Arcevia chiede lo stato di calamità
Il vice Sindaco Dalmiro Lenci e l’assessore ai LL PP Andrea Bomprezzi, dopo l’emergenza dovuta alle piogge torrenziali abbattutesi nel comune di Arcevia nella notte tra il 21/22 luglio, fanno il conto dei danni che sono ingenti e che mettono a dura prova l’amministrazione comunale, considerando che già la cittadina è stata fortemente provata negli anni scorsi da notevoli movimenti franosi (coinvolti tratti di strade comunali e, soprattutto, crolli della cinta muraria medievale).
Da una prima stima dei danni, quantificata dal competente ufficio tecnico, questa si aggirerebbe intorno ai 700/800 mila euro, cifra insostenibile per questo comune. Proprio a seguito degli eventi, la giunta ha deliberato il 22 luglio la richiesta dello stato di calamità naturale e di emergenza e lo stato di pronto intervento per i gravi danni al patrimonio infrastrutturale pubblico, che di seguito elenchiamo: smottamenti che hanno causato il dissesto della strada comunale di accesso al campo sportivo con conseguente crollo di un muro di sostegno; frane e dissesti sulle strade comunali di S. Stefano – Civitalba (a confine con Genga e Sassoferrato), Magnadorsa – Colle Aprico e la ex strada provinciale dalla località Conce a Casette di Magnadorsa; infine, gravi danni ha riportato anche una parte della cinta muraria, con distacco di pietre nella zona antistante il ponte di accesso al centro storico di Arcevia. L’Ufficio Tecnico comunale ha tempestivamente relazionato sui gravi danni occorsi nel territorio, comunicando una prima stima sia alla Regione Marche, sia alla Protezione Civile, sia alla Provincia di Ancona.
Ora ci si attende dal Governo centrale il decreto per il riconoscimento dello stato di calamità naturale e di emergenza. A tal riguardo si chiede un autorevole intervento da parte dei due parlamentari della zona montana, Maria Paola Merloni e Francesco Casoli, al fine di sensibilizzare il Governo.
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