Gruppo Solidarietà Partecipazione Trecastelli sull’unione dei comuni
"Un’opportunità per la democrazia partecipata e non fortezza per burocrati e azzeccagarbugli"
Tanta agitazione, molta confusione. E’ una battaglia tra furbi (nel senso che omettono) ed ignoranti (nel senso che non conoscono) quella a cui assistiamo, attorno alla proposta di Unione dei comuni “Le Terre di Marca Sènone”.
Trecastelli sta sperimentando convenzioni con il comune di Ostra per il servizio di polizia locale, con Senigallia per il SUAP e con i comuni delle valli Misa e Nevola per i servizi sociali.
L’ Unione è qualcosa di più un “ente locale” distinto dai Comuni che lo costituiscono, dotato di personalità giuridica, e quindi di autonomia deliberativa e patrimoniale e capacità di agire nella gestione delle funzioni individuate dallo Statuto.
Conseguenza è che i Consigli Comunali dei Comuni costituenti l’Unione cedono a quest’ultima un pezzo di sovranità
Ora è del tutto evidente che se questo può migliorare l’efficacia amministrativa, può, purtuttavia, allontanare indirizzo e controllo delle attività dalla cittadinanza. Noi di “Solidarietà Partecipazione” pensiamo che sia necessario individuare i contrappesi per evitare questo e, anzi, che questo confronto possa determinare un processo di partecipazione attiva dei cittadini troppo spesso depresso dai fumi della burocrazia che si nasconde nelle “grida” e nel linguaggio da Azzeccagarbugli che sovente amministratori e soprattutto dirigenti ostentano. Avanziamo quindi una proposta il cui obiettivo principale è la restituzione della di sovranità ai cittadini. In che modo?
L’art. 33 dello Statuto dell’Unione vede l’istituzione del Direttivo di Area per ciascuna delle aree di Servizi in cui si articola l’organizzazione dell’Unione, Direttivo costituito dagli assessori dei Comuni partecipanti delegati nelle materie di cui si occupa l’Area, dal componente della Giunta dell’Unione, dal responsabile dell’ufficio centrale di direzione e dal responsabile di area. E’ l’organismo dove vengono valutati i bisogni dei singoli territori ed i segnali del loro evolversi e per i quali l’Unione è chiamata a formulare risposte.
A volte lo stesso Consiglio Comunale appare al cittadino lontano dalla sua portata, figuriamoci un’organizzazione basata sull’Unione in particolare per servizi complessi e delicati quali i servizi sociali. Politica ed amministrazione si presentano rispetto ai cittadini come unico blocco da loro separato e distinto quanto ad interessi perseguiti. E’ un rapporto di tipo verticale, bipolare, gerarchico fondato sulla separazione e la reciproca diffidenza
Per perseguire l’interesse generale si propone un rapporto diverso, fondato sulla comunicazione e la leale collaborazione in cui soggetti pubblici e cittadini mettono insieme le proprie risorse per affrontare insieme i problemi complessi e difficili da amministrare. E l’Unione è il modello per sperimentare tale percorso.
Si propone quindi la costituzione della Consulta dei Cittadini in ogni comune dell’Unione con la quale lo stesso Direttivo di Area si dovrà confrontare per informare, per ascoltare, per raccogliere suggerimenti e pareri, che debbono essere propedeutici ed obbligatori. Le Consulte, per il proprio territorio di competenza, svolgeranno funzioni di controllo sulle scelte operate dall’Unione e collaboreranno al perseguimento delle stesse scelte.
A tal fine si divisa il seguente emendamento allo Statuto dell’Unione:
art. 33/bis Consulta dei cittadini
1. E’ istituita in ogni comune dell’Unione la Consulta dei cittadini a cui, previa richiesta , possono partecipare cittadini singoli e associati, al fine di coadiuvare la formulazione di proposte e pareri in merito ai Servizi unificati oltre ché svolgere funzioni di controllo circa l’operato dell’Unione stessa, a seguito della raccolta preliminare di informazioni dal territorio di cui è espressione
2. La Consulta si doterà di organismi di rappresentanza funzionali allo svolgimento dei suoi compiti e riunirà l’Assemblea, che è organo deliberante, ogni qualvolta il Direttivo di Area dovrà sviluppare proposte di indirizzo ed organizzare la loro attuazione in ogni specifico Comune. Ogni Consulta avrà competenza per il proprio territorio.
3. Il Direttivo di Area per perseguire i propri obiettivi (valutazione dei bisogni dei singoli territori e dei segnali del loro evolversi e per i quali L’Unione è chiamata a formulare risposte) dovrà ricevere dalla Consulta comunale parere obbligatorio e propedeutico su ogni atto che interviene o modifica i servizi unificati
4. La Consulta sarà dotata di strumenti e risorse per informare i cittadini sugli argomenti e sulle scelte in cui è chiamata ad esprimere il proprio parere.
da Gruppo Solidarietà Partecipazione Trecastelli
Occhio alla frazione di Ponte Rio, il tempo di alcuni cognomi illustri sta per finire!!!!!
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