I giochi di carte tradizionali marchigiani
Bestia a 5 carte, Petrangola, Cispa e Trucco
I giochi di carte tradizionali delle Marche rappresentano un’importante eredità culturale, tramandata di generazione in generazione. Praticati nei bar, nelle piazze e durante le serate familiari, questi giochi uniscono abilità e strategia e spesso sono passatempi adatti a giocatori di tutte le età.
Tra i più noti si annoverano la Bestia a 5 Carte, la Petrangola, la Cispa e il Trucco: questi giochi non sono popolari come scopa, scopone, sette e mezzo, briscola, tresette ed altri, ma mantengono una loro diffusione e popolarità territoriale. Non è detto che chi sa come si gioca a scopa non sappia anche come giocare a quelli più marcatamente regionali, che tuttavia non ritrovano altrettanto spazio nel digitale, dove invece si ritrovano le versioni di scopa e briscola ad esempio.
Bestia a 5 Carte
La Bestia a 5 Carte è uno dei giochi più popolari nelle Marche ma la cui nascita è molto difficile collocare cronologicamente nel tempo, un discorso che si può ampliare in realtà alle carte da gioco in generale, di difficile datazione. Si tratta di un gioco generalmente praticato con un mazzo italiano di 40 carte a seme spagnolo. Il numero di giocatori può variare, ma il minimo richiesto è tre. Prima dell’inizio della partita, ogni giocatore contribuisce con una puntata al piatto comune, che rappresenta il montepremi della mano, analogamente a quanto avviene nel poker ad esempio, indubbiamente uno tra i giochi di carte più noti al mondo. Il gioco prevede che il mazziere distribuisca cinque carte a ciascun partecipante. I giocatori, a turno, dichiarano se accettano la “bestia” (ossia partecipare al gioco) oppure passano. Il vincitore è chi riesce a ottenere il punteggio più alto, calcolato sulla base del valore delle prese fatte durante la mano.
Petrangola
La Petrangola è un altro gioco di carte molto diffuso in regione, particolarmente praticato durante le festività natalizie perché è un tradizionale momento di riunione in famiglia. È molto popolare tra le persone molto anziane, come dimostra anche qualche storia raccontata dai media. Si gioca con un mazzo da 40 carte e richiede almeno tre giocatori, anche se è più divertente in gruppi più numerosi. L’obiettivo del gioco è ottenere la combinazione di carte con il valore totale più vicino al 31, usando carte dello stesso seme. Ogni giocatore riceve tre carte e può scegliere di cambiarne una o più con quelle del mazzo centrale, oppure “stare” con la propria mano. La partita continua finché un giocatore non decide di “bussare”, avvisando che la mano terminerà dopo un altro giro. Se nessuno riesce a raggiungere il 31, il giocatore più vicino a questo valore vince il piatto
Cispa
Cispa, noto anche in altre regioni con nomi differenti, è un gioco di carte tipico praticato soprattutto in ambito familiare o nei circoli locali. Si gioca in due squadre con un mazzo italiano di 40 carte a seme spagnolo. L’obiettivo principale è accumulare punti attraverso le prese durante le mani di gioco. Il valore delle carte segue il sistema tradizionale italiano, con l’asso come carta più alta, seguito da tre, re, cavallo, fante e via via fino al sette, analogamente a quanto avviene in altri giochi molto più noti a livello nazionale. La squadra che raggiunge per prima un punteggio prestabilito (spesso 41 o 61) vince la partita.
Trucco
Questo risulta essere uno tra i giochi più antichi delle Marche: il Trucco è noto per il suo mix di bluff e abilità, anche in questo caso con rimandi evidente al poker. Si gioca in due squadre, utilizzando un mazzo di carte italiane e seguendo regole piuttosto complesse, che possono variare leggermente a seconda della zona. L’obiettivo è accumulare punti dichiarando combinazioni di carte, ma la particolarità del Trucco sta nella possibilità di bluffare per confondere gli avversari. Le carte hanno un valore gerarchico particolare, con alcune che assumono un significato speciale a seconda delle combinazioni giocate. Il dialogo tra i compagni di squadra è cruciale e richiede una certa affinità, poiché le strategie si basano spesso su segnali e comunicazioni non verbali.
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