“Don Cosciotto de la Marca” a teatro a Ostra
Secondo appuntamento al Teatro “La Vittoria” di Ostra con i capolavori della letteratura mondiale. Il “Don Chisciotte” di Cervantes era già stato interpretato, a inizio stagione, dalla splendida e inconfondibile voce di Luca Violini, che, senza alcun allestimento scenico, senza costumi, senza interagire con altri attori, utilizzando soltanto lo strumento-voce, aveva reso vitale e corposa la parola scritta, capace di evocare ambienti e situazioni, di materializzare personaggi ed emozioni.
Sabato 2 aprile alle ore 21.15, lo stesso testo sarà proposto in chiave completamente diversa.
Nelle Marche, circa un anno e mezzo fa, è nata una nuova Compagnia Teatrale, “Il Carro di Tespi”, costituita con i migliori attori appartenenti alle varie Compagnie Teatrali aderenti alla Fita Gatt marchigiana ed è nata attorno ad un progetto.
Si tratta proprio della rivisitazione in vernacolo marchigiano del capolavoro di Cervantes. Il don Chisciotte si è tramutato in “Don Cosciotto de la Marca” e combatte contro le querce della nostra regione anziché contro i mulini a vento; gli scudieri si sono raddoppiati diventando “Scianco e Panza”.
L’idea è stata elaborata dalla Presidente della Fita Gatt, Federica Bernardini Cirilli; il testo è stato affidato ad un grande autore marchigiano, Gianfranco Giacchetta, autore anche di una rilettura in marchigiano delle Baruffe Chiozzotte di Goldoni. Per la regia è stato scelto il dott. Paolo Pirani, con la sua ormai trentennale esperienza nel settore.
La rappresentazione è ricca di battute espresse in un linguaggio maccheronico, che non scade mai nella volgarità e che si muove tra le esasperazioni linguistiche del volgare dell’anno Mille.
L’elaborazione linguistica è il frutto della ricerca del Regista e nasce da una contaminazione dei principali dialetti delle Marche centro-meridionali, con una forte presenza di arcaismi.
L’allestimento scenografico è ispirato al nome della Compagnia. Il Carro di Tespi era una sorta di Teatro ambulante, trainato da buoi, su cui veniva trasportato un sipario molto rudimentale e un fondale, quasi sempre fisso. In quello spazio scenico limitato e mobile, i guitti rappresentavano i lavori teatrali, errando di piazza in piazza. Fondamentale l’apporto delle luci e del commento musicale, affidato ad alcune tra le più belle canzoni de La Macina di Gastone Pietrucci; decisamente affascinanti i costumi d’epoca indossati dagli attori.
Interpreti della serata: Alberto Perticarini nella veste del mitico Cavaliere errante, gli scudieri Cesare Bordo e Gabriele Mancini, la fantastica veggente Mugia Bellagamba, nel doppio ruolo di Benedicta e Dulcisdea Eleonora Peroni; Orietta de Grandis è Aldobranda e Claudio Belfiori, suo marito oste, le due “donne allegre” rispettivamente Fiorenza Fiorani e l’eccezionale GianMarco Capecchi. Dante Ricci indossa le vesti di Pipino lo Corto.
“Ci rende davvero felici” precisa l’Assessore alla cultura Federica Fanesi– “che Paolo Pirani, nostro concittadino, torni nel Teatro di Ostra con un lavoro così pregevole e un’operazione letteraria così impegnativa e intrigante. Negli anni ci ha abituati ad abbinare la sua firma ad interventi arguti ed eleganti, mai banali. Siamo certi che questo nuovo lavoro sarà l’ennesima piacevole conferma.”
da Comune di Ostra
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