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Italia Nostra: “acquisto immobile cruciale per dare futuro a monastero Serra de’ Conti”

La sezione senigalliese dell'associazione plaude all'iniziativa del Comune e auspica un convento che sia pure museo

Monastero di Maria Maddalena di Serra de' Conti

Nel corso dei dibattiti e degli incontri succedutisi negli ultimi tre anni sul destino dell’ex edificio monastico di S. Maria Maddalena è apparso evidente che la sua conservazione integrale è possibile solo se si è in grado di individuare una destinazione d’uso coerente con la storia e la natura architettonica dell’edificio stesso.

E l’unica destinazione realistica e funzionale appare quella di un suo collegamento con la struttura già esistente del Museo delle arti monastiche e con le attività di formazione religiosa e promozione sociale della parrocchia. Il collegamento con il museo passa attraverso la conservazione e il potenziamento delle caratteristiche già proprie dell’edificio monastico, trasformandolo in convento-museo a testimonianza della storia della vita monastica femminile in Italia, senza però smantellare il museo stesso, che resta l’anima e il cardine di tutto il progetto; l’inserimento nell’attività parrocchiale può avvenire mediante l’utilizzazione degli spazi per iniziative di formazione spirituale e di cultura religiosa, che prevedano anche forme di ospitalità a pagamento. E’ questa la proposta avanzata in più occasioni dal comitato locale ed è questa anche l’opinione espressa da Italia Nostra.

E’ evidente però che un percorso di questo tipo non è praticabile senza la partecipazione delle due istituzioni principali del paese, il comune e la parrocchia, per l’intreccio di interessi e aspetti culturali rappresentati dall’edificio e dalla sua storia. Come è pure evidente che l’iniziativa principale per svincolare la proprietà dell’ex complesso monastico dall’Ordine religioso cui appartiene e renderlo disponibile per un progetto autonomo e cogestito dalle due istituzioni non può che spettare al comune, l’unica istituzione in grado di aver accesso a risorse economiche adeguate per dare l’avvio all’operazione.

Perciò l’iniziativa presa dall’Amministrazione Comunale per l’acquisto dell’immobile è pienamente condivisibile, anche perché non vi sono alternative. Si tratta certamente di una scelta onerosa, ma l’unica possibile, non solo per conservare l’edificio, ma anche per preservarne il suo carattere di bene culturale. Si tratta di una sfida per il futuro, da cui può derivare un forte arricchimento dell’identità storico – culturale del paese con ricadute sociali ed economiche sicuramente positive.

L’esito non è scontato e i rischi non mancano: sarebbe ingenuo nasconderli. Si tratta di una sfida culturale ed economica che può essere gestita e vinta più agevolmente se sorretta da un ampio consenso, attraverso un’informazione, una trasparenza e un coinvolgimento che la facciano sentire come una battaglia collettiva e un obbiettivo comune. Solo un forte convincimento condiviso può mettere gli amministratori in grado di superare le molte difficoltà e mettere in campo una progettazione articolata, sapiente e soprattutto convincente, condizione e presupposto indispensabile per attivare la ricerca dei finanziamenti pubblici.

Ma a parte questo, resta il fatto che per vincere una sfida così complessa e impegnativa è necessaria anche una forte carica di ambizioni e capacità visionarie, pur con la lucida consapevolezza delle difficoltà e dei rischi, senza le quali non è possibile realizzare progetti ambiziosi.

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