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Un posto all’ombra – Memorie di Olindo Bartera

Progetto Memoteca e il ricordo di Olindo Bartera, ex assessore e vicesindaco di Corinaldo

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Olindo Bartera

Un posto all’ombra – Memorie di Olindo Bartera: Quando c’era da mietere si mieteva, quando c’era da zappare si zappava; questa è stata la mia infanzia, la mattina a scuola e il pomeriggio un po’ così, da contadinelli.

Così ha cominciato il suo racconto Olindo Bartera quando diversi anni fa siamo andati ad incontrarlo muniti di videocamera. Pochi giorni fa avrebbe compiuto 99 anni. Ha assistito a tanti grandi e piccoli eventi storici, compresa la recente irrefrenabile voglia di visibilità che si sta diffondendo come un virus e ha contagiato tanti, ma non lui.

Ognuno vuole il suo posto al sole, ma c’è una generazione che ha vissuto nell’ombra badando all’essenziale giorno per giorno. Ombre come quelle proiettate dal fuoco del camino sui muri della cucina, col vecchio che raccontava e i bambini come lui incuriositi dalle leggende.

Gli onnipresenti schermi luminosi, i cellulari, i monitor che reclamizzano qualsiasi cosa in qualsiasi luogo, lo hanno solo sfiorato;  Olindo e la sua generazione, vivendo nell’ombra hanno gettato le basi per una società che ha fatto piccoli passi verso una felicità articolata tra una partita a carte nella festa della contrada e la possibilità di andare su due ruote anziché a cavallo.

 Non eravamo ricchi, ma neanche proprio poretti, avevamo un fondo nostro. E mettendo da parte ho comprato una motocicletta.  Quando è passato il fronte l’ho nascosta laggiù, nel campo, sotto un mucchio di erba. Se la vedevano i tedeschi me la portavano via!

Olindo è stato anche amministratore comunale: Assessore a cosa? Gli chiedemmo – No, non c’era un assessore per questo o quest’altro, come oggi. Una volta ognuno sosteneva la sua contrada. E io sostenevo la mia: Madonna del Piano. Quando arrivava qualche risorsa battevamo i punti sul tavolo: c’era Baldassarri che mi diceva : tu vuoi sempre le cose a Madonna del Piano? Non si può! E io rispondevo: E dove invece, là da te?

Ci sembra un modello organizzativo superato, frutto di vecchio campanilismo. Ma oggi, con le mail, lo spid, i moduli editabili da compilare e spedire via pec, siamo realmente più organizzati? Quanto tempo sprechiamo in scartoffie e scadenze?

Poi ho lasciato la terra e ho preso un negozio: avevamo tutto, il caffè, la pasta, le bombole del gas. Il negozio era anche un bar. Quindi non c’era riposo, si lavorava tutti i giorni. Però quando vedevo i contadini d’estate che andavo a mietere sotto il sole, non mi lamentavo più, perché almeno io stavo all’ombra!

Le forme dei ricordi si delineano per quello che sono, all’ombra di una vita normale,  lontano dalla luce degli schermi ad alta definizione,  facendo emergere una piccola verità tra i fotogrammi dei racconti che abbiamo registrato nell’ambito del progetto Memoteca.

Siamo stati a trovarlo altre volte, sempre bene accolti, come era usanza nelle famiglie contadine, che condividevano il poco che avevano, compresa la risorsa più importante di tutte: il tempo.

da Massimo Bellucci

 

 

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