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A Castellone di Suasa inaugura il 7 settembre la mostra fotografica “Frammenti”

Nel fine settimana saranno esposti gli scatti di Luigi P. Carta e Riccardo Morpurgo

Opera esposta nella mostra fotografica Frammenti

Si chiama Frammenti la mostra fotografica di Luigi P. Carta e Riccardo Morpurgo che sarà aperta a Castelleone di Suasa, negli spazi del Museo Civico Archeologico “A. Casagrande”, sabato 7 e domenica 8 settembre, dalle ore 16 alle 19. Ingresso libero. Così viene presentata l’esposizione.

Frammenti sono i mattoni, destinati a diventare muro, precariamente accatastati accanto al muratore che li lavorerà. Frammenti sono le lettere dell’alfabeto, precariamente isolate nell’abbecedario infantile per fondare il linguaggio che ci farà diventare umani. Frammenti sono le tessere di un mosaico ancora da fare, le pagine scritte di un romanzo ancora da comporre, gli appunti da riordinare, le spezie e le pietanze che serviranno a preparare un piatto.

Mostra fotografica FrammentiLa loro precarietà è tutta costruttiva, tutta in positivo. Sono le parti che serviranno alla composizione di qualcosa, e ancora sono frammenti Sono frammenti le tessere del mosaico rovinato per un terremoto, o i pezzi di affresco, i mattoni, le travi, i vestiti, le bambole abbandonate, le tegole infrante. Sono frammenti le scorie, i residui della lavorazione, gli scarti e tutta l’immondizia che produciamo ogni giorno. I cocci di un piatto rotto, i capelli tagliati, i riccioli legnosi dopo che abbiamo fatto la punta alla matita, i fogli di carta gettati nel cestino.

Tutta una sapienza greca, dietro la filosofia, resiste fino a noi solo a frammenti: sapienza indiretta, che possiamo conoscere solo nella sua dispersione e nella nostra interpretazione. Strappi del pensiero: ecco come potrebbero essere definiti. Residui, resti, ritagli. Persino ricordi.

Opera esposta nella mostra fotografica FrammentiE’ con questo occhio che i due fotografi frugano tra una realtà mutevole che Calvino descriveva nel suo libro Le città invisibili come le linee d’una mano, scritta negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole. Una mutevolezza che gli autori hanno cercato di riprodurre lasciando che le immagini si muovano, si mostrino e si rifiutino di mostrarsi seguendo il capriccio del vento.

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