Venerdì 11 agosto, 2006 
alle ore 16:22
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;) :zzz :x :grin
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