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Ad Arcevia una due giorni per la rassegna “Gherardo Cibo – Le anime del Paesaggio”

Appuntamenti per esplorare le molteplici rispondenze del rapporto Uomo | Territorio

Rassegna Gherardo Cibo – Le anime del Paesaggio

Un borgo incastonato tra le cime dei pre-Appennini, circondato da Nove Castelli medievali che dominano il digradare delle colline fino all’orizzonte marino: qui, nell’allora Rocca Contrada, Gherardo Cibo, visionario scienziato e artista nel XVI secolo, scelse di vivere.

L’odierna Arcevia gli ha intitolato nel 2016 la Rassegna Le Anime del Paesaggio, percorso annuale i cui “sentieri culturali” esplorano le molteplici rispondenze del rapporto Uomo | Territorio. Questo anno la Rassegna si articola in due giornate.

Rassegna Gherardo Cibo – Le anime del Paesaggio - locandinaSabato 2 luglio, h. 18 Giardini Leopardi“Da Cibo a Licini (passando per Leopardi)”. Incontro in cui i relatori ‘presteranno la voce’ ai tre personaggi perché narrino l’intenso rapporto elaborato con il Paesaggio. Accanto alle presenze arceviesi di Andrea Bomprezzi e Gabriella Lalìa interverrà Valerio Calzolaio, figura della cultura e delle istituzioni che da sempre pone la tematica del rapporto Uomo | Territorio | Ambiente al centro delle proprie attività fino ad includere l’ambito letterario. Dall’ospite sono attesi anche cenni sul suo libro Isole carcere (edizioni Gruppo Abele), in corso di presentazione nazionale. L’incontro si concluderà con l’esecuzione di brani musicali eseguiti dal M° Michele Paolucci.

Domenica 3 luglio, h. 18 Chiostro san Francesco – Ritorno di Fabrizio Petrolati per la presentazione del libro “Le radici del moro” in cui viene narrata l’epopea di un gruppo di ex mezzadri marchigiani partiti nel 1950 da Arcevia e Valmisa inseguendo il sogno di lavorare la terra in proprio. Divenuti tenaci pionieri bonificarono i terreni di un latifondo, fondarono le frazioni di Castelverde e Villaggio Prenestino alle porte di Roma. Il testo narra le pieghe del vissuto di quei pionieri e delinea il legame che unisce i due territori – quello di origine e quello di destinazione – in memoria e custodia delle comuni radici.

da Biblioteca comunale “Angelo Rocca” di Arcevia

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