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Castiglioni di Arcevia rivendica la restituzione dell’affresco di Andrea da Jesi

affresco Andrea da Jesi - Castiglioni di ArceviaI cittadini di Castiglioni di Arcevia sono in “febbrile” attesa della restituzione dell’artistico affresco quattrocentesco di Andrea da Jesi, scoperto sulla parete di fondo nel corso dei restauri della chiesa di Santa Maria della Piana di Castiglioni di Arcevia e per il quale l’intera comunità e la Parrocchia si sono adoperate a lungo per il restauro dell’edificio.



L’opera è un pregevole affresco quattrocentesco di Andrea da Jesi, scoperto sulla parete di fondo nel corso dei restauri. Si pensava di conservarlo sul posto, ma essendo rimasta la chiesa priva di copertura per errori non certo imputabili alla collettività, si è dovuto procedere al suo distacco per garantirne la conservazione. La separazione dell’opera dalla sua collocazione storica e dalla comunità, che ne era la legittima proprietaria, doveva essere provvisoria e ragionevolmente si riteneva che una volta terminato il restauro dovesse tornare al suo luogo di origine.

A questo scopo i rappresentanti della comunità e lo stesso Comune di Arcevia hanno preso l’impegno di attrezzare la chiesa dei dispositivi necessari per la conservazione e la salvaguardia dell’opera. Ma non è bastato, e quella che doveva essere una soluzione provvisoria rischia ora di diventare definitiva per il rifiuto delle Autorità diocesane di restituirla alla Chiesa da cui proviene. E’ evidente che l’edificio religioso perde molto del suo significato senza la sua principale opera d’arte e rischia di diventare solo uno spoglio involucro in pietra, impoverito di parte della sua identità storica e religiosa.

Tanto più che si tratta di una chiesa antica e significativa, risalendo agli inizi del sec. XIII secolo e costituendo una rara testimonianza della presenza monastica nell’alta valle del Misa. L’affresco rappresenta anche un documento del clima di vivacità artistica che nella seconda metà del ‘400 ha toccato anche la valle del Misa. L’opera infatti è attribuibile ad Andrea da Jesi il Vecchio e l’attività di questo pittore è testimoniata anche in altre chiese del territorio, insieme a quella di Antonio da Pesaro, ambedue espressione della pittura tardo gotica.

Quindi l’opera insieme alla chiesa di Santa Maria della Piana rappresenta una delle testimonianze più significative di quel bellissimo territorio dal punto di vista naturalistico che è la valle del Caffarelli, di cui completa la storia e l’identità integrandosi perfettamente con le altre emergenze storico- artistiche, quali il pittoresco castello di Castiglioni, la chiesa di Santa Agata con le sue opere d’arte e più a monte la chiesa di Sant’ Ansovino di Avacelli.

Una ragione in più per non separarla dal suo territorio di origine e quindi non si comprende perché, una volta assicurate tutte le condizioni idonee per la sua conservazione, debba essere tenuta in un museo, uno spazio artificiale che la isola dal contesto territoriale per cui è nata, che sicuramente ne diminuisce il valore di testimonianza e ne limita la comprensione del suo significato storico-artistico. Una richiesta sacrosanta che dovrebbe essere quanto prima soddisfatta.

da I cittadini di Castiglioni di Arcevia
 

Redazione Valmisa
Pubblicato Martedì 3 giugno, 2014 
alle ore 15:59
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