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L’opposizione di Trecastelli non vota sulla cittadinanza onoraria all’on. Cinciari

Fattori: "Non una ma molte persone sarebbero dovute essere insignite dell'onorificenza dall'amministrazione comunale"

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Maria Lisa Cinciari Rodano nel marzo 2013

In un Consiglio Comunale gremito vista la presenza degli studenti della locale scuola media, sabato 20 marzo l’amministrazione comunale di Trecastelli ha attribuito la cittadinanza onoraria a Maria Lisa Cinciari ved. Rodano, per aver contribuito significativamente alla cultura democratica della nostra comunità ma anche per la sua militanza nella lotta per la liberazione dal regime fascista.

Ricordare l’etica dell’antifascismo, ricordarne i valori ed il senso nell’Italia e nell’Europa di oggi non è superfluo: basta guardarci attorno, umiliazioni, prepotenze, soprusi sono sotto gli occhi di tutti. Forse è colpa di tutti noi che a quanto pare non ne abbiamo parlato abbastanza con i nostri figli, nipoti e con i ragazzi più giovani. Essere fascista oggi significa esserlo nei modi di fare, nel senso individualistico e personale di affrontare la vita, nel modo di badare ai propri interessi infischiandosene del giusto, dell’ingiusto e delle leggi.
E data l’insolita platea, un invito a far conoscere che cosa è stato il fascismo, il valore della lotta per la democrazia attualizzandola quale lotta contro l’indifferenza, la rassegnazione e l’impegno contro ogni forma di violenza e di autoritarismo.

Queste elementari considerazioni hanno introdotto il pensiero del gruppo di opposizione Solidarietà e Partecipazione che si riporta di seguito:
E’ certo che il conferimento della cittadinanza onoraria è un istituto di grande valore simbolico: illustra vite pubbliche, indica quali valori la comunità propone come virtù civili ma insieme racconta la storia di un territorio, gli sforzi collettivi che l’hanno costruito e modellato. Trecastelli, una nuova entità amministrativa con radici antiche, dovrebbe saper cercare lì, nelle fatiche delle genti ‘meccaniche’ che hanno modellato con il sudore queste colline, nelle sofferenze di chi in altri anni ha lasciato il Paese per terre lontane, nelle lotte per liberarsi dal servaggio della mezzadria, per i diritti nel lavoro, nei nuovi volti che portano il mondo e la speranza, la fisionomia dell’onore da riconoscere. Oggi, un gruppo di cittadini ha proposto che l’onorevole Marisa Cinciari sia insignita di questa onorificenza, e presenta la sua biografia di donna che ha attraversato il secolo scorso con coraggio e dignità, virtù che hanno avuto, giustamente, riconoscimenti e onori: il Parlamento, importanti incarichi e deferenze. Verrebbe da dire ‘troppo facile’ e quindi inutile, quasi un riflesso condizionato, che però, invece di cercare nel quotidiano difendere la dignità propria e della comunità il paradigma su cui riconoscersi, celebra il consueto. Diverso sarebbe un appuntamento dove non una ma molti venissero riconosciuti dalla nuova comunità, dove la storia di Marisa Cinciari fosse insieme a quella di altre e altri che l’onore al nostro territorio l’hanno dato con il lavoro, la lotta, il sacrificio silente. In tal modo Marisa Cinciari avrebbe anche il lustro di essere paragonata a quelle vite e a quelle storie che pochi conoscono e molto valgono. Ecco perché non parteciperemo al voto: è un gesto di solidarietà all’onorevole e alla sua storia, storia che questa solitaria monumentalizzazione rischierebbe di far apparire addirittura aristocratica“.

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