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Terre della Marca Senone e Montenovo Servizi: la difesa del sindaco di Ostra Vetere

Memè: "Unione perchè da soli non si va più da nessuna parte. Nessuno vuole vendere l'impianto del Comune"

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Luca Memè

In questi ultimi giorni da Sindaco vorrei prendere una posizione netta e chiara sulle scelte fatte dall’Amministrazione da me guidata. Le uniche contestazioni riguardano due argomenti soltanto, a fronte di numerose realizzazioni a favore della comunità di Ostra Vetere.

La prima è quella dell’Unione dei Comuni “Terre della Marca Senone” per la quale è stata fondamentale l’adesione nella consapevolezza che da soli non si va più da nessuna parte e i piccoli Comuni non sarebbero in grado di erogare i servizi obbligatori. Basti pensare ai servizi sociali, dove i contributi regionali vengono erogati solo agli enti che “si mettono insieme”, allo sportello unico per le attività produttive (SUAP), che deve essere gestito obbligatoriamente mediante un portale automatizzato, alle funzioni dell’ex genio civile, che dal febbraio prossimo verranno demandate ai comuni e alla centrale unica di committenza (ufficio preposto alle gare d’appalto), che deve essere gestita obbligatoriamente in forma associata. Pensiamo anche alla polizia locale che, a causa del blocco delle assunzioni e del limite alle spese per il personale, il Comune di Ostra Vetere dispone di un solo vigile, ai tre funzionari prossimi al pensionamento e all’unico operaio esterno. Con il turnover al 25%, al loro posto si potrà assumere un solo dipendente.

Se fossimo fuori dall’Unione, quale dipendente si dovrebbe scegliere di assumere tra il responsabile dell’ufficio tecnico, il responsabile dei servizi demografici, il responsabile dei servizi sociali e l’operaio esterno?

L’adesione all’Unione dei comuni, quindi, è questione di sopravvivenza dei servizi e non possiamo farne a meno. Senza la stessa, nei prossimi anni, il Comune si troverebbe con un forte calo del personale e sarebbe costretto a chiudere. L’Unione dei comuni, però non è soltanto questione di sopravvivenza ma è un’opportunità di crescita e di sviluppo è un guardare oltre per allargare le possibilità, l’integrazione sociale e per incrementare il turismo, tanto esaltato anche dalla precedente Amministrazione.

Davvero si può credere che da soli riusciremo a promuovere il nostro territorio? Davvero si può pensare di promuovere Ostra Vetere in Italia, in Europa e nel mondo stando da soli? Basta guardarsi intorno: in Italia si conoscono le Cinque Terre, il Salento, il Cilento, la Valdorcia, la Val Pusteria, ecc., non si conoscono le singole realtà comunali. Tutti si sono messi insieme per promuovere il proprio territorio. I comuni da Senigallia ad Arcevia, stando insieme, possono e devono lavorare per lo sviluppo di tutta la valle, per la valorizzazione dei nostri paesaggi, dei nostri territori, dei nostri prodotti tipici. L’entroterra è un grande valore aggiunto per Senigallia e Senigallia lo è per tutto l’entroterra. All’interno delle “Terre della Marca Senone” ci sono vini pregiati , il Villa Bucci, i prodotti biologici della “Terra e il Cielo”, la cicerchia di Serra de Conti, lo yogurt di Pittalis, il salame di Frattula, le farine Manitaly, il Panfritt. All’interno delle “Terre della Marca Senone” c’è Ostra Antica con il suo “Traiano”, il museo civico parrocchiale di Ostra Vetere con il “Pomarancio”, le preziose maioliche esposte al Polo Museale “Terra di Montenovo” che hanno dato vita all’evento internazionale le “Lacrime di Smalto”, ma ci sono anche i castelli di Arcevia, con il museo Archeologico, il museo delle Arti Monastiche di Serra de’ Conti. E c’è Senigallia con la spiaggia di velluto, la rotonda, il Summer Jumboree. Delle “Terre della Marca Senone”, quanto prima, dovrebbero far parte Castelleone con l’antica città romana di Suasa e Corinaldo, città natale di Santa Maria Goretti, e, perché no, le grotte di Frasassi. Isolarsi, o semplicemente escludere Senigallia, non porterebbe da nessuna parte. Sostenere di uscire dall’Unione dei Comuni significa avere una visione miope e conservatrice una visione chiusa dentro quattro mura senza voler curare altri interessi.

Unione dei Comuni non vuol dire perdita di identità, unione dei comuni vuol dire stare insieme per promuovere le varie identità, vuol dire fare economia di scala per dare più servizi ai cittadini.

Altro argomento è quello della società partecipata Montenovo Servizi srl il cui unico socio e cliente è il Comune di Ostra Vetere. Ho sentito accuse pesanti al sottoscritto e all’ex Amministratore. Visto che il proprietario dell’impianto è il Comune di Ostra Vetere, che a riscuotere tutti i proventi della produzione di energia elettrica è il Comune di Ostra Vetere, che esiste un contratto fra il Comune di Ostra Vetere e la Montenovo Servizi e che lo stesso è stato firmato a suo tempo dal primo amministratore della società, nel quale è riportato:
“art. 5.1 … il comune di Ostra Vetere riconoscerà alla società un corrispettivo tale da garantire la copertura finanziaria per il pagamento delle rate del mutuo, la gestione ordinaria dell’impianto e della società”, che l’unico cliente della società è il comune di Ostra Vetere e che arricchire la società significherebbe solo ed esclusivamente impoverire il comune, mi chiedo per quale motivo avremmo dovuto far aumentare il fatturato della società? Io non riesco proprio a capirlo.

Il migliore amministratore è colui che riduce al minimo il fatturato della società, perché significa che ha ridotto le spese, spese per l’amministratore e spese per la gestione ordinaria. Il migliore amministratore non è quello che taglia l’erba tutti i giorni, ma quello che la taglia solo quando è necessario perché così i proventi della vendita dell’energia restano nelle casse del comune che, in questo modo, è possibile erogare maggiori e qualificati servizi ai cittadini.

Altra questione sollevata è quella della vendita della società. Nessuno ha mai detto di voler vendere l’impianto fotovoltaico: l’impianto è del Comune su un terreno del Comune e nessuno lo vuole vendere. Ci si chiede soltanto se ha senso mantenere in vita una società per gestire l’impianto fotovoltaico o se lo stesso possa essere gestito direttamente dal Comune. Ci si chiede soltanto se si vogliono continuare a pagare un amministratore (anche se negli ultimi anni è costato molto meno), un commercialista e le tasse per gestire un impianto che può tranquillamente essere gestito internamente dal comune.

Quanto sopra per chiarezza e nella convinzione di aver sempre operato nell’esclusivo interesse dell’intera comunità di Ostra Vetere.

Il Sindaco Luca Memè
Giugno 2018

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