Molto partecipato l’incontro di Corinaldo sul tema dell’accoglienza
Nella Giornata mondiale del rifugiato si è tenuta l'iniziativa promossa da Fondazione Caritas Senigallia e comune
Interessante e partecipato incontro, quello di giovedì pomeriggio, 21 giugno, nella Sala consiliare di Corinaldo sul tema dell’accoglienza, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
Il convegno “Crescere nell’accoglienza”, realizzato da Fondazione Caritas Senigallia e comune di Corinaldo, per il progetto SHARE Integration (che promuove l’accoglienza di migranti e re-insediati), si è mosso nei temi delle buone prassi per l’accoglienza e l’integrazione, in particolar modo nelle piccole e medie comunità, e dei corridoi umanitari.
Dopo i saluti di Matteo Principi, sindaco di Corinaldo, e di Andrea Storoni, sindaco di Ostra, che partecipano al progetto SPRAR, entrambi soddisfatti del livello di integrazione nelle loro comunità, che risultano “impreziosite da persone che si trovano così bene da noi da non volersene andare” (Principi), e della grande collaborazione tra Caritas e comuni, la parola a Maurizio Mandolini: “Ammiro il coraggio di questa giornata nel contesto storico in cui ci troviamo e penso che sia fondamentale costruire un giusto rapporto tra diritti e doveri di chi accoglie e di chi viene accolto”.
Quindi Pierfrancesco Curzi, noto giornalista e scrittore, sui flussi migratori (68 milioni di persone sono costrette a fuggire dal loro Paese), sulla falsità della stampa quando si parla di “invasione” e sulla situazione di Ancona, sua città, riguardo ai “ghetti” e alla criminalità di origine straniera: “I numeri degli sbarchi del 2017 sono in calo del 70% rispetto agli ultimi anni. I mezzi di informazione sono il megafono di ciò che accade, dovremmo cercare di essere più onesti e ricordare sempre che i grandi crimini sono perpetrati da italiani, non da stranieri”.
Federico Sabbatini ha raccontato la sua esperienza di educatore nella Comunità per minori Casa di Corinaldo, che accoglie minori italiani e stranieri. Poi Sandra Magliulo, membro dell’UNCHR e della Commissione territoriale di Ancona, che valuta le richieste di protezione internazionale: “L’85% delle persone costrette a fuggire si sposta internamente al proprio Paese o nei Paesi limitrofi (il Libano è formato al 50% da rifugiati). Lo sforzo maggiore non viene fatto dagli europei ed è ridicolo e folle parlare di “emergenza” dopo dieci anni di migrazioni. La responsabilità è di ognuno di noi. Dobbiamo capire di cosa hanno bisogno, le persone che fuggono. L’accoglienza è una questione di umanità e non di carità. Dobbiamo guardare al futuro, per esempio pensando ai canali di ingresso sicuri per eliminare il problema dei trafficanti. Non possiamo restare indifferenti davanti a ciò che sta accadendo”.
Infine Gaetano de Monte, operatore legale e giornalista dell’FCEI, ha presentato il programma per rifugiati e migranti Mediterranean Hope, che lavora soprattutto attraverso i corridoi umanitari, e ricordato al pubblico la campagna welcomingeurope, da firmare se si crede in un’Europa che accoglie, che decriminalizza la solidarietà, crea passaggi sicuri e protegge le vittime di abusi.
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