Un manufatto estraneo all’interno dell’ex Chiostro di San Francesco, immobile tutelato
Accade anche questo ad Ostra Vetere, purtroppo. L’ex Chiostro di San Francesco, bene pubblico tutelato e vincolato dalla legge perché di interesse culturale, è diventato, in queste settimane, il luogo dove è stato posizionato un manufatto abusivo che ne rovina l’intrinseco valore storico, ed è stato fatto proprio nel cuore del centro storico: piazza della Libertà.
Il manufatto è lì da quasi un mese e la sua collocazione sembrerebbe il frutto dell’assenza più totale di procedure e di autorizzazioni da parte dell’Amministrazione comunale. Silenzio ed indifferenza del Sindaco e della Giunta, dell’Ufficio Tecnico, della Polizia Municipale e degli organi competenti, che dovrebbero controllare, sanzionare e rimuovere l’abuso.
In qualità di ex Sindaco di Ostra Vetere ho raccolto le perplessità di tanti concittadini, i quali si chiedono come stiano le cose. Certo è che, permettere di collocare un “box” abusivo all’interno di un edificio con un preciso vincolo di legge e far finta di niente, non è il modo più consono di valorizzare un patrimonio pubblico, che contiene secoli di storia di un paese e di una comunità.
Al piano superiore di questo edificio, un bene immobile pubblico vincolato e di interesse culturale ai sensi del Codice dei Beni Culturali (D. Lgs. 42/2004), è stato posizionato un manufatto un box di legno del tutto estraneo ai principi ed al rispetto delle norme non solo di tutela dei beni storico-culturali, ma anche per quel che riguarda le disposizioni in materia di sicurezza, di edilizia, di occupazione del suolo pubblico, di utilizzo di beni e di servizi pubblici, solo per fare qualche esempio. Nessuna regola o disposizione sembrerebbe essere stata rispettata nel consentire il posizionamento di questo manufatto, nonostante esistano nel nostro ordinamento precisi adempimenti, divieti, facoltà e procedure da seguire.
Il box contiene anche attrezzature ed apparecchiature elettroniche, con cui un gruppetto di persone (tra l’altro nemmeno costituitosi in Associazione e accreditatosi, ai sensi del vigente Regolamento comunale sulle libere forme associative approvato dal consiglio comunale – il che avrebbe dato loro titolo e strumenti legittimi per avanzare proposte e richieste per le loro attività associative nel rispetto, soprattutto, della norma) svolge una mera attività radiofonica, registrando delle puntate per poi trasmetterle via internet. Il manufatto abusivo è posizionato, tra l’altro, al piano superiore dell’edificio, a cui si può accedere solo essendo in possesso di chiavi, che aprono l’ingresso posto a piano terra dell’ex Chiostro.
Allora, chiedo, e lo faccio pubblicamente, con questa inusuale interrogazione all’attuale Amministrazione, ma anche all’Ufficio Tecnico e alla Polizia Municipale per quanto di competenza, di sapere:
1) se questo gruppetto di persone abbia costituito un’Associazione correttamente “accreditata” al Comune, allegando alla lettera di accredito copia dello Statuto e dell’Atto costitutivo, così da poter accedere ad una serie di servizi che l’Amministrazione – sempre ai sensi del Regolamento comunale – mette a disposizione delle Associazioni accreditate, e se esista copi della lettera di accreditamento con data e protocollo;
2) se esista, al protocollo del Comune, una richiesta di utilizzo degli spazi del piano superiore dell’ex Chiostro di San Francesco avanzata da qualche associazione o persona fisica ovvero gruppo di persone per posizionarvi tale manufatto, e se l’Amministrazione comunale ovvero gli uffici competenti abbiano avviato il procedimento amministrativo ed istruito l’iter autorizzatorio, coinvolgendo gli organi preposti, tra cui la Soprintendenza regionale, e quale ne sia stato l’esito;
3) se, per quale motivo e con quale atto pubblico ufficiale il Comune, proprietario dell’edificio vincolato e di interesse culturale, abbia autorizzato l’accesso all’edificio e a chi siano state consegnato le chiavi;
4) se, quale procedura di legge e quali atti pubblici siano stati adottati per autorizzare il posizionamento di tale manufatto non autorizzato, considerato che l’edifico ha un vincolo di interesse culturale ai sensi del vigente ordinamento statale e, soprattutto, viste le procedure individuate dalla legge in materia (D. Lgs. n. 42.2004), e se di tutto ciò ne sia stata informata anche la competente Soprintendenza regionale;
5) se, per quale ragione, in che modo, con quali atti pubblici, verso quale soggetto associativo o persona fisica, nel rispetto di quale norma e a che titolo, in particolare per il funzionamento delle apparecchiature ed attrezzature elettroniche situate all’interno del manufatto non autorizzato, che abbisognano di corrente, l’Amministrazione comunale abbia concesso l’uso di energia elettrica proveniente da fonte pubblica;
6) se l’Amministrazione comunale sia informata del fatto che soggetti associativi o persone fisiche, non aventi titolo a svolgere alcuna attività permanente o temporanea in un luogo pubblico tutelato e vincolato vista la totale assenza di qualsiasi atto autorizzatorio, possano incorrere in proposito a violazione di leggi e regolamenti comunali;
7) se esista un atto pubblico che disciplini il rapporto tra l’Amministrazione comunale e il gruppetto di persone nell’utilizzo del piano superiore dell’ex Chiostro di San Francesco, tenendo ben presente procedure, limiti ed autorizzazioni disposte dal vigente ordinamento in materia di tutela dei beni immobili di interesse culturale;
8) se l’Amministrazione sia a conoscenza dell’esistenza di luoghi più idonei, e senza vincoli di legge di interesse culturale, per permettere ad una Associazione regolarmente costituita di svolgere la sua attività;
9) se l’Amministrazione comunale sia al corrente che esistano, oltre ad un Codice dei Beni Culturali, anche norme urbanistiche, edilizie, di sicurezza e di fruizione dei beni e dei servizi pubblici, che disciplinano fattispecie simili a quella, su cui verte il mio intervento.
da Massimo Bello
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