Lutto a Ostra per la scomparsa dello storico edicolante Aldo Barchiesi
Conosciutissimo in paese, ma anche a Senigallia, aveva 89 anni
Cordoglio ad Ostra per la scomparsa di Aldo Barchiesi, una figura tipica, unica, insostituibile di Ostra e per Ostra, quasi un’istituzione. Edicolante da sempre, da sempre esistito. Così, almeno, parrebbe tornando indietro nel tempo fino ai ricordi d’infanzia per molte generazioni.
Ad Ostra, ma anche nel Senigalliese, Aldo il giornale era molto conosciuto e stimato. Aldo, si è spento il 22 luglio all’età di 89 anni dopo una lunga e a volte sofferta malattia.
Aveva incominciato nel 1939, a 11 anni, la sua attività di giornalaio, poi sposatasi ha gestito insieme alla moglie Lidia per tantissimi anni una rivendita di giornali, con annesso il negozio cartolibreria e giocattoli di Ostra.
Cavaliere al merito del lavoro nel 1962 la Camera di Commercio di Ancona gli aveva concesso l’ambito riconoscimento di “Fedeltà al lavoro e Progresso Economico” per la sua lunga attività.
La Celebrazione Eucaristica e il saluto orante, si legge nel manifesto funebre, si svolgerà il 24 luglio nella Chiesa dei Santi Francesco e Lucia alle ore 9,00.
Il cordoglio della nostra redazione ai figli Giancarlo e Paolo che hanno continuato l’attività dei genitori.
Di seguito il ricordo di Aldo in saggio di Bruno Morbidelli.
Per presentare Aldo il giornalaio, mi piace ricorrere a quanto altri concittadini hanno già scritto di lui. Incomincerei con un articolo di Paolo Pirani, che descrive bene il personaggio.
Una figura tipica, unica, insostituibile di Ostra e per Ostra è Aldo Barchiesi, quasi un’istituzione. Edicolante da sempre, da sempre esistito. Così, almeno, parrebbe tornando indietro nel tempo fino ai ricordi d’infanzia per molte generazioni. Appartiene ad una “discendenza” di giornalai che dal 1912 diffondono il “verbo stampato” in un ampio settore geografico con centro irradiatore la cittadina ostrense. L’edicola (ed ora la cartolibreria con annessa rivendita di articoli ludico-didattici) di Aldo Barchiesi è una “fucina” in produzione continua da oltre quarant’anni, precisamente dal 1939. Aldo (così tutti lo conoscono e lo chiamano) è dunque una tipologia ineliminabile di Ostra, i cui cittadini (come pure i turisti occasionali o stanziali) hanno imparato a decifrare la “tonalità” ed il “contenuto” del suo classico gergo “gridato” da lontano. Non si può non ricordare con affetto questa figura di instancabile, appassionato lavoratore che ogni giorno, dalla mattina presto, con il suoaddobbatissimo ciclomotore reca di casa in casa, porta a porta, con puntigliosa meticolosità, la quotidiana prima informazione. Oggetto del suo giustificato vanto è l’impressionante numero di giornali venduti nel corso della sua lunghissima attività, a cominciare proprio dal Corriere Adriatico. Persino i celeberrimi Rastelli, clown di fama internazionale, ospiti da due anni (nel periodo estivo) della cittadina ostrense, hanno individuato in Aldo una simpatica fonte di “gags” da riproporre con gustosa imitazione. È un fatto accertato che né sole, né pioggia, né vento o altro elemento atmosferico possono arrestare l’incedere di questo corriere”express” del 2.000 col suo “pony” d’acciaio. Per i suoi indiscussi meriti civili, nel 1985, con una approvazione del presidente della Repubblica, on. Francesco Cossiga, e del presidente del Consiglio dei ministri on. Bettino Craxi, Aldo Barchiesi è stato nominato cavaliere del lavoro. Riconoscimento emblematico, che premia in lui tutti i milioni di anonimi lavoratori. Aldo è rimasto indubbiamente colpito da quell’attestato ma solo per un attimo. Non si è inorgoglito, perché tanto il suo stile di vita e il suo impegno non mutano. Lui è e rimane quello di sempre. Vuole essere chiamato semplicemente “Aldo”.
Per precisare estesamente quanto espresso da Paolo Pirani, bisogna subito dire dove opera questo benedetto uomo.
Alla piazza d’Ostra non manca niente: il Comune, la torre con l’orologio, una chiesa con le logge e sotto le logge il giornalaio, Aldo. Ha cominciato il mestiere che era un fioletto, secco come ’no spino. Proprio per questo la madre gli dava la merenda per tenerlo su, perché il piccolo, per portare i giornali, già pedalava tanto con la bicicletta: una cassetta davanti e una di dietro.
E pedalando ne ha fatta di strada il nostro giornalaio: ha incominciato con un metro quadrato attaccato all’arco, dopo ha sfondato il muro di dietro, si è ingrandito, si è sposato e ha cominciato a far figli: due maschi e due femmine. E subito li ha messi al lavoro, insegnando loro il mestiere.
Nei pregi, come nei difetti, i due maschi hanno emulato il padre così bene da superarlo, forse: una specie di trinità, non si sa dove finisce uno e incomincia l’altro.
Ad Ostra, al mattino, non serve la sveglia: ci pensa Aldo, anche la domenica mattina. Arriva dappertutto e lo senti bene perché, oltre il rumore del motorino o dell’apetto, grida quattro o cinque volte: “È arrivato Aldo! È arrivato Aldo!. Aldo… giornale!”. E non gli si secca la gola, non si stanca mai di gridare, strillando i nomi di giornali e riviste, almeno fino a quando qualcuno non lo manda a quel paese!
Il poeta Carlo Marulli, a Ostra da oltre un decennio, gli ha dedicato una bella poesia:
L’Edicola di Ostra
Nascono le prime brume
e sfiorano le mura antiche.
Aerei scenari nascosti.
Un grido nel silenzio
è Aldo, il giornalaio:
inizia il giorno.
Con i quotidiani, offre il
mondo.
Una volta qualcuno si è veramente arrabbiato con Aldo, almeno questo racconta la diceria. Poco dopo che in edicola era comparsa la rivista Anna Bella, una signora abitante in Corso Mazzini ne era diventata un’affezionata lettrice. Così ogni settimana, Aldo, in prossimità dell’abitazione di questa, strillava il nome della rivista: -Anna Bella! –
Un vicino di casa della signora era molto infastidito da quel modo di fare:
– Ma perché Aldo grida così? Perché mai? –
Quel signore chiamò Vincenzo, il cognato di Aldo:
– Senti Vincenzo, se Aldo non se la smette di fare gli affari degli altri, lo gonfio, ma lo gonfio di bastonate …
– Ma cosa ha combinato mai mio cognato?
– La deve smettere di urlare Anna bella! Che s’impiccia se ho l’amante Anna e per giunta bella!
La celebre famiglia di clown Rastelli, nell’estate del 1985, trascorse le vacanze presso il campeggio di Ostra. Rimasero molto sorpresi della puntualità con cui Aldo consegnava i giornali tutti i giorni a domicilio, compreso il campeggio locale. Prima di partire, tennero in piazza anche uno spettacolo, quasi improvvisato, e vollero raccontare proprio di Aldo.
“C’è Aldo? C’è Aldo?”.
Ma chi era questo Aldo, si domandava il pubblico.
“Aldo il giornale …? Noi siamo qui al campeggio e vi vogliamo raccontare di Aldo … . Qualche giorno fa siamo arrivati e abbiamo conosciuto Aldo! Abbiamo subito fatto conoscenza e gli abbiamo chiesto di lasciarci il giornale. Alle sette in punto il suo urlo inconfondibile: “È arrivato Aldo … Aldo il giornale …”.
Alcuni giorni dopo gli abbiamo chiesto di non “urlare”e lui garbatamente ci ha esaudito. Alle sette, dico alle sette in punto, quando solo il cinguettio degli uccellini rallegrano il campeggio, piano piano sentiamo il cigolio di un motorino che scende lentamente … È Aldo, che consegna i giornali. Tutto silenzio… che bello Aldo ha capito! Ma dieci secondi dopo una scarica di mitragliatrice tra, tra, tra … è il motorino di Aldo che deve risalire e fa quel rumore bestiale che ben si conosce.
Le risate e l’applauso del pubblico avrebbero fatto inorgoglire Aldo, ma Aldo era già a letto, per essere pronto a ricominciare il suo lavoro di strillone al canto del gallo.
Un giorno sono sotto le logge di San Francesco: arriva una signora, non ha l’aria ostrana, perché tra le mani tiene una cartina di Ostra e mi chiede come si fa ad andare alla chiesa del Crocifisso. Sto per dare l’informazione… ma ecco che Aldo s’infila tra me e la forestiera:
– Signó, guardi a me, questa è la piazza, che c’è pure la torre, quello è il Comune, lì giù c’è ‘l Crocifisso, chì S. Francesco, chì ‘l giornalaio e chì le cartoline. Guardi a me: questa è del Santuario della Madonna della Rosa, guardi quanto è bello, che bei colori, ma è troppo lontano, jé conviene a comprà la cartolina, ch’è mejo e più bello chì che de persona. Guardi a me Signó, questo è Cristo morto per davvero sulla croce, guardi come è bello, compri la cartolina: cuscì ‘l pô confrontà con quello vivo ch’è giù la chiesa del Crocifisso. Quante cartoline jé do signó, guardi a me!
“Guardi a me signó”: vuoi vedere che Aldo è anche un ipnotizzatore? Infatti la forestiera non ha pensato più alla chiesa del Crocefisso: ha pagato, ha ringraziato Aldo per la sua gentilezza ed è ripartita tutta soddisfatta.
Aldo è proprio come Padre Pio, non solo perché gli si addice“pïo”, ossia “prendo” all’ostrano, ma soprattutto ha in comune con il santo frate il dono della ubiquità. Chi a Ostra prende la corriera alle sei e trenta del mattino, anche nel più freddo inverno, alla fermata vede arrivare sicuramente Aldo. Si sentono prima le sue strilla da lontano, poi sempre più vicino finché non sale sulla corriera ad importunare i viaggiatori che ancora avrebbero più voglia di dormire che di chiacchierare. Invece Aldo dà da dire a tutti, finché non gli comprano un Corriere, una Gazzetta, un Topolino o un Mani di Fata.
Se un ostrense poi va in quel giorno alla Posta, in una Banca, in Comune o all’ospedale, può stare sicuro che lì arriverà Aldo il quale, evitando qualsiasi fila, propone i suoi giornali a tutti: clienti, impiegati, ammalati e assistenti.
Aldo è puntualmente a scuola al suono della ricreazione, con un braccio pieno di giornali, mentre con l’altro dà il resto. Dopo i tanti giornali che ha maneggiato fin dall’alba, ora le sue mani sono proprio nere, per cui è giunto il momento dei dispetti: distribuisce ai ragazzi, irritandoli, qualche buffetto sulle guance.
Una volta una insegnante di scuola elementare chiese ai suoi alunni di descrivere un personaggio tipico di Ostra. Tutti i bambini, indistintamente, scelsero di ispirarsi ad Aldo. Erano così vivi e veri quei ritratti del giornalaio, oltre che affettuosi, che l’insegnante glieli fece leggere. E, cosa da sorprendere anche il più attento conoscitore dell’animo umano, Aldo, che guarda la lira, si presentò a scuola con venti uova pasquali!
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