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Ostra Vetere nel Giorno della Memoria

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Ostra VetereQuella di Giorgio Perlasca è la straordinaria vicenda di un uomo che, pressoché da solo, nell’inverno del 1944 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ebrei, spacciandosi per console spagnolo. Emersa dopo un silenzio durato quasi mezzo secolo, la storia di questo “eroe per caso”, il cui nome oggi si trova a Gerusalemme tra i “Giusti delle Nazioni”, dimostra che per ogni individuo è sempre possibile assumersi la responsabilità personale per la difesa della vita e dell’umanità.

Sono queste le motivazioni, con cui tre anni fa, alla presenza del figlio Franco Perlasca, il Sindaco Massimo Bello e la Giunta di Ostra Vetere decisero di intitolare una piazza del centro storico a Giorgio Perlasca e di aderire anche alla Fondazione “G. Perlasca”, celebrando così il “Giorno della Memoria”, cioè la giornata del 27 gennaio che il Parlamento italiano ha voluto istituire, appunto, “per non dimenticare”.
Anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Ostra Vetere celebrerà il “Giorno della Memoria” con una semplice, ma significativa cerimonia pubblica, che si terrà mercoledì 23 gennaio a partire dalle ore 9, nel corso della quale verrà osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’olocausto. Poi, nella sala conferenze del Palazzo De Pocciantibus, sarà ricordata la figura di Giorgio Perlasca, Giusto fra le Nazioni, e proiettato il film di Roberto Benigni “La vita è bella” alla presenza anche di una rappresentanza delle scuole di Ostra Vetere e del figlio di Giorgio Perlasca, Franco. I Giusti, secondo quanto messo in rilievo dal Museo dell’Olocausto di Gerusalemme (lo Yad Vashem), sono quegli uomini che hanno saputo individuare il male ed hanno rischiato la loro vita per salvare delle altre vite minacciate da un progetto totalizzante di tipo politico, sociale o religioso. A ciascuno di questi uomini, lo Yad Vashem ha dedicato un albero nel “Giardino dei Giusti delle Nazioni”: uno di questi porta il nome di Giorgio Perlasca. Giorgio Perlasca tra il 1994 ed il 1945, in uno dei momenti più neri della storia dell’umanità, salvò dalla deportazione e dalla morte più di cinquemila ebrei ungheresi, dimostrando incredibili doti di altruismo, dovere morale, intelligenza. La sua vicenda rappresenta un esempio significativo di coraggio silenzioso, che solo quarant’anni dopo venne svelato grazie alla tenacia di alcune donne da lui salvate.

dal Comune di Ostra Vetere

Redazione Valmisa
Pubblicato Lunedì 21 gennaio, 2008 
alle ore 17:08
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