L’affresco della Madonna del Piano di Serra de’ Conti
Una testimonianza di devozione religiosa che va restituita al culto e alla memoria collettiva
Grazie a fondi dello Stato e all’impegno della Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche l’edificio della chiesa della Madonna del Piano di Serra de’ Conti sarà sottratta ad un de-stino di decadimento che sembrava ineluttabile per essere restaurata ed adibita a contenitore di attività culturali, per il momento non meglio definite.
E’ questa la conclusione auspicata di un percorso lungo e travagliato, fin da quando alla fine degli anni ’60 per motivi di sicurezza la chiesa veniva chiusa al culto e venduta ad un privato, che la adibiva a deposito, mentre le funzioni religiose venivano trasferite in un nuovo edificio, sicuramente più funziona-le, ma architettonicamente molto più modesto.
Con questa scelta, allora non da tutti condivisa, venivano spezzati un po’ frettolosamente i legami affettivi e devozionali che da secoli univano la comunità ad un luogo di culto particolarmente identita-rio per una contrada rurale e dalla forte connotazione religiosa, come dimostra il fatto che fosse non ca-sualmente dedicato alla Madonna delle Grazie.
A testimoniare questi antichi legami restava nella vecchia chiesa una preziosa testimonianza ico-nografica, che non poteva allora essere trasferita e il cui significato storico e devozionale è stato forse a lungo sottovalutato. Si tratta di un affresco conservato in una nicchia dell’altare maggiore, deteriorato dal tempo e malamente ritoccato, ma ancora ben leggibile. Dovrebbe risalire al ‘500 e raffigura la Vergine con il Bambino affiancata dai santi protettori del paese, San Fortunato e il Beato Gherardo. E’ un’opera minore e presenta un modesto valore artistico, ma il soggetto riveste un grande significato simbolico e devozionale per la comunità, per le immagini che riproduce.
Più di due anni fa questa Associazione insieme ad un comitato locale sollecitava l’Amministrazione Comunale a restaurare l’affresco e trasferirlo mediante distacco nella nuova chiesa, restituendo l’immagine al culto e alla fruizione dei fedeli, l’unico modo per valorizzare e attualizzare l’opera e ripristinare il collegamento ideale fra il passato e il presente. Così l’opera, per il suo valore eminentemente devozionale, poteva essere messa a disposizione della collettività e restituita al culto.
L’Amministrazione condivideva il suggerimento e si attivava per condurre in porto l’operazione, mettendo anche a disposizione le risorse necessarie. Ma ad un certo punto il progetto veniva sospeso per l’intervento della Soprintendenza, che intendeva assumersi l’onere e la responsabilità dell’operazione, inserendolo infine nel progetto complessivo di restauro dell’immobile.
Il nuovo progetto della Soprintendenza prevede in effetti il restauro e la conservazione dell’affresco, senza però il distacco: una soluzione metodologicamente senz’altro corretta, ma che rischia di lasciare l’opera in uno spazio non fruibile dalla collettività e quindi sottratta alle finalità e alla comunità per le quali era stata concepita. Qualunque sarà la destinazione d’uso dell’edificio, al momento non facilmente individuabile, l’affresco resterà marginalizzato e sottratto alla funzione pubblica e devozionale per il quale è stato realizzato.
Per cui questa Associazione invita le Istituzioni e soprattutto la Soprintendenza ad una attenta riflessione sull’opportunità di restituire l’opera alla fruizione della comunità e quindi del suo trasferimento nei modi opportuni alla nuova chiesa della frazione.
Il presidente
Prof. Virginio Villani
Italia NOSTRA
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