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Progetto Ostra 2.0 a minoranza: “Esternazioni su stampa, ma nessun dissenso in Consiglio”

Maggioranza replica su voto contrario a istanze del Comitato 15 Settembre: "Già ottenuto quanto poteva essere rivendicato"

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Progetto Ostra 2.0

Ritorniamo sull’argomento soltanto per rispetto verso le persone colpite dall’alluvione, che hanno diritto ad una informazione corretta.

Ci riferiamo all’ultima seduta del Consiglio Comunale di Ostra.

L’antefatto è che il gruppo di minoranza “Impegno per Ostra” chiede l’inserimento nell’o.d.g. di una loro proposta di delibera, nella quale hanno recepito il documento fornito dal “Comitato 15 settembre – Alluvione Valli Misa e Nevola”. La proposta contiene un sunto dell’audizione, avuta dal Comitato in videoconferenza con l’VIII Commissione Ambiente del Senato il 25 giugno u.s., ed è accompagnata da due allegati: la trascrizione integrale dell’intervento e la copia del documento inviato dal Comitato a sedici comuni del territorio. Nel corso della seduta, è stato necessario procedere ad una sospensione dei lavori, perché i consiglieri di “Impegno per Ostra”, avendo presentato tre testi distinti, non avevano ancora chiaro quale sottoporre alla valutazione del Consiglio. Superata questa incertezza e terminata la lettura del documento scelto, nessun consigliere di minoranza ha preso la parola per argomentare, sostenere o approfondire i contenuti del testo. Il sindaco Fanesi ha espresso la posizione della Maggioranza rispetto a tutti i contenuti allegati. In sintesi, alcune affermazioni non possono essere condivise einserite in un documento ufficiale del Consiglio Comunale, perché riportano dati e giudizi personali anche rispetto ad opere e modalità di azione di altri Enti, su cui il Consiglio Comunale non ha competenza, soprattutto tenuto conto dell’indagine giudiziaria in corso.

Altri contenuti sono, al contrario, assolutamente condivisibili, al punto tale che già da tempo il Presidente della Regione, il Vicecommissario, la Squadra Commissariale, dopo numerosi e costanti confronti con le Amministrazioni locali, li hanno messi a tema nei tavoli preposti. Il Consiglio Comunale non poteva pertanto accogliere la richiesta di invitare le Istituzioni a recepire e patrocinare le istanze presentate dal “Comitato 15 settembre – Alluvione Valli Misa e Nevola”, dal momento che quelle stesse Istituzioni hanno già presentato le stesse istanze sul tavolo del Dipartimento di Protezione Civile, del Governo, nell’agenda dei rappresentanti parlamentari già all’indomani dell’alluvione e poi costantemente nel corso dello stato d’emergenza, man mano che si presentavano difficoltà o incongruenze. Mai si è tralasciato di segnalare e proporre interventi migliorativi o sostenere legittime richieste. Al termine dell’intervento del Sindaco, il capogruppo di minoranza ha commentato: “Capisco le sue ragioni”.

Ora, però, siamo noi a non capire. Non capiamo perché, a fronte del silenzio nei luoghi istituzionali deputati, il gruppo di minoranza sceglie di esternare un lungo monologo sugli organi di stampa, dove viene sottolineato quanto sia stata grave, anzi gravissima, la decisione assunta dal Consiglio Comunale, “una delle più grandi occasioni perse”. Eppure, durante la seduta del consiglio, nessuno dei quattro consiglieri di minoranza ha espresso il proprio dissenso. Non capiamo perché, se in consiglio il capogruppo ha capito le ragioni manifestate dal Sindaco, poi sulla stampa le stesse vengono considerate incredibili e incomprensibili. Non capiamo perché si precisa che due Comuni hanno già recepito l’istanza del Comitato, ma si tace del tutto che la richiesta è stata rivolta a sedici Comuni e che quattordici non l’hanno presa in considerazione. Si mente, quando si scrive che “Il Consiglio ha votato contro le ragioni promosse da un gruppo di liberi cittadini, nato dalle macerie del disastro alluvionale”: il Consiglio ha votato soltanto contro la richiesta di inviare, a proprio nome, quel documento alle istituzioni sovraordinate, nella piena consapevolezza che le Istituzioni se ne stanno già facendo carico da tempo. Quello che si tace è anche che quanto poteva essere legittimamente rivendicato, è stato ottenuto. Là dove non arrivava la norma statale, è intervenuta, fin dove ha potuto, la Regione Marche. Molte altre attività sono in corso d’opera o in progettazione. Il resto fa parte di un panorama di necessità più ampio, che non è opportuno frazionarie in iniziative non coordinate, pena la perdita di efficacia dell’istanza complessiva e richiede una modifica normativa radicale, che, se pretesa subito, avrebbe ritardato di anni la macchina dell’emergenza. L’aspetto davvero grave di questa vicenda, l’unico da sottolineare, è la strumentalizzazione politica di una materia che ha bisogno di tutt’altro approccio.

Gruppo Consiliare “Progetto Ostra 2.0”

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