Uniti per Arcevia: “Inconsistente la programmazione presentata in Consiglio”
"La nuova Amministrazione si è limitata a gestire l'ordinarietà e a portare avanti le iniziative impostate dalle precedenti"
A proposito del Consiglio Comunale dello scorso 30 maggio, il primo dopo il lockdown, sono da rimarcare molti argomenti. I due punti principali sono stati l’ “Approvazione della nota di aggiornamento al Documento Unico di Programmazione (D.U.P.)” e l’ “Approvazione del Bilancio di Previsione finanziario” entrambi per il periodo 2020/2022.
Importanti appuntamenti di gestione ma purtroppo privi di progettualità, di idee originali, di rinnovamento e di rilancio necessari per contrastare il declino arceviese e per superare le conseguenze della emergenza sanitaria.
Sono documenti complessi, la burocrazia vuole che siano composti da parecchie centinaia di pagine di difficile e specialistica interpretazione.
Lamentiamo ancora una volta i tempi stretti delle convocazioni che non ne permettono una attenta valutazione. Si assiste spesso, infatti, al triste fenomeno degli yes-man cioè dei Consiglieri che sono chiamati ad approvare documenti che nemmeno conoscono e che sono stati decisi da altri in altre sedi, svuotando così il Consiglio di ogni sua perogativa. Questo vale anche per le Commissioni. Il fenomeno non riguarda la nostra Lista.
E’ passato circa un anno dalle elezioni 2019 e possiamo affermare che la nuova Amministrazione si è limitata a gestire l’ordinarietà e a portare avanti le iniziative impostate dalle precedenti Amministrazioni senza elaborarne di nuove.
Soltanto una è frutto della nuova gestione: la domanda di ammissione all’ Associazione i “Borghi più Belli d’Italia”, purtroppo presentata solamente per il capoluogo Arcevia. L’iniziativa è stata contrastata dalla nostra Lista perché non risponde ad una corretta interpretazione della “Zona dei Castelli di Arcevia” come unicum inscindibile di grande valore nel suo insieme.
Il D.U.P. è il Documento base della gestione comunale, “ha carattere generale e costituisce la guida strategica ed operativa dell’ente”. Quello approvato, noi contrari, non coglie le specificità arceviesi, è un semplice stato di fatto al quale manca un credibile stato di progetto.
La gestione complessa e difficile della vasta “Zona dei Castelli di Arcevia” comporta una manutenzione molto impegnativa, la gestione di una viabilità interna molto estesa, dei molti cimiteri, delle molte aree produttive, delle mura castellane, di una grande rete fognaria, delle rilevanti comunicazioni, dei tanti monumenti e delle tante aree storiche ed archeologiche, ecc. Ma questa, che è una ricchezza del territorio, non deve trasformarsi in una disgrazia! Questo principio deve essere posto in evidenzia nel D.U.P.. Deve essere ben presente presso Regione e Stato, deve essere ben presente ai nostri rappresentanti presso questi Enti, deve essere ben presente nel recepimento dei finanziamenti pubblici.
Questa particolarità territoriale del tutto evidente non è stata mai fatta valere nelle sedi opportune pur avendo avuto Arcevia figure politiche di primo piano in campo regionale e nazionale. E nel D.U.P. non se ne tiene in alcun conto.
Le ultime amministrazioni hanno tentato e tentano tuttora a porre rimedio al decadimento diluendo il nostro territorio in organismi sovracomunali. Fermo restando che ogni forma di collaborazione e di gestione comune, soprattutto di alcune funzioni, è ben accetta ma solo se improntate su basi di parità e di lettura corretta del territorio senza abdicare alle nostre esigenze basilari.
Il Comune di Arcevia partecipa ad uno dei 6 P.I.L., Progetti Integrati Locali, che sembra tendono a specializzare i 6 gruppi di Comuni con progetti che in realtà possono essere validi e peculiari per ciascuno di essi. Arcevia è capofila del P.I.L. 3 in collaborazione col Comune di Ostra – P.I.L. 6 – su un incomprensibile progetto di Distretto agroalimentare che riguarda quindi territori lontani ed a diversa vocazione. Oltretutto il nostro Comune deve esborsare varie migliaia di euro per portare avanti gli obiettivi preposti. Sarebbe stato meglio spedere quella somma per conto nostro per rilanciare le nostre specificità.
Il Comune di Arcevia partecipa poi alla Strategia Aree interne (Area interna basso Appennino pesarese-anconetano insieme ai comuni di Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico, Sassoferrato, Serra S. Abbondio) con Ente capofila la Comunità Montana del Catria-Nerone. Viene di nuovo rivolta l’attenzione verso I’Appennino come ai tempi della Comunità Montana di Fabriano ma questa volta verso monti ancora più lontani. Questa incongruente strategia deve occuparsi di mobilità, servizi socio-sanitari, scuola, comunicazioni e collegamenti internet (quelli proposti sono già obsoleti). Tutti settori che il nostro Comune ha deciso di rivolgere verso la costa anche con la partecipazione all’Unione “Le Terre della Marca Senone”. Se poi si aggiunge che parte del territorio comunale fa parte del Parco, che è in progetto un Parco Storico-agrario e la distruzione di Monte S. Angelo si conferma la frammentazione della zona che non viene mai considerata nella sua unitarietà storica, culturale, ambientale, il tutto in una grande confusa programmazione.
Questi progetti sono finalizzati alla acquisizione di fondi ma con criteri vaghi, senza far leva su quelle che sono le caratterizzazioni del territorio come viene fatto ovunque. L’acquisizione di finanziamenti non può essere fine a se stessa ma tendere a valorizzare l’esistente. Piccoli Comuni virtuosi hanno ottenuto notevoli fondi su progetti che esaltano i temi del territorio dando vere spinte al loro rilancio. Non solo, l’acquisizione di finanziamenti europei hanno maggiori possibilità di successo se contengono argomenti che coinvolgono più Stati. E Arcevia di questi requisiti ne ha parecchi.
I dipendenti comunali sono diminuiti da 42 unità del 2014 a 27 unità ad oggi, solo in parte è dovuto a norme sovracomunali ed in maggior misura ad una limitata visione. Del resto la capacità assunzionale del Comune non può e non deve tener conto del solo numero degli abitanti ma dalle qualità degli stessi e del territorio in cui vivono.
Per quanto riguarda il turismo ed i beni culturali, aspetti molto importanti della nostra economia, non si da nessuna indicazione. Soprattutto sulla offerta, sulla comunicazione, sulla promozione, sul Web Marketing. Risulta necessaria la redazione di un Piano di settore per l’mportanza che riveste. Al contrario ci si limita ad elencare freddamente tutte le iniziative instaurate in passato senza fare alcuna proposta di rinnovamento e di rilancio. A dire che appuntamenti cardine ed identitari della nostra Comunità ne avrebbero proprio bisogno, ad esempio “La Festa dell’Uva” è ridotta ad una sagra paesana. E’ necessario porre maggiore attenzione ai Castelli non solo per l’aspetto turistico culturale ma generale. Lo stesso vale per gli altri punti trattati: Istruzione, Politiche giovanili, Sviluppo e tutela ambientale, Sociale, Trasporti,
Cosa grave è l’inconsistente approccio alla crisi sanitaria ed al problema della ripartenza. Non viene assolutamente affrontato ed è liquidato con poche righe mentre tutti i Comuni si stanno adoperando per venire incontro alle realtà economiche danneggiate con le misure attuabili. Misure urgenti che devono essere affrontate subito per la rapidità dei cambiamenti in corso e per non rimanere indietro.
E’ necessario rinviare i pagamenti gestiti dal Comune. Inoltre è necessaria la sospensione e riduzione della TARI per chi non ha prodotto rifiuti.
L’ eliminazione della COSAP perché l’occupazione del suolo pubblico deve essere incentivata sia per la disponibilità di maggiori spazi necessari al distanziamento sia ai fini del rilancio economico, della ICP, delle sanzioni ed interessi per le rate scadute di tutti i tributi. La sospensione degli affitti degli immobili di proprietà comunale, la distribuzione gratuita di mascherine. Si dovrebbe poi costituire un gruppo di lavoro per individuare ed intervenire a risolvere le situazione maggiormante colpite. Stimolare la creazione di iniziative innovative quali l’ e-commerce di prodotti locali.
Iniziative che molti altri Comuni hanno già preso. Ad esempio a Serra de’ Conti, con cui condividiamo molti uffici, è stato rinviato il pagamento della 1° rata IMU al prossimo 16 settembre. Misure, anche piccole, che darebbero respiro alla martoriata economia ed ai cittadini favorendo la ripresa.
Nel Documento di programmazione non si fa cenno alla esigenza di moderni collegamenti internet, messa maggiormente in evidenza dalla crisi epidemica: home working, lezioni online, dirette streaming, teleassistenza anche agli anziani, telemedicina, webinar sono possibili con la banda ultra-larga, che sono le infrastrutture del futuro, con connessioni ultraveloci di 1000 Mbps mentre attualmente sono possibili velocità al massimo di 20 Mbps e non dappertutto.
Non si fa cenno al potenziamento della Protezione civile che abbisogna e merita di una sede adeguata e di una gestione autonoma anche perché sono fonte di risorse finanziarie per lo stesso Comune.
Concludendo, ci si aspettava fossero messi in evidenza i reali problemi arceviesi: spopolamento ed invecchiamento, mancanza della connessione ultra–larga, sistemazione della viabilità, gestione e rilancio unitario della zona, moderna gestione del suo territorio vasto e complesso, iniziative volte a favorire la comunità straniera e l’immigrazione, il problema dei fabbricati rurali abbandonati.Così non è stato e questo giustifica il nostro voto contrario.
Purtroppo diluendo il territorio in organizzazioni e progettazioni sovracomunali si è portato via sempre qualcosa. Al contrario Arcevia deve riacquistare la sua centralità per crescere. Sinceramente riteniamo che la pianificazione e programmazione sia qualcosa di diverso, qualcosa di più profondo di quanto presentato in Consiglio.
Per quanto riguarda l’ “Approvazione del Bilancio di Previsione” siamo in attesa di chiarimenti per cui ci torneremo sopra in un prossimo articolo.
da Gruppo Consiliare “Uniti per Arcevia”
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