Adelmo Cervi ospite al circolo Arci di Ponte Rio
Nell'occasione ha presentato il libro "I miei sette padri"

Una serata piovosa, giovedì 27 marzo, intiepidita dalla schiettezza dei racconti di Adelmo Cervi, presso il circolo Arci di Ponte Rio di Trecastelli.
Racconta che lui non è il “figlio dei Cervi”, ma il figlio di Aldo, diverso da Gelindo, Antenore, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore, ognuno con una distinta personalità.
Lontano da quel mito costruito a partire dagli anni Cinquanta quando – racconta Adelmo – per un politico, che arrivava a bordo di auto guidata da autista, farsi vedere vicino al nonno Alcide, un contadino, era elettoralmente utile. Era presente anche un politico locale che ho visto continuamente piegato sul cellulare (fatte le dovute differenze). Il libro presentato si intitola: “I miei sette padri”, iniziativa promossa da Anpi.
“Quanto sento dire che bisogna difendere la Costituzione un po’ mi arrabbio – ha affermato Adelmo Cervi – come sarebbe a dire difendere? Ma, secondo voi, la Costituzione è applicata? Provate a leggerla e guardatevi attorno.”
Pensiamo a quello che dice la Costituzione sulla sanità, solo per fare un esempio…
Un pubblico numeroso, attento, a tratti commosso, ma anche divertito dal linguaggio colorito.
Memorie personali, uno strascico inestinguibile di dolore, basti pensare ad Alcide, che non lo seppe subito poiché era in prigione anche lui, a Genoveffa Cocconi, la madre, che morì anch’essa poco dopo; oggi c’è la grinta di un “compagno” dai lineamenti che ricordano quei monaci medievali animati da idealismo intransigente e spirito pratico, con la ruvidezza contadina che rende diretta la comunicazione. “Mai perdere la volontà di lottare”, risponde a chi gli delinea realisticamente l’attuale scenario politico (economico, ambientale) che sembra precipitare verso il baratro.
Lui ottantaduenne che è venuto in macchina da solo da Perugia, con un tempo da cani, per raccontarci, tra l’altro, che gli piacerebbe tanto poter parlare, magari solo per qualche minuto, con quel padre che non ha conosciuto, poiché ucciso quando lui aveva pochi mesi, giusto per capire che tipo era. Al confronto i problemi attuali in paragone sono poca cosa, eppure sembrano macigni.
Le copie del libro con firma e dedica, la lasagna finale, gesti apparentemente piccoli che mi fanno pensare che è proprio in periferia (le grandi capitali hanno fallito), con iniziative semplici come questa, che può avere senso pensare che non tutto è perduto.
da: Massimo Bellucci
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Valmisa.com e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!