Corinaldo: un paese che si ritrova unito per la Festa del Pozzo della Polenta 2017
Presentata l'edizione del cinquecentenario dell'assedio. Principi, Fabri, Silvi e Piersanti: "Coinvolti tutti in una grande rete sociale"
Se all’inizio la frase che viene pronunciata è: “si tratta della festa del Gruppo Storico di Corinaldo”, alla fine della presentazione della 39esima Festa del Pozzo della Polenta lo slogan diviene ben più inclusivo: “questa è la vera festa di tutto il paese di Corinaldo“.
L’evoluzione di questo motto è passata dalle parole di Federico Piersanti, presidente dell’Associazione Pozzo della Polenta, dei rappresentati del Gruppo Storico Combusta Revixi, degli assessori Giorgia Fabri e Riccardo Silvi e del sindaco di Corinaldo, Matteo Principi.
Piersanti, presentando i momenti salienti della Festa del Pozzo della Polenta, che dal 21 al 23 luglio 2017 rievocherà l’assedio portato (e fallito) esattamente 500 anni fa, nel 1517, dai Duchi Della Rovere alle mura di Corinaldo, ha sottolineato alcune novità pensate per questa speciale ricorrenza: la cena con delitto del venerdì, l’accampamento militare con scene di vita medievale che verrà riproposto per il secondo anno, lo spettacolo pirotecnico, la sfilata del corteo storico che riproporrà eccezionalmente i vestiti di tutte le coppie ducali che si sono succedute dal 1979 in poi, la cena ducale con oltre 30 figuranti in più rispetto a quelle passate, le taverne con menù completamente rinnovati (eccezion fatta per l’immancabile polenta!).
Una festa, quella del Pozzo della Polenta, che non abbandona il risvolto solidale, attraverso la raccolta fondi e la devoluzione in beneficenza di parte del ricavato della Taverna del Viandante al progetto Succisa Virescit, per la ricostruzione della palestra della scuola di Pieve Torina, località del maceratese colpita dai terremoti del 2016.
Importanti anche gli aspetti culturali, con il Concorso Fotografico Carafòli che dedica una delle sue sezioni, quella della fotografia digitale, proprio alle immagini scattate durante i tre giorni della festa, e con il palio realizzato dal noto artista Bruno d’Arcevia, che ha immortalato nel suo dipinto molti dei temi e dei valori della festa, ma anche della comunità di Corinaldo.
Ci sono il blu e il giallo, colori del rione Porta Nuova, vincitore della competizione 2016 tra i quartieri corinaldesi, che va in scena proprio durante i giorni della Festa del Pozzo della Polenta, c’è la raffigurazione della porta nelle mura della città che dà il nome al rione, c’è una donna che simboleggia la libertà: due argomenti molto cari all’assessore Giorgia Fabri e alla Giunta, che da anni stanno portando avanti percorsi sociali attuali, legati al mondo femminile e sui temi della libertà come valore da coltivare nella società.
E’ stato rimarcato da tutti il grande impegno messo in campo dall’Associazione Pozzo della Polenta, che è riuscita non solo a coinvolgere il Gruppo Storico Combusta Revixi, che metterà in scena i propri spettacoli con arcieri, tamburini e sbandieratori, ma anche a completare un percorso di riavvicinamento con l’Araba Fenice: altra nutrita associazione storica di Corinaldo, che dopo ben 13 anni tornerà a prendere parte alla festa, con un ruolo per nulla secondario. Insomma, si è riusciti a sanare una frattura che durava da troppo tempo e a far tornare tutto il paese a lavorare per il successo di una rievocazione storica che è uno dei più importanti tasselli per il richiamo turistico di Corinaldo.
Turismo, ma non solo. Perchè, come hanno ricordato sindaco Principi e assessori Fabri e Silvi, la Festa del Pozzo della Polenta è molto più di una tradizione quasi quarantennale: si tratta di una enorme rete sociale che vede coinvolte decine e decine di famiglie di Corinaldo. Un impegno che viene profuso per la logistica e la comunicazione, la gastronomia con le taverne che serviranno pasti ai visitatori, la sartoria coordinata da Filippo Arcangeli, che realizza abiti sempre più pregiati e per questo cinquecentenario ha anche restaurato tutti gli abiti ducali delle passate edizioni.
Si è scelto di non lavorare per puntare sul singolo “grande evento”, ma di operare sul territorio, sulla sua coesione e sul saper portare avanti con successo una manifestazione tra le più longeve delle Marche, che è un fiore all’occhiello per Corinaldo e per tutto il territorio.
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