Intitolazione a don Giussani della rotonda di Casine di Ostra
La cerimonia avrà luogo sabato 12 ottobre alle ore 10.30
Sabato 12 ottobre alle 10.30 verrà intitolata a don Giussani la rotonda di Casine di Ostra. L’iniziativa promossa del Comune di Ostra e dal Centro culturale Simona Romagnoli di Ostra vuol rendere omaggio ad uno dei protagonisti più significativi dell’ultimo secolo sia in ambito ecclesiale che educativo.
A seguire alle 11.30 ci sarà nella Sale delle lance di Ostra un incontro per approfondire ciò che da lui è nato sia in Italia e nel mondo. Nella targa si vede una “X” in alto, quattro frecce che salgono, una che scende dalla X e si interseca con una freccia orizzontale. La semiotica è intuitiva, Giussani la spiegava così in un testo poi pubblicato sotto il titolo All’origine della pretesa cristiana: Volume secondo del PerCorso:
“Il pretendere una rivelazione riassume la situazione dello spirito umano nel concepire e realizzare il rapporto con il divino secondo un’alternativa che questo schema esprime. La linea orizzontale rappresenta la traiettoria della storia umana sopra la quale incombe la presenza di una X: destino, fato, quid ultimo, mistero, “Dio”. L’umanità, in qualunque momento della sua traiettoria storica, teoricamente o praticamente ha cercato di capire il rapporto che intercorreva tra la propria realtà contingente, il proprio punto effimero e il senso ultimo di esso; ha cercato di immaginare e vivere il nesso tra il proprio effimero e l’eterno. Supponiamo ora che l’enigma della X, l’enigmatica presenza che incombe oltre l’orizzonte, senza della quale la ragione non potrebbe essere ragione, poiché essa è affermazione di significato ultimo, penetrasse nel tessuto della storia, entrasse nel flusso del tempo e dello spazio, e che con forza espressiva inimmaginabile si incarnasse in un “Fatto” tra noi. Ma che significa “incarnarsi”, in questa ipotesi? Significa supporre che quella X misteriosa sia diventata un fenomeno, un fatto normale rilevabile nella storica e agente su di essa. Questa supposizione corrisponderebbe alla esigenza della rivelazione. La possibilità che il mistero che fa le cose arrivi a implicarsi nella traiettoria storica, coinvolgendosi direttamente e personalmente con l’uomo, sarebbe irrazionale escluderla: abbiamo già visto come per natura nostra non possiamo prescrivere confini al mistero. Perciò, data la possibilità del fatto e la razionalità dell’ipotesi, che ci resta da fare di fronte ad essa? L’unica cosa da fare è domandarsi: è accaduto o no?”
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