Il ricordo a Corinaldo del dottor Pagliariccio
I temi della vita parlando di un uomo che ha dato la vita per gli altri. L’appello di monsignor Elio Sgreccia perché nelle diocesi italiane si parli di “pastorale della vita”. In tanti a Corinaldo hanno voluto partecipare al trentennale della morte del dottor Alfonso Federico Pagliariccio, morto l’11 aprile del 1980 dopo aver contratto un’infezione nell’esercizio di quella che non può essere definita in altro modo che missione.
Poeti, letterati, filosofi e pensatori hanno associato alla vita significati diversi presentandone una personale, per Alfonso Federico Pagliariccio vita non era altro che rispetto dell’Uomo, sin dal suo concepimento. Nei suoi 30 anni di professione medica, gran parte di questi come primario a Corinaldo, ha eseguito ben 20.000 interventi chirurgici e 3.000 nascite tra parti e tagli cesarei.
E proprio dal monsignor Sgreccia la speranza che il suo operato terreno venga “riconosciuto ecclesiasticamente”, in poche parole che possa prendere il via il processo di beatificazione per il dottor Pagliariccio. Una due giorni intensa (colmata nella Santa Messa di domenica mattina officiata da Mons. Elio Sgreccia e concelebrata dal parroco Mons. Umberto Mattioli e Padre Giulio Criminesi, superiore provinciale Frati Minori) che, oltre alle tante persone che hanno conosciuto il medico e l’uomo Pagliariccio, ha visto la partecipazione di vari rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e militari e che ha visto il succedersi di testimonianze, riportate dagli autori del libro “Una vita per la vita” Fabio Ciceroni e Paola Polverari nonché approfondimenti sul tema della vita.
Don Umberto Mattioli, parroco di Corinaldo, ha rimarcato lo stretto rapporto del dottor Pagliariccio con la fede dalla quale “traeva la forza per affrontare le interminabili giornate in ospedale”. A rafforzare tale affermazioni le parole del sindaco Livio Scattolini che ha definito l’ospedale come la “sua prima casa” e come “il ricordo, e soprattutto il suo esempio, vanno ben oltre i confini corinaldesi”.
Gabriele, figlio del dottor Pagliariccio, ha spiegato come l’occasione fosse quella di discutere della Vita “un tema, purtroppo, che non è di moda”. Monsignor Giuseppe Orlandoni ha paragonato il dottor Pagliariccio al “buon samaritano” perché era un medico che aveva la capacità di “prendersi cura del malato”, per lui il paziente era in primo luogo una Persona che andava assistita contemporaneamente sotto il profilo umano e quello sanitario.
Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, non ha nascosto il suo affetto per il dottor Pagliariccio e la sua famiglia prendendolo ad esempio quale amante della vita, sin dal suo concepimento, non a caso il medico di Corinaldo parlava di creature. Parole queste ultime per puntare il dito contro la secolarizzazione che avrebbe portato ad un allontanamento da temi come la “creazione”, le creature quali dono di Dio, la “vita di Gesù Cristo unito alla nostra vita”, l’anima “unita al corpo” e l’eternità perché “quando un bimbo è concepito inizia l’eternità”.
Tematiche al centro della pastorale della vita per la quale monsignor Sgreccia ha lanciato un appello a tutte le diocesi italiane. Al suo fianco anche l’onorevole Carlo Casini, presidente nazionale del Movimento per la Vita, che ha voluto riprendere un passaggio degli scritti di Giovanni Paolo II che affermava: “l’uomo è la via della vita” ed a proposito della professione medica ha sottolineato come sia importante “chiamare per nome i malati perché non siano numeri”.
Non potevano mancare considerazioni sulla pillola abortiva RU486. “Dietro questa pillola non solo c’è l’intenzione di considerare l’ “uomo” come un numero ma addirittura di cancellarlo. Esiste il terribile rischio che passi il messaggio che per cancellare l’uomo basta bere bicchiere d’acqua”.
dal Comune di Corinaldo
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