Tradizioni pasquali a Corinaldo
Un percorso di rivalutazione delle tradizioni pasquali è stato avviato a Corinaldo grazie alla disponibilità di operatori ed ospiti della casa di riposo S. Maria Goretti, con il sostegno dell’amministrazione comunale e l’aiuto dei ragazzi ed operatori della comunità educativa Agorà.
Il giorno delle Ceneri i contadini delle nostre campagne seminavano grano, veccia, ceci, favino e cicerchia per poi coltivarli in vasi tenuti al buio per tutta la durata della Quaresima.
Come conseguenza, le piantine crescevano con forme inusuali e una colorazione biancastra, ed il Giovedì Santo sarebbero poi state utilizzate per adornare l’altare dove è custodita l’Eucarestia, detto impropriamente “sepolcro”.
A questa pratica venivano attribuiti significati che edificavano una visione del mondo ormai apparentemente lontana, che era ricca, complessa e affascinante, e le cui tracce sono tutt’ora presenti.
Oggi questa tradizione legata alla religiosità popolare e al mondo contadino viene rivalutata, sia per far conoscere alle nuove generazioni un passato ricco di cultura che ci appartiene, sia per favorire il protagonismo degli anziani, che hanno la possibilità di ricordare, di raccontare e di fare, anche perché queste piante sono state seminate direttamente da loro, sperando che riescano ad attecchire e a crescere. E’ stata anche avviata una raccolta di testimonianze.
Su questa idea l’assessore ai servizi sociali Mauro Montesi ha contattato informalmente i parroci don Giuseppe e don Francesco, che hanno dato preziosi consigli, sono state inoltre coinvolte alcune famiglie che arricchiranno coi loro racconti la nostra memoria collettiva; questo è l’avvio di un percorso che auspicabilmente proseguirà, sulla scia di simili iniziative ed eventi pubblici (come già la rievocazione estiva della trebbiatura) che, pur diversi, hanno come filo conduttore la riscoperta e la rivalutazione delle nostre tradizioni.
“Anche se non conoscevo nei dettagli questa tradizione l’idea mi è piaciuta subito – afferma la presidente della Fondazione S. Maria Goretti, Serena Melchiorre – e ringraziamo tutte le persone che si sono adoperate per coinvolgere i nostri anziani, che hanno così potuto ricordare la loro giovinezza ed interagire con le generazioni più giovani”.
“Ho apprezzato la proposta di riscoprire alcune nostre tradizioni, in particolare questa dei cosiddetti sepolcri che credo sia ben conosciuta solo dai nostri nonni – afferma l’assessore ai servizi sociali Mauro Montesi – grazie all’impegno e alla determinazione di Massimo Bellucci si è andati alla ricerca di informazioni, tramite l’attento ascolto di quanti ancora ricordano queste usanze, per poterle così far rivivere anche in questo nostro tempo. Questa – prosegue l’assessore – vuole essere pertanto una esperienza che possa contribuire a creare occasioni di incontro, di dialogo, di condivisione e intreccio tra generazioni, mettendo in luce anche il periodo della Quaresima, momento importante per tutta la Cristianità.”
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