Fonte Borra: un problema o un’opportunità?
Fonte Borra è un vecchio pozzo comunale, dal quale si attingeva l’acqua potabile prima dell’avvento dell’acquedotto, rappresentando una delle risorse più importanti per soddisfare il fabbisogno idrico degli abitanti della contrada Pregiagna e non solo.
L’importanza è anche manifestata dal fatto che la stessa Fonte ha dato poi il nome alla strada che la collega a via delle Ville. Il pozzo, costruito secondo la tradizionale tecnica di costruzioni con mattoni a secco, rappresenta anche un manufatto storico, testimoniando quale tecnologia veniva impiegata prima dell’avvento delle trivelle. Negli anni ‘50/’60 il pozzo è stato rimaneggiato con una vistosa soletta di cemento a mo’ di copertura.
La zona della Fonte soffre di una situazione di abbandono da alcuni anni. Il crollo delle scarpate, aggiunto alla terra arata che da troppo tempo spinge un lato del manufatto, rischia a breve di farlo scomparire definitivamente. Finora a nulla sono servite le nostre denunce, compresa una segnalazione al Corpo Forestale dello Stato, per salvaguardare un angolo che racchiude in sé la bellezza della campagna marchigiana.
A volte la Politica parla di grandi sistemi su come valorizzare il territorio e nello stesso momento perde di vista le risorse già esistenti che ci circondano. Queste risorse potrebbero essere “riconvertirle in una miniera”, ad un costo quasi irrisorio. È per questo che ci siamo subito attivati non appena venimmo a conoscenza che l’amministrazione Comunale, come praticato da quasi tutte le amministrazioni Comunali passate, avrebbe risolto il problema vendendo la strada ai frontisti.
Proposta: dall’analisi della zona si evidenzia la presenza di altri punti di interesse, come la casa natale di Santa Maria Goretti, la chiesa dell’Incancellata, un paesaggio agrario molto conservato, un agriturismo, aziende agricole, la relativa vicinanza al centro storico e un’ampia rete di strade secondarie sotto utilizzate. Si narra che da queste strade sia passata anche famiglia Goretti per recarsi a messa nella vicina chiesa dell’Incancellata.
Partendo da questi elementi e riflettendo su come valorizzarli, abbiamo suggerito all’amministrazione di rinunciare definitivamente alla dismissione non solo di questa ma di tutte le strade del territorio. L’idea è di coinvolgere tutti i soggetti del territorio interessati, non da ultimo la Consulta appositamente dedicata, per lo studio di fattibilità di percorsi naturalistici ciclo-pedonali.
Dobbiamo denunciare che purtroppo gli amministratori hanno continuato a cavalcarla escludendoci dal tavolo di lavoro. L’intervento potrà favorire quei pellegrini che raggiungono la nostra città alla ricerca dei percorsi gorettiani, quel “turismo consapevole” di cui si fa un gran parlare, immergendo tutti, corinaldesi compresi, in quel contesto agricolo destinato inevitabilmente a riscrivere il proprio futuro economico. In questo ci rammarichiamo della costante assenza delle associazioni di categoria ai lavori delle consulte cittadine.
da Città Attiva Corinaldo
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