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“Corinaldo Città della donna. Per ognuna, per tutti.” E’ ancora così?

Se lo chiede il gruppo Voce Comune per Corinaldo, sollecitando l'Amministrazione: "Il Centro Studi Goretti non fermi la sua corsa"

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MA - Moderna Agorà - Centro Studi a Corinaldo

La questione femminile è, ancora e purtroppo, al centro del dibattito politico e istituzionale, in Italia e nel mondo. Tanti, troppi, sono i casi di femminicidio – gli ultimi casi di violenza contro le donne sono avvenuti nella vicina Fano, poi a Bari e Salerno – e ancora poco confortanti i dati relativi all’occupazione femminile.

Se nel nostro Paese, a fronte dei diritti conquistati negli anni, c’è ancora molto da fare, in altre parti del pianeta le condizioni di vita delle donne sono purtroppo ancora più difficili. Basti pensare a quanto verificatosi nell’estate 2021 in Afghanistan oppure, oggi, a ciò che sta accadendo in Iran. Possono sembrare questioni lontane da noi ma non è così: sono storie vere, storie di persone che arrivano anche nei nostri territori per sfuggire a regimi che violano i diritti umani.

Proprio in questa prospettiva, lo scorso anno è stato aperto il Centro Studi Internazionale intitolato a Maria Goretti, giovane donna corinaldese tra le prime vittime di femminicidio del ‘900. La comunità cittadina aveva raccolto la sfida di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi, per comprendere e agire nella contemporaneità. Frutti (frutto?) di un lungo percorso progettuale e di ricerca di finanziamenti esterni, le iniziative di ricerca e studio “Corinaldo Città della donna. Per ognuna, per tutti” avevano l’obiettivo di favorire la prevenzione dei comportamenti violenti: Corinaldo ha iniziato così a diventare “protagonista” nel dibattito su questi temi e potrebbe diventare un vero e proprio riferimento regionale e nazionale.

Sulla base di questi obiettivi, la “settimana gorettiana” da poco trascorsa poteva essere una buona occasione di approfondimento, ma è stata mancata. Come gruppo consiliare “Voce Comune per Corinaldo” siamo preoccupati perché non vediamo ancora, da parte dell’attuale amministrazione, una forte volontà attuativa rispetto al Centro studi internazionale. Sicuramente è presa da altre questioni che probabilmente riterrà prioritarie, ma ci permettiamo di sollecitare una rinnovata attenzione su questi temi.

Lo abbiamo fatto presentando in consiglio comunale alcune proposte integrative alle linee programmatiche per il mandato 2022-2027 che tuttavia non hanno trovato accoglimento. Nello specifico avevamo proposto di ribadire le finalità sociali del Centro Studi e prendere l’impegno di attivare apposite borse di studio destinate ad approfondire la comunicazione in un’ottica di genere.

Tra gli altri emendamenti proposti c’era anche quello di aiutare le donne a fare impresa attraverso l’attivazione di percorsi di formazione e orientamento, o di agevolazioni per le imprese “sensibili” alla conciliazione vita-lavoro delle famiglie.

Nonostante queste nostre proposte non siano state accolte, continueremo ad attivarci e a farci avanti su queste tematiche, convinti che Corinaldo, proprio per la sua storia, abbia il dovere di sensibilizzare l’opinione pubblica.

Abbiamo preparato un ordine del giorno sulla situazione delle donne in Iran, al centro di proteste che stanno coinvolgendo in una significativa mobilitazione tutta la popolazione, anche quella maschile, per sensibilizzare il Consiglio, le istituzioni del nostro paese e l’intera comunità a porre al centro della riflessione e del dibattito la figura della donna. Un “atto” non solo simbolico ma che nasce dal grido di una donna di origini iraniane che oggi vive e lavora in Italia e che ha voluto affidarci la sua preoccupazione e denuncia. Di questo, di episodi come quello di Fano e di tante questioni che ci toccano da vicino, dobbiamo tornare ad occuparci con una progettualità a cui l’attuale amministrazione non sembra dare continuità, non basta solo accendere i riflettori ma è necessario far entrare queste questioni nella quotidianità.

Noi chiediamo che il Centro Studi non fermi la sua corsa. Se fisicamente l’edificio è chiuso per verifiche a seguito del terremoto del 9 novembre scorso, il progetto non dovrebbe fermarsi ma continuare in altre sedi, soprattutto pubbliche, per continuare a sensibilizzare le persone, per non spegnere i riflettori su quanto sta avvenendo attorno a noi o dentro le nostre stesse comunità. Un progetto di città consapevole. “Per ognuna, per tutti”.

Dal gruppo Voce Comune per Corinaldo

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