A Ostra un Consiglio Comunale senza la presenza del gruppo di minoranza
Vivere Ostra: "Ennesima convocazione non concordata e non condivisa. Gestione casereccia della cosa pubblica"
Il 31 maggio alle 18 si svolgerà il Consiglio Comunale in assenza dei membri del gruppo Vivere Ostra. Si tratta dell’ennesima convocazione non concordata e non condivisa.
Lo schema di rendiconto – che deve essere approvato in questo consiglio comunale – da regolamento viene messo a disposizione 20 giorni prima della seduta. Non siamo così formali, ma 5 giorni solamente sono davvero troppo pochi, tra l’altro riteniamo questo comportamento ancora più irriguardoso e sciatto visto che la delibera di giunta è del 27 aprile scorso.
Questa è solo l’ultima di una serie di sgarberie istituzionali sulle quali ripetutamente abbiamo inutilmente richiamato più volte gli amministratori. Sgarberia che è indice sintomatico della disorganizzazione e dell’incapacità di avere una visione di medio lunga gettata sull’attività amministrativa dell’Ente da parte dell’attuale amministrazione.
Più volte interpellati sul punto, le risposte propinate si somigliano tutte: ogni volta ci sono nuove difficoltà dell’ultima ora da spendere a giustificazione e/o impellenti priorità impreviste nè prevedibili.
Tutto ciò a scapito del corretto funzionamento dell’organo di massima espressione a livello locale del principio democratico, ovvero del Consiglio Comunale.
E sì che non dovrebbe essere difficile garantirne l’espletamento secondo le regole e anche nel rispetto del diritto della minoranza di svolgere in quella sede il proprio ruolo, dal momento che annualmente viene convocato un numero di consigli che rasenta il minimo sindacale!
Eppure nulla di fatto. Il pressappochismo regna sovrano. Così come la disorganizzazione.
La stessa che vediamo per la gestione del verde, situazione aggravata dallo spostamento del personale dall’esterno all’interno dell’ufficio tecnico.
La stessa che ha portato a numerose potature fuori dal periodo del regolamento regionale. La stessa che non ci porta ancora ad essere proprietari dell’area fornace per la realizzazione delle scuole (e tutto ciò che ne consegue). La stessa che esiste all’uscita dei bandi e al coinvolgimento delle attività economiche (vedi centri commerciali naturali), la pubblicizzazione degli eventi e via dicendo. E dire che buona parte di questi amministratori sedevano, in un passato neppure troppo lontano, tra le fila di coloro che quando rappresentanti di comitati e quando no, si sono distinti nel loro ruolo di accaniti accusatori delle malefatte della precedente giunta Storoni, feroci aizzatori di popolo contro quelli che spesso e neppure velatamente hanno definito dilettanti allo sbaraglio.
Ad oggi l’attuale amministrazione non ha di certo brillato per attività amministrativa, iniziative e scelte politiche, rispetto al passato.
Assistiamo da tre anni a una gestione, invece, molto casereccia della cosa pubblica che coinvolge più che altro solo simpatizzanti e sostenitori.
C’è un evidente deterioramento dell’ente dovuto non solo alle difficoltà storiche e congiunturali: impera uno sbando eccessivo, un navigare a vista che emerge chiaramente dall’assenza di idee non rinvenibili all’interno del bilancio di previsione, che approveremo chissà quando, che non conosciamo e i cui termini di approvazione sono già scaduti.
A tre anni dall’insediamento, dopo una serrata battaglia del passato contro l’aumento di indennità, ad oggi Fanesi & co. hanno invece provveduto ad un ulteriore aumento delle stesse, che ovviamente hanno taciuto. Alla battaglia contro il biogas, è subentrato un laconico silenzio. La chiusura delle, a loro dire, pericolosissime scuole medie non ha mai avuto luogo.
Eletti perché avevano rappresentato il malessere di tutti quei cittadini che hanno bocciato l’operato della precedente amministrazione, ad oggi non solo non hanno risolto nessuna di quelle questioni per cui tanto si erano spesi in campagna elettorale, ma tengono l’intero paese fermo nel più assoluto immobilismo.
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