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“Agricoltura biologica: opportunità di reddito e tutela della salute” a Sementi Festival

L'incontro venerdì 25 maggio nella sala "Ciani" del Palazzo Comunale di Corinaldo

Agricoltura biologica: opportunità di reddito e tutela della salute, a Sementi Festival a Corinaldo

Il Coordinamento Pesticidi Stop Marche, composto da 42 fra associazioni e gruppi (oltre a singoli cittadini), e il Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) Corinaldo in occasione di “Sementi Festival” organizzano l’incontro Agricoltura biologica: opportunità di reddito e tutela della salute che si terrà venerdì 25 maggio alle ore 21 nel Palazzo Comunale (Sala “Ciani”) di Corinaldo.

Interverranno Valerio Ballerini (Agronomo), Claudio Bignami (Perito Agrario, Socio conferitore Cooperativa La Terra e il Cielo) ed il moderatore della serata prof. Fabio Taffetani (Botanico, Università Politecnica delle Marche e Presidente PAN Italia).

I relatori parleranno di come attivare la fertilità del suolo che sta alla base della sostenibilità economica dell’agricoltura biologica e della relativa esperienza dell’azienda Bignami Claudio. In Italia le vendite di fitofarmaci nel 2015 sono state pari a 136mila tonnellate (oltre 2 kg pro capite e oltre 10 kg per ettaro di superficie coltivata), mentre nel 2016 sono state utilizzate 4,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti chimici (74 kg pro capite e 351 kg per ettaro di superficie coltivata).

Agricoltura biologica: opportunità di reddito e tutela della salute, a Sementi Festival a Corinaldo - locandinaIl Ministero della Salute, Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, ha pubblicato il report, relativo all’anno 2016, sul controllo dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti in Italia. Nei prodotti ortofrutticoli si sono riscontrati residui di pesticidi nel 46,3% dei campioni analizzati e nel 25,8% sono presenti addirittura più tipologie di pesticidi; in particolare la frutta con presenza di pesticidi rappresenta il 59,6% di quella analizzata, il vino con pesticidi è al 44,1%, gli ortaggi sono al 31,2%, i cereali al 18,1%. Al secondo Simposio Internazionale di Agro-ecologia, tenutosi dal 3 al 5 aprile 2018 alla FAO al cospetto di 350 organizzazioni della società civile, dei rappresentanti di 72 governi e di 6 organizzazioni delle Nazioni Unite, si è preso finalmente atto dell’urgenza di un radicale cambiamento di rotta.

Il direttore generale della FAO definisce “esaurito” il modello di agricoltura che imperversa da decenni, esaltando il mantra della produttività, e che non ha certo risolto il problema della fame del mondo. La via da percorrere è quella dell’agroecologia, capace di reintrodurre la biodiversità nelle fattorie, rafforzare i sistemi alimentari locali, rivalutare la conoscenza tradizionale, assicurare equità e accesso alla terra e alle risorse economiche e rispettare le molteplici culture alimentari nel mondo.

La svolta della FAO avviene a quattro anni di distanza dal primo Simposio di Agroecologia e a seguito dell’impegno delle organizzazioni della società civile che hanno ripetutamente denunciato i danni causati dal paradigma produttivista della Rivoluzione Verde, sostenuto dalle grandi aziende dell’agribusiness: “L’accento posto dalla Rivoluzione Verde sull’incremento dei raccolti ad ogni costo – si legge nel documento finale del Simposio – non è sostenibile e non è sufficiente a sradicare fame e povertà e a fronteggiare le sfide dell’esaurimento delle risorse naturali, del degrado ambientale, della perdita della biodiversità e dell’adattamento ai cambiamenti climatici”.

Quello attuale è un modello “esaurito”, secondo le parole dello stesso direttore generale, sia perché non ha risolto il problema della fame nel mondo, sofferta ancora da 815 milioni di persone nel 2016, sia perché il mantra della produttività ad ogni costo ha presentato un conto insostenibile dal punto di vista ambientale a causa del massiccio uso di fertilizzanti chimici e pesticidi che hanno contribuito alla contaminazione dei suoli, all’inquinamento delle falde acquifere e alla perdita della biodiversità. In Italia il biologico è cresciuto in termini di superficie coltivata del 20,4% solo nell’arco del 2016. La strada è tracciata, la politica ha il dovere di andare in questa direzione, anche a livello locale.

da Coordinamento Pesticidi Stop Marche

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